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Farinél | 15 settembre 2024, 12:00

Farinél - Sì, nel 2024 la Bela Trifolera ha ancora ragione di esistere!

Una manifestazione diversa da tutte le altre, che dal 2017 è diventata la Bela Trifolera (dei Borghi) con sfilata nei meravigliosi costumi dei borghi, nei panni delle “trifolere” e in abito da sera. Un evento nel segno del folklore, che nulla ha a che vedere con gli obsoleti concorsi di bellezza che mettono in mostra i corpi

Farinél - Sì, nel 2024 la Bela Trifolera ha ancora ragione di esistere!

La braidese Elena Gennero è la Bela Trifolera 2024. Un titolo che è bastato ad attirare gli strali degli odiatori seriali su Facebook e (purtroppo) Instagram, social fino a qualche tempo fa immune dalle polemiche sterili.

Prima di tutto una nota sulla provenienza della rappresentante del Borgo San Lorenzo: la vicina Bra. Sacrilegio. Il nome Bela Trifolera e non “Miss Alba” dovrebbe di per sé evitare le polemiche inutili sulla provenienza della vincitrice, ma visto che non lo fa è utile precisare che la Bela Trifolera è un concorso che si rivolge a tutto il territorio.

In passato, nelle 72 edizioni del premio, ci sono state vincitrici provenienti da Torino e da altre parti d’Italia, a volte persino da fuori Piemonte.


Veniamo ora al merito della manifestazione partendo da una considerazione: il sottoscritto reputa obsoleto ogni concorso in cui le donne (o gli uomini) vengono messi (e accettano di essere messi) in mostra per il loro aspetto fisico sfilando in lingerie o in costume da bagno per mostrare curve o muscoli dando sfoggio della loro poca cultura per non dire ignoranza.

Nel 2024 questo tipo di concorsi non ha senso di esistere e reputo sia un bene che l’attenzione sui concorsi di bellezza si stia spegnendo, così come avvenuto per la Bela Trifolera nel 2017.

Sì perché la Vecchia Bela Trifolera si era esaurita proprio per queste motivazioni nel 2017 e dopo mesi di riflessione era rinata come Bela Trifolera dei Borghi, un concorso totalmente diverso in cui a farla da padrone non sono le agenzie di moda o agenti e fotografi spesso discutibili (e purtroppo dalle parti di Corneliano ne sappiamo qualcosa), ma solamente gli appassionati Borghi cittadini.

Come ho ricordato ieri nel mio ruolo di presidente della giuria, i nove borghi, la Giostra delle Cento Torri, il gruppo storico e il gruppo sbandieratori e musici Città di Alba sono i veri motori che tengono vivo il folklore e che animano una cittadina che senza il colore dei borghigiani sarebbe molto più triste e spenta.

Parliamo di oltre duemila volontari, tra cui moltissimi giovani e tutti sappiamo quanto sia difficile coinvolgere i ragazzi nelle attività di volontariato. Un patrimonio straordinario che va sostenuto e tutelato anche molto più di quanto non sia stato fatto finora perché i Borghi solo il valore aggiunto della città di Alba.

Una volta l’anno, nell’approssimarsi della festa i borghi scelgono una rappresentante al proprio interno o comunque nella propria cerchia e la propongono per la sfilata suddivisa in tre momenti.

Il primo è quello della magnificenza dei costumi con gli smalti dei Borghi. Un trionfo per gli occhi nel vedere costumi cuciti a mano da sarte in stato di grazia, in grado di esaltare la bellezza di chiunque li indossi.

Il secondo è goliardico, le ragazze indossano la divisa da trifolere e con il fedele Tabui sfilano pronte per partire alla cerca del prezioso fungo ipogeo.

Il terzo è quello dell’eleganza con la sfilata in abito da sera lungo fino ai piedi con abiti di alta sartoria scelti da Sete di Jaipur.

Nel frattempo, le ragazze si raccontano e raccontano il meglio di un mondo giovanile di cui si parla sempre con sospetto e che invece vede giovani di diciotto o vent’anni con il sogno di diventare maestre d’asilo o di lavorare nel mondo della disabilità o ancora di prendere in mano l’azienda di famiglia diventando produttrici di vino.


Nessuna di loro vuole intraprendere una carriera nella moda, per tutte loro la Bela Trifolera rappresenta l’occasione per vivere una giornata diversa dalle altre, per fare nuove amicizie e per parlare per la prima volta in pubblico o ai microfoni di Radio Alba.

Per alcune di loro è stato anche un modo per uscire dal guscio sentendosi belle e osservate in una società che spesso le fa sentire brutte e sbagliate.

Una femminista convinta come la nostra Antonella Levi non avrebbe mai approvato una manifestazione che non fosse sobria, elegante come la Bela Trifolera.

Concludo dicendo che resto fermamente convinto che i concorsi che mettono in mostra i corpi siano da superare, mentre una manifestazione come la Bela Trifolera che al centro mette le storie, i sorrisi, ma anche l’impegno e la grande passione dei borghi vada salvata e tutelata.

P.s. sono convinto anche che chi oggi sta criticando la Bela Trifolera ieri non fosse in piazza, chi c’era capirà benissimo il senso di tutto quello che ho scritto.

Buona domenica dal vostro Farinél.

Marcello Pasquero

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