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Attualità | 02 febbraio 2021, 14:25

Vaccino Covid: i tagli di Pfizer frenano la campagna dell'Asl Cn2

La riduzione nei quantitativi in arrivo dal Belgio minaccia complicazioni sui richiami. Il direttore generale Veglio: "Al traguardo della prima fase mancano ancora almeno 1.500 persone"

Il V-Day dello scorso 27 dicembre a Rodello (Foto di Barbara Guazzone)

Il V-Day dello scorso 27 dicembre a Rodello (Foto di Barbara Guazzone)

Per il momento si naviga a vista. In attesa del cambio di passo appena annunciato da Ursula von der Leyen (alla luce delle autorizzazioni in arrivo per nuovi farmaci, per il presidente della Commissione Europea è ragionevole l’obiettivo del 70% dei cittadini europei vaccinati entro l’estate), anche nella nostra regione la campagna per la somministrazione dei vaccini contro il Covid-19 prosegue frenata dalle riduzione nelle consegne da parte di Pfizer e nella partenza lenta di Moderna, il secondo farmaco ad avere il via libera alla distribuzione da parte di Ema e Aifa.

Se del secondo le prime 400 dosi sono giunte ieri a Verduno, oggi (martedì 2 febbraio) nella farmacia al terzo piano del nuovo ospedale di Alba e Bra è atteso l’arrivo della nuova fornitura settimanale – la prima delle quattro attese in febbraio – del ritrovato prodotto in Belgio, oggetto nelle ultime settimane di tagli alla distribuzione accolti non senza polemiche in tutta Europa.  

"Oltre alla riduzione dei quantitativi – ci spiegava ieri sera il direttore generale dell’azienda sanitaria Masssimo Veglio – il problema è anche quello che Pfizer decide in modo autonomo la ripartizione delle dosi da recapitare. Questo ha creato grosse problematiche tra regioni e regioni, con alcune più penalizzate di altre dai tagli, ma anche tra singole Asl, soprattutto considerata l’esigenza di provvedere ai richiami da somministrare entro 21 giorni dalla prima dose. Domani (oggi, ndr) scopriremo quante dosi ci saranno arrivate. Se ci verranno recapitati due vassoi, ne avremo a sufficienza per rimanere in pari coi richiami da fare a chi ha già avuto la prima inoculazione. Se invece ne dovesse arrivarne uno soltanto, dovremo rivolgerci alla Regione affinché organizzi una compensazione con qualche altra azienda sanitaria o ospedale che sia magari più indietro rispetto a noi nelle prime inoculazioni".

Intanto, come detto, ieri al "Michele e Pietro Ferrero" sono arrivate le prime dosi di Moderna: ancora molto poche, destinate a venire integrate con nuove consegne tra l’8 e il 22 febbraio.

Per quanto riguarda invece AstraZeneca, terzo vaccino finora autorizzato in Europa, domenica la Regione aveva fatto sapere che la consegna delle prime 428.440 dosi in Italia è prevista nella settimana dall’8 al 14 febbraio. "Resta da sciogliere però – si faceva sapere da Torino –, la questione del criterio sulla base del quale distribuire le dosi tra le Regioni, se in base alla popolazione generale (in questo caso al Piemonte spetterebbe il 7-8%) o rapportandolo alla quota di anziani. Di questo si discuterà in un incontro tra il Governo e le Regioni in programma nei prossimi giorni".

AstraZeneca complicherà ancora un quadro già molto articolato, visto che, come noto, il suo farmaco è raccomandato a soggetti al di sotto dei 55 anni.

Di certo c’è comunque che per il passaggio alla vaccinazione degli ultra80enni, la categoria con la quale la campagna organizzata dal Ministero della Salute dovrà proseguire una volta terminata quella riguardante gli operatori del comparto sanità e le Rsa, non si parlerà prima del mese di marzo, come spiegato proprio oggi dal governatore Cirio.

La riprova nei numeri della nostra Asl. Martedì scorso la Cn2 aveva ricevuto complessivamente 8.008 dosi del farmaco Pfizer-BioNTech, con le quali ha finora vaccinato circa 5mila persone, oltre la metà delle quali già sottoposta a richiamo.
Ma la platea complessiva di quanti, nel solo nostro territorio, rientrano nella prima fase della campagna (oltre a ospiti e personale delle Rsa ne fanno parte tutti gli operatori 'nella sanità', e quindi non solo medici, infermieri e Oss ospedalieri, ma anche amministrativi, addetti alle cucine, manutentori, personale dei Cup e dei distretti territoriali, etc) è composta da circa 8mila persone. Per cui, anche ipotizzando una decisa ripartenza nelle consegne, per terminare l’opera servirà ancora tempo.

 "Purtroppo – aggiunge Veglio – la riduzione nei quantitativi ci ha costretto a rallentare, tant’è che abbiamo dovuto rinviare la somministrazione a circa 600 persone già prenotate. Ipotizzando una copertura vaccinale dell’80% diciamo che al traguardo della 'fase uno' mancherebbe ancora 1.500 persone".

"Al momento - continua il direttore generale –, le modalità con le quali passeremo a vaccinare gli ultra80enni non sono ancora note, per cui invitiamo privati e famiglie a non intasare i centralini dell’Asl o dei medici di famiglia alla ricerca di informazioni. Non appena definite, l’azienda sanitaria renderà note le modalità con le quali le prossime categorie potranno accedere al vaccino".

Ezio Massucco

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