In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: "Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?". Risposero: "Il primo".
E Gesù disse loro: "In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli" (Mt 21,28-32).
Oggi, 1°ottobre, la Chiesa giunge alla XXVI domenica del tempo ordinario (Anno A, colore liturgico verde). A commentare il Vangelo della Santa Messa è don Cosimo Monopoli, Cappellano Militare per l’Esercito Italiano in Avellino.
Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di Luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole, uniti al bel disegno di Pinuccia Sardo, per accendere le ragioni della speranza che è in noi.
Eccolo, il commento.
"Seguendo la lettura continua del Vangelo secondo Matteo, siamo giunti ad una serie di parabole che mostrano la reazione dei capi di Israele alla predicazione di Gesù, in particolar modo a quella dei vignaioli omicidi, i quali rifiutano il Messia pur di detenere il potere; ma Gesù offre una serie di catechesi con spunti di riflessioni e domande che potremmo definire retoriche, spronando ad una profonda riflessione e ad una sincera conversione per aderire alla volontà del Padre.
Oggi ci è presentata la parabola dei due figli, diversi tra loro nell’atteggiamento, nelle parole e nelle opere. Al centro della parabola vi è un Padre che chiede ai due figli di lavorare nella vigna, ma di essi uno dice di 'sì' a parole, mentre nei fatti non compie nulla di ciò che gli viene chiesto e l’altro risponde di 'no', ma poi si converte e va a lavorare nella vigna.
Una sintesi pregevole della liturgia della Parola di questa domenica è data dalla preghiera di Colletta, nella quale l’invocazione è rivolta a Dio, il Padre misericordioso che accoglie i peccatori «appena si dispongono a pentirsi di cuore» e 'dona vita e salvezza a ogni uomo che desiste dall’ingiustizia'; quindi si chiede il dono del suo Spirito, affinché quanti sono riuniti nell’assemblea siano docili all’ascolto della sua parola e susciti in essi 'gli stessi sentimenti che sono in Cristo Gesù'.
Il tema dunque è la conversione, rivolta in particolar modo da Gesù ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo, per mostrare loro un esempio di cambiamento, talvolta difficile. poiché l’orgoglio e il farci apparire perfetti e coerenti ostacola il metterci in discussione, ma la chiave di lettura che riesce a superare l’orgoglio, questo macigno interiore, è il desistere dall’ingiustizia per praticare la giustizia; e non ciò che ritengo giusto secondo un mio modo di vedere, ma il confronto va elevato a ciò che è giusto dinanzi a Dio, nel quale giustizia e misericordia si baciano. Ne sono di esempio pubblicani e prostitute che hanno creduto e aderito alla via della giustizia predicata da Giovanni, il Battista, per cui precedono tutti nel Regno di Dio, cioè entreranno per primi non perché sono peccatori, ma perché si sono convertiti; quindi il Padre dona loro vita nuova e salvezza eterna, poiché questi, sentendo le prediche di Giovanni, hanno cambiato vita: hanno smesso di essere peccatori e hanno accettato il regno di Dio, mentre i capi non si sono nemmeno pentiti. È questa la nota dolente: il pentimento, cioè il riconoscere il proprio errore da cui segue il dolore di aver sbagliato; è il punto decisivo: non c’è accoglienza del Regno se non ci si riconosce peccatori e non si cambia, da cui si esprime la coerenza tra parole e opere. Lo definisce chiaramente il profeta Ezechiele (nella prima lettura della liturgia odierna) che richiama la responsabilità personale: se il peccatore ha riflettuto (pentito) e si è allontanato da tutte le colpe commesse (convertito), egli certo vivrà e non morirà.
Oggi inizia il mese missionario: il migliore annuncio del Vangelo è dato dalla testimonianza coerente della propria vita di fede espressa dagli stessi sentimenti che sono in Cristo Gesù".












