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Economia | 23 gennaio 2024, 17:25

Egea propone ai creditori ipotesi di saldo e stralcio: "Pagamento al 25% per le fatture emesse prima del 30 giugno"

La proposta anticipata in una riunione on line tenuta questa mattina coi fornitori. Ai creditori chirografari verrebbe liquidato un quarto del dovuto, l’intera somma per i soli importi fatturati dopo quella data

La sede albese del Gruppo Egea

La sede albese del Gruppo Egea

Il 25% dell’importo se la fatturazione risulta antecedente al 30 giugno 2023, l’intera cifra in caso di crediti successivi a quella data. Questa la misura contenuta nella proposta di accomodamento delle fatture dei fornitori ancora inevase che Egea intenderebbe avanzare ai propri creditori secondo quanto anticipato dai referenti del gruppo di Alba nel corso di un incontro pubblico tenuto in modalità digitale nella mattinata di oggi, martedì 23 gennaio 2023. 

L’invito a partecipare alla riunione con oggetto "Comunicazione ai fornitori", tenuta tramite piattaforma Google Meet, era arrivato nei giorni scorsi tramite raccomandate e posta elettronica certificata, con una missiva inviata in conoscenza al dottor Riccardo Ranalli, l’esperto nominato dalla commissione della Camera di Commercio di Torino che il 26 giugno scorso aveva accordato all’azienda l’accesso alla procedura di composizione negoziata dalla crisi

Il confronto ha poi avuto regolarmente luogo questa mattina, dalle ore 10.45 alle ore 11.30 circa. Durante lo stesso i consulenti di Egea – gli unici soggetti "visibili" agli altri partecipanti alla riunione in digitale – hanno illustrato alla platea di creditori che hanno ritenuto di partecipare all’informativa le modalità con le quali, nell’ambito della Ipotesi di Piano di Risanamento predisposto dalla stessa, il gruppo controllato dalla famiglia Carini (proprietaria di circa il 60% delle azioni) e partecipato da circa 150 soci privati e da un centinaio di soci pubblici (per un complessivo 8%, col Comune di Alba primo azionista pubblico con oltre il 5%), ora in predicato di venire acquisita dal gruppo Iren (la chiusura dell’operazione è annunciata entro la primavera) intenderebbe definire mediante "saldo e stralcio" le situazioni pendenti per una serie di crediti il cui ammontare complessivo non è stato però precisato. 

"L’Ipotesi di Piano di Risanamento – si legge nel documento di invito all’informativa –, sotto vigilanza dell’Esperto e il controllo del Tribunale, ha lo scopo di assicurare il miglior trattamento dei creditori rispetto a qualunque alternativa concretamente praticabile, salvaguardando allo stesso tempo il livello occupazionale e assicurando senza interruzione i servizi di pubblica utilità erogati dal Gruppo Egea".

Dopo aver approvato conti 2021 che vedevano la sola controllata Egea Commerciale Srl annoverare un fatturato pari a 1.278 milioni di euro, contro gli 810 milioni del 2020 e gli 876 del 2019 - il gruppo langarolo dell’energia non ha infatti approvato né depositato il bilancio di esercizio 2022. Al momento non è nemmeno mai stato reso noto, se non in modo informale nel corso di un incontro tenuto alcuni mesi addietro coi sindaci di Langhe e Roero (leggi qui), l’ammontare complessivo dell’esposizione che peserebbe sui conti della multiservizi, entrata nella spirale di una profonda crisi di liquidità in seguito alle fibrillazioni che avevano scosso il mercato energetico a partire dall’autunno 2021. 

A quanto si apprende la proposta riguarderebbe i creditori chirografari, quindi i titolari di crediti non assistiti da cause legittime di prelazione come il pegno, l'ipoteca e il privilegio o da altre garanzie. Durante l’incontro non è stato però chiarito se tali condizioni riguarderanno l’intera platea di creditori che versano in tale condizione e nemmeno quali altre eventuali altre modalità riguarderanno invece il saldo relativi ad altre altre categorie di crediti quali quelli in essere nei confronti di erario, banche, creditori ipotecari. Ugualmente non è stato toccato il tema delle riqualificazioni energetiche ex Ecobonus 110%, che tuttora vedono un non meglio precisato numero di privati che ormai da numerosi mesi vedono le proprie abitazioni e condomini ostaggio di cantieri fermi dopo lo stop nei pagamenti da parte della multiservizi.

Tra le precisazioni arrivate, quella riguardante il diverso trattamento dei crediti successivi al 30 giugno 2023, diretto a premiare fornitori che, dal punto di vista del gruppo, non interrompendo la cessione di beni e servizi, avrebbero consentito allo stesso la continuità dell’attività aziendale nelle more delle trattative intanto avviate per la cessione del pacchetto di controllo, ora destinato alla multiservizi con radici a Torino. 

Redazione

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