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Politica | 18 dicembre 2025, 19:45

Bilancio di previsione, ad Alba la minoranza all’attacco: “Poche idee e nessuna visione"

Il consigliere Emanuele Bolla: "Le nostre proposte restano sempre inascoltate”

Il consigliere Emanuele Bolla

Il consigliere Emanuele Bolla

Domani il Consiglio comunale di Alba sarà chiamato ad approvare il bilancio di previsione. Un passaggio centrale per l’indirizzo politico della città, che però, secondo la minoranza, non restituisce una prospettiva chiara sul futuro. A dirlo è il consigliere Emanuele Bolla, che contesta l’impianto complessivo del documento, giudicato povero di scelte strategiche e di risposte concrete ai nodi più sentiti.

“Il bilancio è un atto politico di indirizzo, ma qui non si vede una visione di lungo periodo”, osserva Bolla. “Si procede a vista, senza una rotta precisa. Si parla molto di arte contemporanea, ma senza risorse dedicate e con una spinta che arriva più dall’esterno che dall’interno dell’amministrazione. Resta una narrazione artificiale, più che un progetto di città capace di coinvolgere davvero gli albesi”.

Uno dei punti più critici riguarda il tema della casa e delle politiche giovanili, due ambiti sui quali, secondo la minoranza, le aspettative sono rimaste disattese. “Sul disagio abitativo la città chiede risposte e decisioni, ma il bilancio racconta dei vuoti”, spiega Bolla. “Nel 2025 erano state previste risorse per studiare il problema, ma 34 mila euro sono andati persi. Nel 2026 quelle risorse spariscono del tutto”.

Anche sul fronte giovani, il giudizio è netto. “Manca la sostanza. Servono spazi e progetti veri, con budget dedicati, non un protagonismo ridotto a fare manodopera occasionale durante gli eventi. Se l’idea è solo utilizzare i giovani per raccogliere la spazzatura, noi non ci stiamo. Occorre investire seriamente”.

Nel mirino finisce anche il metodo di lavoro della Giunta, che secondo Bolla produce errori e correzioni tardive. “Il caso del MUDET è emblematico”, sottolinea. “Nel 2026 rischiamo un Museo del Tartufo a singhiozzo, con chiusure e incertezze. La Giunta corre senza confronto e considera la minoranza un fastidio più che un interlocutore istituzionale”.

Eppure, aggiunge il consigliere, “i fatti dimostrano che quando si ascolta la minoranza le soluzioni arrivano: per evitare un buco da circa 50 mila euro si è fatto esattamente ciò che avevamo indicato noi, trattenendo parte dei biglietti”.

Il nuovo appalto rifiuti sarà la prova vera: la città si aspetta un salto di qualità sul decoro. “Cavallo è preparato, ma serve una spinta politica proattiva e collettiva: la maggioranza non può chiedergli di caricarsi del problema tutto da solo”, osserva Bolla, sottolineando la necessità di un indirizzo politico chiaro che accompagni il lavoro tecnico.

Nei quartieri, secondo il consigliere di minoranza, dopo 18 mesi non si vedono risultati a bilancio. La “giunta nei quartieri” è stata più una vetrina di promozione della Giunta che uno strumento operativo. “Non si è mai deliberato: non era una giunta, ma una passerella”, afferma, collegando il tema a un metodo di governo che privilegia l’immagine rispetto alla concretezza.

Il bilancio, in questa lettura, svela un’identità politica più attenta alle fotografie che alla costruzione di un’iniziativa corale capace di coinvolgere realmente il Consiglio comunale, con il risultato che anche gli assessorati più orientati alla progettualità finiscono fagocitati da un’impostazione che guarda più all’apparenza che ai contenuti.

Da qui l’appello finale. “Il sindaco apra finalmente al contributo della minoranza, superando l’idea che dall’altra parte ci sia solo chi vuole distruggere”, conclude Bolla. “Noi vogliamo costruire una città migliore, ma fino a oggi non siamo mai stati ascoltati”.

redazione

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