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Farinél | 22 gennaio 2023, 12:18

FARINEL/ Ad Alba nel 2022 aperte 58 nuove attività a fronte di 12 chiusure. Normale? Assolutamente no

L’ufficio Commercio del Comune ha comunicato i dati relativi alle attività del terziario operative nella capitale delle Langhe. Dati incoraggianti, che lasciano intravedere un futuro stimolante per il nostro terziario. Non facciamo però l’errore di pensare che ovunque sia così.

"Alba, Piemonte": la nostra città evocata nello spot Adidas sulla nuova divisa della Nazionale italiana

"Alba, Piemonte": la nostra città evocata nello spot Adidas sulla nuova divisa della Nazionale italiana

Questa settimana mi hanno colpito i dati rilasciati dall’Ufficio Commercio del Comune di Alba e rilanciati da “La Voce di Alba” nell’articolo dal titolo “Alba, un anno positivo per il commercio: sono 46 le nuove attività in città”. Nell’articolo si legge: “Sono 1.222, ad Alba, le attività commerciali attive in città al 31 dicembre 2022, 46 in più rispetto a dodici mesi prima. Andando nel dettaglio, si tratta di 921 negozi di vicinato, panetterie, edicole, medie e grandi strutture commerciali (+40 rispetto al 2021), 208 tra bar, ristoranti e pizzerie (due in più rispetto alle rilevazioni precedenti) e 93 strutture per l'accoglienza (cresciute di 4 unità). A determinare il saldo positivo, le 58 nuove attività a fronte di 12 cessazioni”.

Mi hanno colpito perché proprio in quel momento mi trovavo a Biella per una parte del progetto “Verba Manent” della Fondazione Radici e stavo leggendo il bisettimanale “Il Biellese” che parlava dello stesso argomento, con toni un tantinello meno entusiastici: 58 attività chiuse nel 2022, a Biella, a fronte di meno di 40 aperture. Nell’articolo del bisettimanale si parlava apertamente di coma irreversibile e di emorragia inarrestabile per le attività della città di Quintino Sella ed Ermenegildo Zegna.

Non illudetevi, purtroppo, l’eccezione è Alba, non Biella. La nostra isola è davvero felice e non è solamente un modo di dire anche se spesso possiamo essere tentati di pensare che quello che succede ad Alba succeda anche altrove, nella maggior parte dei casi non è così.

Commentando i dati il direttore dell’Aca Fabrizio Pace ha giustamente sottolineato l’importanza della crescita dei flussi turistici nel favorire l’apertura di nuove attività, quello stesso turismo che tante volte malediciamo e che in città come la stessa Biella si prenderebbero subito, se potessero. Nell’articolo si evidenzia un dato per nulla scontato e se vogliamo ancora più eclatante, pare che siano sempre di più le attività di piccole dimensioni di commercio al dettaglio. Speriamo che sia il preludio a un ritorno delle piccole botteghe, da sempre anima commerciale e culturale delle città italiane, senza le quali a perdersi è la stessa anima dei borghi del Bel Paese.

Forse sto correndo troppo, sulle ali dell’entusiasmo, ma è bello pensare che da Alba possa partire una rivoluzione per tutto il territorio di riferimento, per la provincia di Cuneo e per tutto il Piemonte. Sì, perché la crescita di Alba non va, per ora, di pari passo con il ritorno dei negozi di vicinato nei piccoli comuni di Langa e allora non resta che sperare che il turismo possa fare da traino per far rivivere non solamente la Langa del Barolo, ma tutta quella terra un tempo della Malora e oggi povera non di denari, bensì di giovani, di speranze e di sogni.

Il terreno può essere fertile e lo dimostra anche lo spot Adidas di lancio della nuova divisa ufficiale della Nazionale di calcio italiana. Il video, già visto oltre un milione di volte e in rampa di lancio nel resto d’Europa e nel Mondo, si apre indicando come luogo in cui si svolge la vicenda Alba, Piemonte.

A colpirmi, in questo caso non è tanto la cerca del tartufo come paradigma della più preziosa tra le cacce al tesoro, quanto che gli ideatori dello spot abbiano sentito il bisogno di indicare la città di Alba come scenario quando poteva tranquillamente essere sottinteso.

La società statunitense Mediacom, che cura le campagne pubblicitarie dell’azienda fondata da Adolf Dassler a Herzogenaurach, in Baviera, invece, ha sentito il bisogno di sottolineare che la cerca della maglia azzurra si tiene proprio ad Alba e a questo punto possiamo perdonare il cagnolino non proprio da tartufi, l’abbigliamento poco consono e tutto il resto perché quell’Alba, Piemonte all’inizio dello spot fa tutta la differenza del mondo. Perché? Perché significa che per Adidas e per Mediacom, che con il loro spot devono arrivare a 60 milioni di italiani e 9 miliardi di umani, Alba è un nome riconoscibile da tutti e identificabile da tutti.

“La battaglia è vinta”, come direbbe Giacomo Oddero. Ora abbiamo tutti la responsabilità di non vivere di rendita, ma di far sì che Alba resti l’emblema di qualcosa di prezioso come la cerca del tartufo, magari, come ho già sottolineato più volte, tornando a piantare alberi e, appunto, tornando ad aprire (e sostenere con gli acquisti) piccole botteghe.

Il racconto di Giacomo Oddero lo trovate qui.

Marcello Pasquero

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