Riproponiamo qui uno degli articoli più letti della settimana appena conclusa, pubblicato giovedì 6 novembre.
Il settore dei saloni di bellezza – che include attività come quelle di parrucchieri e barbieri – è al centro di una proposta legislativa che punta a riformare profondamente le modalità di accesso e di esercizio. La proposta, presentata alla Camera dei Deputati da deputati del partito Lega – Salvini Premier, mira a limitare il rilascio di nuove licenze e introdurre controlli più rigidi per contrastare ciò che viene definita una “liberalizzazione indiscriminata”.
Secondo i promotori, la ragione principale alla base della riforma è l'“offerta sovrabbondante” di parrucchieri e barbieri in alcune aree urbane, che a loro dire comprometterebbe la redditività delle singole attività e la qualità del servizio offerto.  Si vuole quindi favorire la concorrenza leale, garantire equilibrio territoriale dell’offerta e incentivare la professionalità e l’innovazione.
Venendo ai numeri della nostra provincia, secondo fonti Confartigianato, a Cuneo si contano 140 tra parrucchieri e barbieri, su una popolazione di circa 56mila abitanti. Insomma, 2,5 negozi ogni mille.
Una media decisamente maggiore rispetto a quella nazionale, che è di 1,5 parrucchieri e barbieri ogni 1000 abitanti. Sono infatti circa 90mila totali su una popolazione di 56 milioni.
Anche l'intera provincia supera la media nazionale. Con 1.100 esercizi, è infatti di 1,9 attività.
Stando a questi numeri, il disegno di legge prevede che il ministero competente – ovvero il Ministero delle Imprese e del Made in Italy – dovrà stabilire, d’intesa con Regioni e associazioni di categoria, un numero massimo di nuove abilitazioni (licenze) per parrucchieri, barbieri e centri acconciatura che ogni Comune potrà rilasciare annualmente nei prossimi cinque anni.
Il calcolo dovrebbe tenere conto della densità di esercizi già presenti sul territorio comunale, della popolazione residente e del flusso turistico. Per il rilascio si prevedono criteri quali formazione professionale, esperienza documentata, grado di innovazione e specializzazione del servizio.
E si punta anche ad un piano di riduzione di quelli esistenti. Previste sanzioni per l’esercizio abusivo dell’attività senza abilitazione: da un minimo di 5.000 euro fino a 50.000 euro, con possibile chiusura d’ufficio e divieto di esercitare per cinque anni in caso di recidiva.
Difficile non pensare che le associazioni siano sul piede di guerra, pronte a dare battaglia.
Anche perché la vera concorrenza è quella degli abusivi, di chi lavora in casa. Applicando prezzi ovviamente più bassi e senza dare alcuna garanzia.
Per ora è una proposta, ma è indubbio che segnerebbe un nuovo corso rispetto al mercato attuale, liberalizzato nel 2006 con la Legge Bersani, che eliminò le quote che regolamentavano la concessione delle licenze.
Oggi basta avere la qualifica professionale e così, anche solo girando per le vie del centro di Cuneo, ci si può imbattere in una decina di saloni distribuiti in poche strade.
Cuneo, appunto, è ben sopra la media nazionale.
Tra parucchieri e barbieri, ce ne sono davvero tanti. Eppure, per una piega dell'ultimo minuto, trovare un "buco" è quasi impossibile...














