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Attualità | 28 gennaio 2021, 17:09

Cherasco, dopo la protesta dei dipendenti prosegue il confronto sulla cucina della casa di riposo

Sindacati ancora perplessi sulla scelta di affidare a un soggetto esterno il servizio di refezione. Ieri un incontro in municipio. Il sindaco cheraschese Carlo Davico: "Scelta ponderata per trovare una soluzione a problemi annosi"

Un momento della protesta andata in scena questa mattina di fronte all'ingresso della struttura

Un momento della protesta andata in scena questa mattina di fronte all'ingresso della struttura

Rimane alta a Cherasco l’attenzione attorno alla scelta della locale casa di riposo di affidare a soggetto terzo la gestione del servizio refezione.
Un passaggio, quello che una quindicina di giorni fa era stato votato con una netta maggioranza dal consiglio di amministrazione della struttura (ne fanno parte tre membri designati dal Comune di Cherasco, due da quello di Narzole e uno ciascuno per le rispettive Parrocchie), che avverrà con la formula dell’affitto di ramo d’azienda, comportando il passaggio, in capo alla cooperativa affidataria, dei quattro dipendenti che finora hanno gestito la preparazione dei pasti per i circa 120 ospiti della residenza.

Proprio dai dipendenti si è levata però una protesta che nei giorni scorsi li aveva già visti restituire all’Amministrazione cittadina il simbolico premio al "Cheraschese dell’anno", attribuito per il 2020 a quanti hanno operato contro il Covid. E che questa mattina, giovedì 28 gennaio, ha visto tre di loro arrivare a incatenarsi al cancello dell’ex Ospedale degli Infermi, tornando a chiedere ai vertici dell'ex Ipab di tornare sui propri passi.

Con loro ai cancelli il segretario provinciale della Funzione Pubblica Uil, Giovanni La Motta, che torna sui temi già sollevati nei giorni scorsi respingendo al mittente le motivazioni che i vertici della struttura avevano illustrato in una nota diffusa nei giorni scorsi. "Ci dicono – esordisce il sindacalista – che affidare all’esterno questo servizio rappresenta una maggiore tutela per i dipendenti, ma davvero non comprendiamo come possa essere così e perché allora questo non viene fatto per tutti gli oltre 70 addetti del ricovero. Piuttosto assistiamo a una discriminazione e a un’azione che va nella direzione contraria a quella fidelizzazione del lavoratore cui ogni azienda dovrebbe tendere. E questo nei confronti di persone che per questa realtà si sono sempre spese, come avvenuto anche durante l’emergenza sanitaria dell’ultimo anno, quando altre strutture vedevano il proprio personale fuggire". Infine il tema dei costi: "O chi si sta assumendo l’onere di farvi fronte è un benefattore, oppure non si capisce come sarà possibile assicurare l’identico servizio e l’identica qualità degli alimenti a un costo che non sia considerevolmente maggiore per la gestione. E allora, di nuovo, dove sarebbe il vantaggio?".  

Temi rispetto ai quali il presidente della struttura Luciano Marengo non ritiene di dover aggiungere nuove argomentazioni: "Non posso che ribadire quelle già espresse nell’ampia comunicazione che la Casa di Riposo ha diffuso nei giorni scorsi. Ci sono state delle criticità, ampiamente sviscerate, e questa ci è parsa la via più opportuna per risolverle. Ora le stesse verranno affrontate nell’ambito del previsto confronto con le parti sociali".

Nella serata di ieri, mercoledì, il tema è stato intanto oggetto di un confronto tenutosi nel municipio cheraschese, presente l’intero consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo, l’Amministrazione di Cherasco col sindaco Carlo Davico e l’intero gruppo di maggioranza, e quella di Narzole, col primo cittadino Paola Sguazzini e il rappresentanti del Consiglio comunale.

"Il consiglio di amministrazione – riferisce Davico – ci ha illustrato le problematiche organizzative che da tempo purtroppo interessano la cucina della casa di riposo. Per superarle il Cda ha ritenuto nella sua autonomia di appoggiarsi a professionisti cui affidare la riorganizzazione del servizio e di farlo con la formula dell’affitto di ramo d’azienda: i pasti continueranno a essere preparati all’interno della struttura, da parte di un soggetto di verificata professionalità, mentre gli attuali dipendenti conserveranno il proprio impiego e inquadramento contrattuale. Si tratta quindi di una soluzione potenzialmente temporanea e della strada probabilmente più indolore per arrivare a fare sì che queste problematiche possano venire risolte e superate, nel primario interesse degli ospiti".

Il primo cittadino cheraschese ricorda poi le importanti iniziative che la casa di riposo, prossima a riguadagnare la certificazione di "covid free" sta intanto assumendo, "come ad esempio la realizzazione di una 'stanza degli abbracci' che a breve consentirà di riprendere in sicurezza le visite coi parenti".

Infine il sindaco Davico ricorda che "oltre 50 dipendenti della struttura hanno già sottoscritto una lettera con la quale ringraziano il Comune di Cherasco per il simbolico premio assegnato loro ed esprimono rammarico per la scelta dei colleghi di volerlo restituire in segno di protesta".

Ezio Massucco

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