L’ultimo episodio di violenza nei confronti dell’allora compagna risalirebbe a una sera del settembre 2022, quando lui, dopo aver lanciato un vasetto di yogurt addosso alla figlia di otto mesi, colpì la donna con un manico di scopa.
Ma prima di allora, come spiegato dall’ex convivente, lui l’avrebbe picchiata altre volte.
I due monregalesi stavano insieme dall’inizio del 2020 e gli episodi violenti sarebbero iniziati già nell’autunno di quell’anno, per arrivare poi all’aprile 2021, quando lei era incinta della loro bambina. E fu proprio in quell’occasione che la donna si recò a denunciarlo presso la caserma dei Carabinieri di Mondovì.
A riferirlo in tribunale a Cuneo, dove l’uomo deve rispondere di maltrattamenti aggravati, era stato il vicebrigadiere che quel giorno raccolse la testimonianza della donna, registrando come sotto la mascherina lei nascondesse un’abrasione sotto l’occhio e sullo zigomo.
Ma quei litigi, come sostenuto dall’imputato davanti al giudice, sarebbero stati solo verbali.
Secondo la difesa dell’uomo, infatti, “quelle liti di coppia vedevano due personalità forti e contrastanti”. Infatti "le persone sentite riferivano di udire toni accesi anche da parte della donna” e in più, di quegli episodi violenti contestati dalla Procura, non vi sarebbe la traccia in alcun referto medico.
Ma tanto non è bastato per farlo assolvere dall’accusa di maltrattamenti nei confronti dell’ex compagna. Il giudice del tribunale di Cuneo l’ha infatti condannato a 2 anni e 10 mesi di reclusione, oltre a 10mila euro di risarcimento.
“Diceva che era dispiaciuto - aveva spiegato la donna in aula -, diceva anche che sarebbe cambiato. Lo prometteva sempre”.
Dietro quei maltrattamenti si sarebbe celato l’uso di alcol e droga: “Beveva sia a casa che fuori – aveva ricordato lei -, tante volte quando ero presente io in casa, a volte tornavo dal lavoro e lo trovavo sdraiato a terra. Lasciava tracce di polverina bianca. Mi aveva detto che faceva uso di cocaina, ma poi aveva iniziato a dire che ero fissata. Gli dissi che avevamo bisogno di aiuto, ma lui rifiutò sia l’aiuto di un prete mio conoscente sia quello dello psicologo da cui mi ero resa disponibile ad accompagnarlo. Quando beveva mi insultava, diceva che non valevo niente e che ero stato un ripiego dopo la sua ex”.
“Ho fatto due o tre volte l’esame del capello - aveva ribattuto lui -, al lavoro fanno alcol test e test antidroga”.
Dopo la litigata del settembre 2022, poi, la donna si convinse e lo denunciò. Ma lui, di contro, ha negato ogni addebito. Quei lividi notati del vicebrigadiere, in realtà, altro non sarebbero stati che la conseguenza di una caduta accidentale: “Le avevo dato un pizzicotto sul gluteo per scherzare - si era giustificato - quella sera avevamo anche un po’ bevuto: lei è andata fuori di testa, ha inciampato e se l’è presa con me”.
Quanto all’episodio del 2022, nessuna violenza ci sarebbe mai stata: sarebbe stata lei a colpire lui. “Lei ha sbattuto sul tavolo una racchetta anti-zanzare e si è provocata qualche graffietto, agitandola”. "Ma qual è allora il motivo di tutte quelle accuse false?", gli ha chiesto il pubblico ministero. “Avevamo una bella casa, con bei mobili, che è rimasta a me: nel momento in cui ha deciso di chiudere la storia me la voleva far pagare”, la sua risposta.