La notizia dell’elezione di papa Wojtyla, nell’ ottobre del 1978, impiegò più di tre giorni per arrivare in tutto il mondo, per raggiungere anche i villaggi più sperduti della Foresta Amazzonica, dell’Africa o dell’Oceania.
Internet non era ancora a disposizione e a portata di mano per tutti.
La notizia della morte di Papa Francesco, invece, in meno di 30 secondi è arrivata in ogni angolo del pianeta.
Ecco come è cambiato il mondo della comunicazione globale, ovunque. Questo significa che oggi siamo più informati? Che siamo più liberi? Domande che mi girano per la testa in questa che è la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa.
Ogni anno ci si interroga sulla questione, si stilano classifiche per dire quali sono i Paesi più liberi, quelli dove circolano più facilmente le notizie, aggirando censure, divieti, blocchi dell’informazione. E anche in questi giorni ne sentiremo di tutti i colori.
Ma al di là delle solite considerazioni (chi è governa la comunicazione, come difenderci dai Big Data, chi difende la nostra privacy, come riconoscere le fake news, ecc..) c’è una questione che oggi mi sta particolarmente a cuore: come attrezzarci ed essere preparati di fronte all’espandersi dell’Intelligenza Artificiale. Oggi, grazie all’ AI, è possibile campionare voci, modificare video e foto, creare dal nulla una notizia assolutamente verosimile…Altro che fake news…Tutto questo sembra accadere fra l’indifferenza generale, i governi paiono inermi. Nulla più che dichiarazioni di allarme e inviti a regolamentare il settore: ma chi deve farlo? A quali costi?
La vera libertà di stampa, ora, deve competere con la tecnologia che avanza sempre più velocemente