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Curiosità | 26 giugno 2023, 13:00

La Fausto Coppi di due amici con la Graziella: “Non siamo arrivati ultimi. L'obiettivo? Non farci male"

Sono Ivano Camperi e Matteo Bosca. Hanno completato la competizione che si snoda su 111 km e 2.500 metri di quota a bordo della Rolls Royce di Brigitte Bardot: "Il nostro motto: "'tribolare’ insieme, ma senza prenderci troppo sul serio"

La Fausto Coppi di due amici con la Graziella: “Non siamo arrivati ultimi. L'obiettivo? Non farci male"

Centoundici chilometri. In mille duecento e settantuno hanno terminato ieri, domenica 26 giugno, la Mediofondo della Fausto Coppi Officine Mattio, giunta alla sua 34^ edizione. Una corsa che ogni anno raccoglie appassionati delle due ruote da tutto il mondo. E il fatto di avere due ruote è l’unico discrimine per poter partecipare a una delle corse più amate (ma anche più dure) che parte da Piazza Galimberti e si snoda nelle nostre Alpi verso il Fuaniera, il Colle di Marco Pantani. 

Ed allora sembra del tutto normale (ma non lo è) vedere ai nastri di partenza della gara due persone a bordo della “Graziella”, la celebre bicicletta pieghevole disegnata da Rinaldo Donzelli, la Rolls Royce di Brigitte Bardot, status symbol del boom economico italiano, un po’ come lo fu la Vespa. 

Una bici come un’altra non fosse che la sua livrea non sia stata studiata per i 2.500 metri di dislivello. Ma con spirito non competitivo ci hanno voluto provare Ivano Camperi, 40 anni, di Fossano e Matteo Bosca, 30 anni, di Bene Vagienna. 

Sono due amici che da qualche anno intraprendono dei viaggi estivi a bordo della bici italiana per antonomasia. Partiti con l’Eroica in Toscana, per poi effettuare il “Corso del Po”, da Pian del Re fino alla foce, attraversando tutta la pianura padana, questa volta hanno scelto di intraprendere per la prima volta una competizione cronometrata. Insieme a loro altri due amici Maurizio Oberti di Fossano, 40 anni, e Mattia Albarello, 32 anni, di Somano. 

“Prima di iscriverci - spiega Matteo Bosca - abbiamo controllato il regolamento. Non c’è un discrimine sulla bicicletta da utilizzare. C’è solo una distinzione tra categorie: muscolare e elettrica. A quel punto ci siamo presentati ieri mattina alle 7 alla partenza con le nostre piccole bici, attirando da subito l’attenzione dei partecipanti.”

“L’obiettivo principale - prosegue il corridore - era quello di non farsi male. In primis nell’affrontare la dura salita verso il Fauniera, che per un buon tratto abbiamo spinto a mano. Ma soprattutto nella discesa: lì abbiamo dovuto attivare la modalità 'Flinstones Style', per evitare cadute.”

“Temevamo di non chiudere nelle dieci ore - spiega - invece siamo arrivati al traguardo tutti e quattro con un tempo di 7.43.06 e addirittura abbiamo lasciato dietro di noi una cinquantina di partecipanti." 

“Lungo il tragitto siamo stati incitati dalle persone presenti sul percorso - conclude - e anche dai corridori. Lo spirito con cui l’abbiamo fatto era assolutamente non competitivo. Facciamo lunghi percorsi, ma non siamo degli invasati. Il nostro motto è: 'tribolare’ insieme, ma senza prenderci troppo sul serio.”

E mentre si chiude l’edizione 34 della Fausto Coppi con queste note di colore, sulla loro prossima “impresa” (leggasi anche “vacanza”) in Graziella non è dato sapere. Commentano con un laconico: “No Spoiler”. 

Daniele Caponnetto

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