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Economia | 27 novembre 2024, 14:30

Diageo, i sindacati sul piede di guerra: "Qui durante il Covid si lavorava, adesso se lo dimenticano" [VIDEO]

"Piano piano hanno svuotato lo stabilimento. Insieme ai dipendenti qui ci sono anche le persone delle mense e delle pulizie, arriveremo a 400 persone, ricollocarle non sarà facile"

Da sinistra Sasia, Battaglino e Bastardi

Da sinistra Sasia, Battaglino e Bastardi

"Oggi nello stabilimento si sarebbero dovute tenere le assemblee sindacali a fronte dell'informativa aziendale tenuta il 19 novembre. In otto giorni abbiamo avuto una caduta verticale nelle valutazioni di questa multinazionale, che non si rende conto del disastro sociale che porterà su questo territorio".

Così il segretario provinciale della Fai Cisl Antonio Bastardi (foto sotto) ha aperto il presidio tenuto oggi davanti allo stabilimento industriale di Santa Vittoria d’Alba, primo atto delle otto ore di sciopero per turno convocate ieri dai sindacati del comparto alimentare dopo la riunione d’urgenza con la quale, in videoconferenza, i vertici della multinazionale britannica, leader mondiale degli spirit con un fatturato globale superiore da 20,3 miliardi di euro (dato 2023, in calo dell’1,3%), hanno comunicato loro la fine dell’avventura imprenditoriale avviata nel 1999 nello storico impianto ex Cinzano, con lo "spezzatino" fatto della storica industria spumantiera, il cui marchio venne venduto alla Campari dopo essere passato dall'orbita Fiat, mentre nel sito fondato alle porte di Alba dai conti Marone rimase il gruppo nato a Londra nel 1997 dalla fusione tra la britannica Grand Metropolitan e la scozzese Guinness Plc, tra le cento aziende maggiormente capitalizzate alla Borsa di Londra, conosciuta nel mondo per la proprietà di oltre 200 conosciutissimi brand come quelli della vodka Smirnoff, dei gin Gordon’s e Tanqueray, del whisky Johnnie Walker, solo per citarne alcuni.

Un fulmine a ciel sereno, si è ripetuto in queste ore, anche se qualche segnale negli ultimi mesi non era mancano. Lo ha spiegato lo stesso Bastardi: "L’avevamo visto nell'ultimo anno e mezzo, prima la vendita del marchio Picon, poi quella del rum Pampero. Poi le 1,5 milioni di lattine che se ne vanno verso i siti inglesi: l’hanno svuotata piano piano, la fabbrica. Ora vogliono lasciare a casa 349 persone, uomini e donne di questo territorio. Ma questo questo è stato un impianto che per tre anni ha vinto il premio come migliore stabilimento della Diageo. Eravamo uno stabilimento strategico del gruppo, ora siamo diventati una ruota di scorta".

A fargli eco Alberto Battaglino (Uila Uil): "L’impressione è che questo stabilimento venga spento poco per volta. Questo è il disegno delle multinazionali, che dove c'è la convenienza si rimane, ma dove non c'è scappiamo e torniamo a casa. Questo non possiamo permetterlo. Non dimentichiamo che insieme ai dipendenti qui ci sono anche le persone delle mense e delle pulizie, arriveremo a 400 persone, ricollocarle non sarà facile. Questo è un colpo, un colpo che non sarà facile assorbire per questa provincia".

GLI INTERVENTI [VIDEO]

Loredana Sasia (Flai Cgil, fotto sotto): "Quella di questa mattina è soltanto la prima della tante iniziative che metteremo in campo coinvolgendo le istituzioni. Alle quali chiediamo di intervenire con tavoli provinciali e regionali, con interpellanze e interrogazioni capaci di arrivare al Governo e di coinvolgerlo". Parlando della scelta aziendale Sasia condanna una logica "puramente tesa al profitto": "Semplicemente vogliono spostare le produzioni dove guadagnano di più, dove sono vicini ai loro mercati. Incuranti delle ricadute che qui toccheranno lavoratori e famiglie. Ricordiamolo a questa azienda che quando c'era il Covid qui si lavorava e si è contributo a lavorare e a produrre, adesso se lo dimenticano. Noi questi posti di lavoro li difenderemo mettendo in campo tutte le azioni che saranno necessarie per difendere l'occupazione".

Ezio Massucco

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