Riunitosi nella data di oggi, mercoledì 11 ottobre, il Consiglio di Indirizzo e Sorveglianza del Gruppo Egea ha nominato presidente del Consiglio di Gestione l’ingegner Paolo Pietrogrande, confermando l’incarico di componenti del Consiglio stesso ai consiglieri indipendenti Giovanni Valotti e Anna Girello, e recependo le dimissioni dell’ingegner PierPaolo Carini dalla carica di presidente e membro del Consiglio di Gestione di Egea Spa. Al solo fine di adempiere alle disposizioni statutarie che prevedono un numero dispari di componenti del Consiglio di Gestione, l’avvocato Laura Sommaruga ha a sua volta rimesso il proprio mandato.
A farlo sapere con una nota è la stessa multiservizi, che informa anche di come nel frattempo "proseguono le attività e le interlocuzioni finalizzate all’individuazione di un partner strategico nell’ambito del processo di gestione della crisi aziendale".
Dopo quello con cui aveva rimesso carica e deleghe da amministratore delegato, in seguito anche all’apertura di un fascicolo di indagine da parte della Procura della Repubblica di Asti con l’ipotesi di reato di false comunicazioni sociali, il passo indietro dell’ingegner Carini dalla presidenza e dal consiglio di gestione della capogruppo Egea Spa si inquadrerebbe nella normale prosecuzione della trattativa negoziata in corso per la ricerca di un socio di maggioranza in grado di risolvere la crisi di liquidità in cui il gruppo versa da diversi mesi.
In questa direzione lo scorso 29 settembre i vertici della società albese avevano qualificato come offerta "preferita" quella presentata da Iren Spa, chiedendo al contempo alla concorrente Thaleia di integrare la propria proposta vincolante per renderla "comparabile" a quella presentata dalla multiservizi con base a Torino.
Alla società guidata dall’ex manager Snam Francesco Reggiani e controllata dal fondo americano Davidson Kempner è stato concesso in questo senso altro tempo, sino al termine fissato per venerdì 27 ottobre.
Insieme all’individuazione del futuro partner industriale, nelle prossime settimane dalla società langarola si attendono indicazioni circa le modalità con le quali verrà compiuto l’ingresso del nuovo socio nel suo azionariato.
La principale ipotesi circolata finora è quella di un aumento di capitale riservato in modo esclusivo al nuovo socio, ipotesi che porterebbe a una proporzionale diluizione delle quote oggi in mano a soci pubblici e privati. Ad oggi, si ricorda, la maggioranza del gruppo fa capo alla famiglia Carini con il 56% circa delle azioni, mentre oltre cento soci pubblici assommano un 8% del capitale (il solo Comune di Alba, cui spetta nominare il presidente del Consiglio di Sorveglianza, ne detiene il 5%) e ad altri circa 150 soci privati è riconducibile il rimanente 36%.