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Farinél | 16 aprile 2023, 12:56

Farinél/ Alba, Bra, Langhe e Roero 2026: “L’importante non è vincere, ma partecipare…con spirito vincente“

Alba, Bra, Langhe e Roero lanciano la candidatura a città della cultura 2026. Parte una lunga e complessa rincorsa a un titolo che non ha mai premiato un territorio del Nord-Ovest; ma albese e braidese possono farcela, se sapranno correre unite verso il traguardo e se sapranno valorizzare il proprio patrimonio culturale fatto, non tanto di monumenti, ma di persone e di associazioni e fondazioni.

Farinél/ Alba, Bra, Langhe e Roero 2026: “L’importante non è vincere, ma partecipare…con spirito vincente“

La leggenda narra che un giorno Charles Pierre de Frédy, barone di Coubertin, noto come Pierre de Coubertin, l’inventore dei giochi Olimpici moderni, sbottò di fronte agli intervistatori che gli chiedevano conto del motto “L’importante non è vincere, ma partecipare”, divenuto, nel corso del tempo la consolazione e forse anche una autogiustificazione per gli insuccessi.

Nell’occasione de Coubertin precisò che il motto era stato mutuato dalle parole dell’arcivescovo della Pennsylvania, Ethelbert Talbot, pronunciate nella cattedrale di San Paolo di Londra, in occasione della cerimonia in onore degli atleti partecipanti alle Olimpiadi del 1908.

Arcivescovo che a sua volta si era ispirato agli scritti dell’antico autore greco Pindaro, il quale aveva scritto: “L’importante non è vincere, ma partecipare”, sì, ma aveva aggiunto alla frase “con spirito vincente“, ecco che allora il senso cambia radicalmente con quella appendice “L’importante non è vincere, ma partecipare, con spirito vincente“.

È questo lo spirito con cui Alba, Bra, Langhe e Roero lanciano, dal castello di Grinzane Cavour la candidatura a città italiana della cultura 2026.

A fare da stimolo non è tanto la promessa di un +30% di turisti, che francamente non può essere l’ambizione di un territorio che, da questo punto di vista, deve solo lavorare per crescere ulteriormente in una qualità del turismo già altissima e sicuramente non più nella quantità; quanto l’affermazione di una vocazione culturale che è sempre venuta dopo quella paesaggistica ed enogastronomica.

Siamo di fronte a un bivio: rimanere le colline del buon vino e del buon cibo e dei filari pettinati, con il rischio che il successo, così come è arrivato possa anche andarsene, visti i, purtroppo, sempre più repentini cambiamenti climatici, o vogliamo diventare le colline della cultura costruendo uno storytelling che parta dalla letteratura, da Fenoglio, da Pavese e da Arpino e Lagorio passando per la musica, la pittura, l’arte contemporanea, il folklore, riscoprendo la lingua piemontese, che è la nostra lingua?

Colline dove sia sempre bello venire per trovare un mondo di sapere unico che parla al visitatore, che si racconta e che affiora da ogni angolo, dove, in più, trovare vini unici e piatti di straordinaria qualità?

Ecco, se sapremo fare questo passaggio allora sì che ci potremo garantire un benessere duraturo e solido, perché a essere solide saranno le stesse fondamenta.

Non si parte da zero perché arriviamo da due anni in cui con “Alba capitale della cultura d’impresa 2021” e con l’anno Fenogliano 2022, il nostro territorio ha iniziato ad attirare turisti interessati a scoprire qualcosa che non fosse solamente vino e cibo, che sia chiaro, restano alla base della nostra economia, ma che non possono, come scrivevo, restare da soli a trainare il successo di un territorio.

La cultura d’impresa è cultura, la Fondazione Ferrero è uno straordinario esempio di cosa possa produrre la l’impresa quando incontra personaggi come Michele Ferrero, cultura sono gli enti che portano il nome degli autori simbolo del nostro territorio, cultura sono Bruno Ceretto, la sua famiglia o Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, mecenati che da anni hanno pensato che Langhe e Roero potessero diventare un museo a cielo aperto per l’arte contemporanea. Cultura è la fondazione Radici con oltre 700 ore di interviste che costituiscono un patrimonio culturale e umano unico proseguendo nel lavoro della Famija Albeisa che ha tracciato la via per decenni e che continua a essere un punto di riferimento. Cultura sono le orchestre presenti sul territorio, sono tutte le piccole associazioni che animano i paesi, non per niente le Proloco finalmente sono considerati enti culturali.

Ecco perché questo è il momento di unirsi, come solo sa fare questo territorio, fatto di tanti solisti che presi singolarmente risultano profondamente individualisti, ma che uniti possono raggiungere traguardi impensabili. Tre riconoscimenti Unesco ai paesaggi vitivinicoli, ad Alba città creativa e alla cerca e cavatura del tartufo dal 2014 al 2022 sono lì a dimostrarlo.

La candidatura avrà anche l’effetto, non secondario, di unire, finalmente, Alba e Bra che sono città affini, vicine, che sono e devono essere, una la capitale delle Langhe, l’altra del Roero, città e territori complementari con storie profondamente diverse e per questo necessarie e necessari uno all’altro. E allora via alla rincorsa ad Alba, Bra, Langhe e Roero capitali della cultura 2026, certi che lo spirito vincente mai sia mancato e mai mancherà a questo territorio che invece difettava in comunione d’intenti e che ora si vota a un altro motto che a me piace moltissimo:  “L’Unione fa la forza”.

Marcello Pasquero

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