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Schegge di Luce | 30 novembre 2025, 06:27

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di don Cosimo Monopoli

Commento al Vangelo del 30 novembre 2025, I Domenica di Avvento

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di don Cosimo Monopoli

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo» (Mt 24,37-44).


Oggi, 30 novembre 2025, la Chiesa giunge alla I Domenica di Avvento (Anno A, colore liturgico viola).

A commentare il Vangelo della Santa Messa è don Cosimo Monopoli, Cappellano Militare per l’Esercito Italiano in Avellino.

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Eccolo, il commento.

Con la prima domenica di Avvento, spazio dell’attesa e della vigilanza, accompagnata dall’evangelista Matteo, la Chiesa inizia il nuovo anno liturgico detto “A” nel ciclo triennale.

Siamo in cammino verso la venuta di Cristo alla fine dei tempi. È un tempo di attesa, non statica e subìta, ma coinvolgente, poiché ci chiede di prepararci a ciò che desideriamo incontrare; infatti la Parola di Dio ci invita non tanto al fare, quanto all’essere: svegliatevi, aprite gli occhi del cuore, vigilate, “vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà”!

Il brano del Vangelo odierno ci può apparire severo, poiché parla di diluvio, di un ladro di notte, di un’ora inattesa in cui molti vivranno senza accorgersi che sta arrivando qualcosa di decisivo. Non dice che facevano del male, anzi mangiavano e si sposavano, ma il problema sta nel vivere senza attenzione, senza la coscienza di Dio! Gesù condanna l’indifferenza, la distrazione spirituale, il vivere come se Dio non esistesse! Infatti, con il richiamo al diluvio al tempo di Noè, il Signore ci presenta la mancanza di sensibilità religiosa dei suoi contemporanei. Con l’esempio dei due uomini nel campo e delle due donne alla macina, ci mostra come sono differenti le loro disposizioni interiori. Poi ci parla del ladro notturno. In tutto ciò il Signore ci invita alla vigilanza, ad essere pronti al suo arrivo.

L’Avvento allora ci ricorda che al vivere quotidiano bisogna aggiungere il vivere in attesa, un’attesa fiduciosa ad incontrare il Signore che viene come salvatore; questa sua venuta non solo sarà alla fine dei tempi, ma è ogni giorno, poiché egli viene nel volto di chi incontriamo, nelle vicende lieti e tristi quotidiane, nelle opere di bene che compiamo… sta a noi accorgercene e riconoscerlo nella misura in cui siamo occupati nelle nostre cose o siamo vigilanti e in attesa della sua visita. In questi termini allora il vegliare significa vivere bene l’oggi, che non è paura o ansia, ma è essere coscienti e presenti con responsabilità e attenzione al prossimo, cioè svegli nell’amore, che è tutt’altro del farci trovare addormentati nell’egoismo.

Dovremmo passare dall’ansietà alla serenità, dall’indifferenza all’impegno con più fede e maggiore speranza. In questo modo l’Avvento non è solo preparazione al Natale, ma preparazione alla vita vera in questo momento, ora, svegliando il cuore e allenando lo sguardo a cogliere il passaggio di Dio, con il vivo desiderio di anelare con il cuore acceso: “Vieni, Signore Gesù!”.

Buon Anno Liturgico.

Silvia Gullino

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