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Copertina | 21 aprile 2024, 00:00

Paolo Demarchi e la corsa alle Regionali: “Ascolto il territorio per essere la sua voce”

Da sempre militante nella Lega, si ricandida a sostegno di Cirio presidente

Paolo Demarchi e la corsa alle Regionali: “Ascolto il territorio per essere la sua voce”

Il prossimo primo luglio 41 anni, Paolo Demarchi è stato eletto come consigliere regionale per la prima volta nel 2019 ed ora è pronto a ricandidarsi alle prossime elezioni regionali dell'8 e 9 giugno con il suo partito. Dal 2016 è componente del Consiglio direttivo della Lega.

Sposato con Enrica, sono genitori di Ginevra 7 e Vittoria 4 anni, e vivono in campagna a Saluzzo insieme ai loro due gatti e all'allevamento di bovini da latte ereditato dalla sua famiglia.

Come è iniziato l'interesse per la politica e quando?

Ho conosciuto alcune persone che mi hanno avvicinato al mondo della politica e mi sono appassionato. Ho colto l'occasione che mi è stata presentata, poi sono stato eletto consigliere provinciale nel 2009, fino al 2014. Da allora ho capito che la politica non è un mestiere, si è sempre a giudizio degli elettori.

Si sente soddisfatto delle sue scelte di vita?

Sono soddisfatto sotto tutti i profili: lavorativo, familiare e politico.

Quando torna a casa ha ad aspettarla sua moglie con le vostre due figlie, quanto conta per lei il valore della famiglia? E quanto questo la motiva nella sua carriera professionale?

Sapere di avere sempre la mia famiglia ad aspettarmi e al mio fianco mi piace tantissimo. Mi ricarica trascorre il tempo con mia moglie e le mie figlie. Sono loro grato per la pazienza, il bel carattere e il sostegno, che mi permettono anche di dedicarmi all'attività politica. Loro credono in me, sono i miei primi sostenitori, infatti, a volte prima di effettuare delle scelte mi ci confronto, non solo per la politica, ma anche per altri ambiti extra familiari.

E con i suoi genitori che rapporto ha?

Con i miei genitori ho un bel rapporto. Insieme a mio papà Biagio, mio fratello Maurizio, mio zio Roberto e alcuni collaboratori gestiamo la nostra azienda agricola. Credo molto nel valore della famiglia e cerco di trasmetterlo anche alle mie figlie. Devo molto ai miei genitori, che mi hanno educato con sani principi, soprattutto mi hanno insegnato il senso del dovere e lo spirito di sacrificio, valori che non ho mai trascurato e che mi hanno accompagnato in ogni mia scelta. Conservo ogni loro spunto o critica per migliorarmi.

Oltre alla sua determinazione, pensa di dover dire grazie a qualcuno per quanto ha raggiunto nella sua vita fino a oggi?

Sono tante le persone che mi hanno accompagnato in questo percorso, non faccio nomi per non dimenticare nessuno, ma la forza più grande me la danno i cittadini, elettori e non, con i quali mi confronto tutti i giorni sia di persona, sia sul web.

Torniamo al suo impegno politico, che prende molto seriamente se consideriamo l'alta percentuale di presenze alle sedute (il 98%) e di votazioni (il 98%), e alla sua ricandidatura per le prossime elezioni. Sulla base dell'esperienza acquisita in questi anni di consiliatura, quale valore aggiunto vorrebbe dare nella prossima se venisse nuovamente eletto?

Vorrei poter incidere ancora di più in alcune scelte per il bene del territorio, della nostra provincia Granda, in modo particolare vorrei impegnarmi ulteriormente per l'agricoltura e per i trasporti, già potenziati, ma su cui c’è ancora da lavorare. Riguardo l’agricoltura penso alle opportunità del nuovo Complemento di Sviluppo Rurale (ex PSR), alla revisione della direttiva nitrati, al discorso invasi correlato all’emergenza idrica, ma soprattutto voglio impegnarmi perché questo settore torni ad avere la dignità che gli spetta, con il giusto riconoscimento a chi produce che non può essere al di sotto dei costi di produzione.

Lei dal 2007 è titolare di un’azienda agricola del settore zootecnico, cerealicolo, frutticolo ed energetico della provincia di Cuneo, cosa pensa delle proteste degli agricoltori?

Su molti aspetti contestati hanno ragione. Negli anni scorsi, soprattutto a Bruxelles, sono stati commessi errori politici di cui si riscontrano solo ora le conseguenze. Ritengo che occorra arrivare al punto di non colpevolizzare più il settore agricolo, quale responsabile sull'impatto ambientale, in quanto nel tempo ci si è adeguati alle normative, prendendo molti provvedimenti a favore dell'ecosostenibilità. Soprattutto bisogna riconoscere il giusto valore ai prodotti agricoli e alle produzioni degli allevamenti.

 

Cosa l'ha resa maggiormente soddisfatto del suo incarico finora?

Sono soddisfatto di aver avuto un ruolo decisivo nell'operazione che ha visto evitare la chiusura dell'industria Mahle di Saluzzo, che avrebbe avuto una grave ricaduta sui posti di lavoro per molti residenti. Sono, inoltre, orgoglioso di aver riportato il treno, a partire dal primo gennaio 2025, non solo sulla linea Savigliano-Saluzzo, ma anche da Saluzzo fino a Cuneo dove non viaggiava da oltre 12 anni.

Adesso si ricandiderà per la Lega Salvini Piemonte, in cosa si riconosce nel suo partito e poi su quali punti concentrerà la sua campagna?

Ho cominciato il mio percorso politico in Lega nel 2009, partendo dall’esperienza di consigliere provinciale e successivamente nel 2019 come consigliere regionale. Ho potuto constatare come la nostra regione presenta molte differenze al suo interno, nel territorio e nelle realtà produttive. Se ribaltiamo questa situazione sul contesto nazionale è buonsenso pensare che Roma non possa controllare tutto. Serve più autonomia decisionale alle regioni e agli enti locali che conoscono i loro territori ed è questa la posizione della Lega in cui più mi riconosco e che ci differenzia da tutti gli altri. Per quanto riguarda la mia campagna elettorale sarà naturalmente in continuità con il lavoro sin qui svolto e incentrata in particolare sull’agricoltura, sui trasporti e sul commercio.

Sosterrà la ricandidatura di Cirio a presidente del Piemonte, cosa vi accomuna?

Con il Presidente Cirio condivido le origini cuneesi ma anche lavorative, entrambi arriviamo infatti dal settore agricolo. Sia io che Alberto siamo figli di quella politica che mette al primo posto il rapporto con le persone, che non si sente superiore a nessuno ma disponibile ad ascoltare e dialogare con tutti.

Si è laureato nel 2005 in Management dell’informazione e della comunicazione aziendale alla Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino, quanto pensa sia rilevante per un amministratore comunicare con i cittadini?

È molto importante perché comunicazione significa anche confronto con i cittadini. Qualunque amministratore deve saper spiegare le proprie scelte politiche all’elettorato, altrimenti si perde quel collegamento che è alla base di una buona politica. Nel corso del mio mandato in Consiglio Regionale ho sempre cercato di trasmettere i propositi che intendevo realizzare partendo dall’ascolto del territorio, tralasciando gli slogan elettorali ma preferendo una spiegazione puntuale, per serietà e rispetto nei confronti di chi mi ha votato.

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