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Politica | 29 febbraio 2020, 17:16

Un referendum nell’indifferenza più assoluta

Si vota domenica 29 marzo per confermare o abolire la legge che ha “tagliato” 345 parlamentari. Non è necessario il quorum, elemento che potrebbe determinare sorprese forse non sull’esito finale, ma perlomeno sulle percentuali

Un referendum nell’indifferenza più assoluta

Mancano poco più di tre settimane alla data del referendum per confermare la legge sul taglio dei parlamentari, ma la questione sembra suscitare pressochè nullo  interesse.

Si voterà nella sola giornata di domenica 29 marzo, dalle 7 alle 23.

Questo il quesito che i cittadini elettori  troveranno sulla scheda:

“Approvate il testo della legge costituzionale concernente Modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 12 ottobre 2019?”

Gli elettori dovranno semplicemente barrare il SI o il NO.

Si tratta di referendum confermativo, previsto dall’articolo 138 della Costituzione, per il quale non è previsto il raggiungimento di alcun quorum.

La consultazione popolare dovrà confermare o respingere la riforma voluta principalmente dal Movimento 5 Stelle, ma fatta propria, in sede di votazione parlamentare, da quasi tutti i partiti.

La legge, già approvata, ha eliminato 345 seggi in Parlamento, che risulta, alla luce di questa modifica, composto da 200 senatori e 400 deputati.

Se i cittadini elettori dovessero esprimere un voto contrario si tornerà alla situazione precedente, ovvero 945 parlamentari: 630 deputati e 315 senatori.

L’indifferenza generale potrebbe tuttavia determinare sorprese, non tanto sull’esito finale della consultazione, quanto sulle percentuali.

Lo scarto tra favorevoli e contrari potrebbe (il condizionale è ovviamente d’obbligo) essere meno marcato di quanto si pensasse, dal momento che questi ultimi sembrano, ad oggi, i più motivati a recarsi ai seggi.

Anche in provincia di Cuneo non si registrano prese di posizione di sorta da parte degli esponenti politici di qualsivoglia forza politica.

Come si ricorderà, erano stati proprio i pentastellati a fare della questione del taglio del numero dei parlamentari un loro cavallo di battaglia inducendo poi tutte (o quasi) le altre forze politiche ad adeguarsi.

Tra i parlamentari della provincia di Cuneo, l’unico ad aver sottoscritto la richiesta di referendum è stato il senatore di Forza Italia Marco Perosino, sindaco di Priocca d’Alba.

Oggi il silenzio regna sovrano, a manca come a destra.

GpT

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