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Farinél | 08 ottobre 2023, 14:44

Farinèl/ “Ogni euro di tartufo lamellato crea un indotto turistico di venti euro”

Al via la Fiera Internazionale del tartufo numero 93 con il taglio del nastro ad opera del Ministro della difesa Guido Crosetto. La città da subito invasa da turisti, ma al momento i tartufi sono pochi, a causa dell’autunno più caldo degli ultimi decenni

Farinèl/ “Ogni euro di tartufo lamellato crea un indotto turistico di venti euro”

Lo ripeto sempre in questa rubrica a cui sono particolarmente affezionato, e non sarà mai abbastanza: il primo a capire che il tartufo potesse diventare uno straordinario veicolo di turismo fu Giacomo Morra. È utile partire sempre dalle basi, perché senza la sua intuizione di chiamare il tartufo bianco della sua terra, allora venduto al prezzo delle patate, “Bianco d’Alba”, oggi non saremmo qui a raccontare che quella terra è passata dalla Malora al benessere.

Come ci riuscì quell’uomo nato in una poverissima famiglia di La Morra? Con tecniche di marketing innovative ancora oggi e seguendo i passi dei francesi maestri nella promozione delle eccellenze enogastronomiche grazie all’arte dello storytelling.

Non è un caso che nel 1929 il geniale Giacomo lanciando la prima Fiera del tartufo bianco di Alba avesse ideato lo slogan “Il più Perigordino dei tartufi italiani” capendo che per sfondare con quel prodotto allora bistrattato occorresse ispirarsi al tartufo più caro sul mercato, senza però peccare di presunzione nei confronti dei cugini d’Oltralpe.

Fu un grande successo, il bianco d’Alba, che allora veniva svenduto al prezzo delle patate, venne battuto a un quinto del prezzo del tartufo del Perigord e tutti acclamarono il geniale Giacomo. Oggi il rapporto è di 700 euro al kg contro 5.000-6.000 euro al kg. A favore del tartufo albese.

Le prime edizioni della Fiera del tartufo duravano pochi giorni e si tenevano a novembre perché prima, allora come oggi, anzi, oggi più di allora, trovare tartufi risulta complicato.

Sappiamo che la ricetta il formarsi del prezioso fungo ipogeo è semplice: pioggia e temperature notturne basse vicine allo zero.

Se la pioggia quest’anno, a differenza delle scorse annate, è scesa nei momenti giusti e in modo particolare a fine agosto, così non si può dire delle temperature.

L’inaugurazione della Fiera venerdì 6 ottobre in giornate con picchi di 29 gradi ci fa capire che il calendario della manifestazione va sicuramente rivisto alla luce della crisi climatica mondiale. Sono prima di tutto i trifolao a chiederlo e in secondo luogo, anche se non lo sanno, i turisti, che fino a inizio novembre si trovano costretti a degustare mediamente tartufi di bassa qualità e di piccole dimensioni a prezzi molto elevati.

Ci sta sicuramente pensando l’Ente Fiera, che deve tenere in considerazione molti fattori, ma uno slittamento della manifestazione alla seconda metà di ottobre arrivando quasi fino a Natale non potrà che portare bene a tutto il movimento destinando l’inizio autunno agli eventi del folklore dei borghi che hanno anch’essi un grande richiamo sui turisti.

La prima considerazione riguarda, infatti, e non può essere altrimenti, i turisti che, però, vanno aiutati e instradati a richiedere il tartufo da novembre fino a Natale, e oltre, perché il tartufo bianco è buonissimo anche a gennaio. Con un cambio di paradigma anche il mese solitamente meno turistico: gennaio, potrebbe diventare un mese di punta.

E attenti ad avere la puzza sotto il naso o a liquidare questi discorsi con un “Chi se ne frega dei turisti”, perché il turismo sul nostro territorio è diventato il primo datore di lavoro, pensateci, tutti abbiamo un cugino, un amico, un nipote, un parente che lavora direttamente o indirettamente nel settore turistico.

Ancora oggi raccogliamo i frutti dell’intuizione di Giacomo Morra. Il centro studi nazionale tartufo ha stimato che per ogni 50 euro di tartufo lamellato in Langhe e Roero si crei un indotto turistico sul territorio di oltre 1.000 euro.

Nel 2022 su 600 mila arrivi nell’Atl che oggi comprende anche il Monferrato, oltre 150 mila sono stati concentrati nei mesi autunnali. Nella sola città di Alba l’autunno vale circa il 30% dei 100 mila arrivi dello scorso anno.

L’autunno finisce il 21 dicembre, però, l’orizzonte possibile per la Fiera internazionale del tartufo e il consiglio che mi sento di dare per un futuro con una Fiera del tartufo ricca di tartufi. Per tutto il resto del tempo avremo il bellissimo Mudet che inaugurerà venerdì 13 ottobre e che potrà portare a un nuovo modo di vedere il mondo del tuber magnatum pico, specie quando il tuber magnatum pico non può essere cercato.

Marcello Pasquero

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