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Schegge di Luce | 30 aprile 2023, 08:21

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi delle Sorelle Clarisse di Bra

Commento del Vangelo della Messa del 30 aprile, IV domenica di Pasqua

“Gesù buon pastore”, mosaico realizzato dal Centro Aletti di padre Marco Rupnik

“Gesù buon pastore”, mosaico realizzato dal Centro Aletti di padre Marco Rupnik

In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.

Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».

Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.

Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,1-10).


Il 30 aprile, la Chiesa celebra la IV domenica di Pasqua (anno A, colore liturgico bianco).

A commentare il Vangelo della Santa Messa sono le Sorelle Clarisse di Bra.

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella loro riflessione per “Schegge di Luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole che sono come scintille per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Eccolo, il commento.

Ed eccoci alla Domenica del “Buon Pastore”, un’immagine di Gesù che ci è cara, per quanto lontana dal nostro vivere quotidiano. Del resto, veramente pochi di noi potrebbero testimoniare di conoscere la durezza della vita del pastore, i pericoli che corre per difendere il gregge da eventuali briganti. Eppure quanto è evocativa l’immagine del Pastore che conosce le Sue pecore una ad una ed esse riconoscono la Sua voce. Un’immagine questa che svela quel bisogno assoluto che abita gli abissi del cuore umano: sentirsi conosciuti, chiamati per nome e dunque amati. Chi chiama… ama!

«Io sono il Buon Pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me». Una conoscenza, quella del Pastore e delle pecore, che non avviene a livello cognitivo e razionale, ma esperienziale. C’è un legame stretto tra il Pastore e le pecore, un legame di reciproca conoscenza, amore e appartenenza. Tutto viene vissuto sul piano della relazione, una relazione intessuta momento dopo momento, attraverso la frequenza costante, la voce, l’affetto, la dedizione.

Le pecore, potremmo dire, sentono sulla loro pelle tutta questa vita donata loro, che si spezza in tempo “perso”, in energie spese, in pericoli superati e sarà proprio attraverso questa vita che viene loro trasmesso l’amore del pastore, amore non pensato né ragionato, ma molto concreto. Da qui le pecore conoscono quella voce, unica, inconfondibile, sicura e tanto desiderata.

Un’altra immagine a noi certamente più familiare, e altrettanto eloquente, è quella di un neonato che “conosce” la voce della propria madre tra cento voci. Qui il richiamo di papa Francesco ai pastori, è consequenziale. Guai se un pastore non ha l’odore delle sue pecore: come si può pensare di guidare sui sentieri della vita se manca un frequentarsi reciproco che coinvolge tutto di noi, testa cuore, mente, volontà…

Forse la nostra testimonianza cristiana si traduce poco nella concretezza della vita, perché la nostra fede è ancora troppo cerebrale e poco esistenziale. La fede è soprattutto relazione vitale con Dio, un Dio che nel Vangelo di oggi ci chiede di ascoltare la sua voce: un invito che verrà ripreso anche in questa domenica in cui, con Gesù Pastore, pregheremo per le vocazioni, accogliendo l’invito di Gesù: «Pregate il padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe».

Silvia Gullino

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