I fatti di Parma, dove i giovani di Gioventù Nazionale, si sono abbandonati a cori fascisti celebrando il duce nella sede di FdI, suscitano reazioni opposte nel Cuneese anche nell’ambito della stessa destra.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto, già sindaco di Marene e co-fondatore di FdI, non ha dubbi: “Vanno presi a pedate e messi alla porta”.

(Sopra Giovanni Caligaris, del circolo saluzzese di Gioventù Nazionale, col ministro della Difesa Guido Crosetto)
Il circolo saluzzese, guidato dal liceale Giovanni Caligaris (ultimamente sempre sulla scena), fa proprie le parole del ministro sostenendo che “inni e cori che rievocano un oscuro passato non hanno nulla a che fare con gli ideali di Fratelli d’Italia e di Gioventù Nazionale”.
“Noi siamo ispirati da valori di libertà, non da estremismi beceri e illiberali: condanniamo con forza - affermano il coordinatore cittadino del gruppo Matteo Peirone, il segretario cittadino Giovanni Caligaris e il vicesegretario cittadino Virgilio Monge - queste azioni che minano le fondamenta del nostro partito e ci auguriamo che non accadano mai più".
Un pronunciamento che non è piaciuto al patriarca della destra cuneese, Paolo Chiarenza, il quale, andando dritto al punto, è convinto che “un bel tacere non fu mai scritto”.

(Nella foto sopra Paolo Chiarenza)
Chiarenza redarguisce così i “Fratellini” saluzzesi:
“Questo bisogno di paventare in provincia di Cuneo ‘estremismi beceri e illiberali’ è evidentemente ispirato dalla volontà di mettersi in gara con gli antifascisti nostrani nella speranza di avere – mi ricorda Fini – riconoscimenti e patenti varie, tali da provocare magari consensi fra i saluzzesi, nonché l’adesione di giovani che preferiscono invece le più chiare e attive sponde di Forza Italia e della Lega”.
Se colui che, a 85 anni, ancora vuole tenere accesa la fiamma rimbrotta i ragazzi, rimproverando loro “intelligenza con nemico”, non risparmia neppure una puntura allo stesso ministro.
“Sul ‘fattaccio’ di Parma – scrive ancora Chiarenza - non meraviglia che la grande stampa sia corsa a cercare la dichiarazione di condanna del ministro Crosetto, notoriamente fra i più accesi antifascisti del centrodestra. Quello che meraviglia è che taluni giovani di Saluzzo si siano fatti vivi per la prima volta sull’arengo politico locale per dare fiato ai soliti ululati del sinistra-centro e all’Anpi, che pretendono anche su questo caso che la presidente Meloni riferisca in Parlamento”.
Chiarenza li bacchetta con severità: “Questi giovani, che saranno futura classe dirigente, non sono stati istruiti ad occuparsi dei grossi temi di attualità che riguardano la nostra provincia, figurarsi quanto sanno anche del recente passato. Nella gara (a vuoto) di chi sono i migliori guardiani dell’ antifascismo a 80 anni dalla fine del fascismo, consigliamo di cogliere almeno l’occasione di farsi vivi nella cronaca col celebrare doverosamente l’anniversario del 4 Novembre, Festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate. Questo come esponenti di centrodestra si può e si deve fare”.
Come si può constatare, si tratta di qualcosa di più di un semplice scappellotto di un “vecchio zio”, perché – ancora una volta – il caso mette in luce la difficile coabitazione sotto lo stesso tetto delle due anime presenti in Fratelli d’Italia anche in provincia di Cuneo.
Una situazione che si trascina da due anni, dal congresso provinciale del 25 novembre 2023 alla quale nessuno ha saputo (o voluto/potuto) dare risposte.














