Una caccia al tesoro per comprare la Tachipirina. Una ricerca serrata per ottenere uno sciroppo per la tosse. Il Piemonte si ritrova a fare i conti con una carenza improvvisa di medicinali: sono centinaia e centinaia i prodotti che mancano (o sono ridotti all’osso) sugli scaffali delle farmacie.
Un problema non da poco, ma soprattutto di difficile soluzione. Quantomeno immediata. "Prima di ritornare alla normalità potrebbe volerci almeno un anno, forse di più", sentenzia scuro in volto Massimo Mana, presidente di Federfarma Piemonte.
Le cause di questo improvviso esaurimento delle scorte sono molteplici. In primis, vi è un aumento dei consumi di quel tipo di farmaci dovuto all’imperversare di influenza e malattie invernali. Malattie che erano scomparse dai radar per due anni, a causa della pandemia e dell’utilizzo di mascherine, ma che ora sono tornate prepotentemente nella quotidianità dei piemontesi. Il punto è che nel biennio precedente, vista la diminuzione della domanda per farmaci contro l'influenza, le case farmaceutiche ne avevano ridotto la produzione.
Quando un farmaco finisce, la richiesta si sposta immediatamente sul generico, ma anche questo è destinato a durare poco in quanto prodotto in misura decisamente inferiore. Il risultato? "Prima che il meccanismo riparta e qualcuno decida di produrre la quantità che potrebbe servire, il sistema ci mette molto", spiega Mana.
E poi il caro materiali: il vetro delle boccette, le buste d’alluminio, la carta e la plastica. Nella peggiore delle ipotesi il materiale non arriva, nelle migliori il costo è aumentato a dismisura. Come se non bastasse poi, la produzione di principi attivi fondamentali per la composizione dei farmaci è quasi tutta in mano alla Cina e all’India. Paesi che, soprattutto il primo, si sono dotati in questi anni di forti restrizioni.
"Sono poi rallentati enormemente i tempi di trasporto: prima ricevevamo i farmaci in due giorni. Li ordinavamo alle aziende e dopo 48 ore arrivavano al grossista. Oggi ci vuole un mese", racconta Mana. E le stesse case farmaceutiche si trovano ora in un limbo: ritornare a produrre in maniera massiccia un tipo di farmaco, potrebbe voler dire passare da una carenza a una quantità di invenduto difficile da gestire. Ecco perché, oggi, trovare certi farmaci è impossibile. E potrebbe volerci più di un anno per tornare alla tanto agognata normalità.
"Abbiamo lavorato a fianco dell’Assessorato alla Sanità - ha dichiarato Carla Gaveglio, Direzione Sanità Digitale CSI Piemonte - per realizzare questo importante servizio che agevola davvero la vita del cittadino, garantendo sicurezza e riservatezza dei dati. Questa soluzione si basa sul fascicolo sanitario elettronico attivo in Piemonte per tutti i cittadini che, raccogliendo la storia clinica del paziente e regolandone l’accesso sulla base del suo consenso esplicito, necessita di elevati standard di sicurezza, un tema su cui il Consorzio è impegnato da anni".