Non c'è - al momento - margine per parlare della riapertura h24 del pronto soccorso di Ceva. O meglio, c'è disponibilità al confronto e all'incontro, ma non alla programmazione di una riapertura.
Questo, se non fosse stato sufficientemente chiaro nei vari confronti che si sono susseguiti nel 2025 da Mondovì a Ceva, è quanto è stato ribadito, venerdì 21 novembre a Garessio, nel corso dell'incontro pubblico organizzato dal Co.di.Ce, comitato che da anni vigila sul nosocomio cebano, con la Croce Bianca di Ceva e la sezione locale della Federconsumatori.


Gremita di cittadini e amministratori la sala della Casa dell'Amicizia, che ha ospitato l'incontro, con domande da parte dei cittadini e interventi dell'assessore alla Sanità, Federico Riboldi. Per la Regione sono intervenuti anche i consiglieri Federica Barbero, Giulia Marro e Mauro Calderoni.

Ad accogliere i presente il sindaco di Garessio, Luciano Sciandra, che da tempo si batte e partecipa agli incontri per la sanità sul territorio: "Da noi - aveva ricordato lo scorso giugno - un grande servizio è offerto dai volontari di associazione come l'Auser, ma sull’ospedale di Ceva è fondamentale il servizio del pronto soccorso. Spero che ci sia la volontà di mantenere il pronto soccorso attivo, importante per i comuni di valle che hanno distanze chilometriche importanti, così è importante il presidio del 118 a Garessio, che speriamo non sia messo in discussione. Vorremmo questa garanzia, non ragioniamo con i numeri per salvare una vita, chiediamo di mantenere questi presidi per il territorio. La sanità è un servizio fondamentale”.
"Un punto è chiaro: la distanza tra la nostra posizione circa l’apertura del Pronto Soccorso H24 e quella della Regione al riguardo - dicono dal Co.di.Ce. a margine dell'incontro -. Pur apprezzando la chiarezza delle parole dell’Assessore Riboldi, confermiamo in pieno la nostra richiesta, motivata dalla imprescindibile esigenza di preservare un presidio sanitario strategico per le acuzie in un territorio che altrimenti non avrebbe altri punti di riferimento. Tale richiesta ci risulta peraltro condivisa dai due consiglieri regionali di minoranza presenti all’incontro, Giulia Marro e Mauro Calderoni".
"Restiamo, inoltre, fermamente convinti che debba essere preservato e, semmai, potenziato il ruolo dell’Ospedale di Ceva quale Ospedale di Area Disagiata: si tratta di un riconoscimento “politico” prima ancora che tecnico, dovuto al fatto che, per questa struttura, non si possono applicare rigidamente gli standard ordinari della sanità, ma si deve tenere conto della realtà concreta del territorio. Ricordiamo, fra i vari elementi, la forte distanza dagli altri Ospedali sede di DEA (Mondovì e Savona), la difficile viabilità, le condizioni meteorologiche spesso avverse. Basta quest’ultima osservazione per far comprendere, ad esempio, i limiti del servizio dell’Elisoccorso" - aggiungono dal comitato -. Per queste ragioni, abbiamo chiesto alla politica, e torniamo a chiedere in questa sede, il coraggio di soluzioni innovative, che vadano al di là di quanto finora avvenuto: è essenziale, a nostro avviso, l’avvio di un dialogo con la Regione Liguria, con la finalità di un’intesa che, prenda atto del fatto che una parte del bacino di utenza dell’Ospedale di Ceva si trova in territorio ligure e che quindi è ampiamente giustificato un intervento congiunto di entrambe le Regioni a supporto della struttura ospedaliera cebana".
Il territorio si sente depauperato, messo ai margini, e come dar torto ai cittadini che, negli anni, si sono visti privare dei servizi? Non parliamo solo della sanità, ma anche di servizi come i trasporti, ma non sempre si può tornare indietro schioccando le dita. E questo è un dato di fatto con cui fare i conti.
"È inutile fare promesse, bisogna dire le cose come stanno - ha evidenziato Riboldi -. L’apertura h24 del pronto soccorso dell’ospedale di Ceva oggi non è sostenibile. Non è in questione solo di risorse economiche, perché c'è anche lo scoglio personale, c'è una carenza di medici e infermieri che non possiamo compensare con gettonisti e cooperative".
E l'assessore lo aveva già spiegato a Ceva, lo scorso giugno, insieme al direttore generale dell'Asl Giuseppe Guerra (leggi qui): "Il DEA di Ceva non chiuderà, ma l'orario di apertura resterà quello in vigore, non è pensabile una riapertura h24 a fronte anche della carenza di personale".
Sono poi stati illustrati alcuni degli interventi che hanno interessato (realizzati o in corso) al "Poveri Infermi" tra gli ultimi, in ordine cronologico, la donazione un osteodensitometro utilizzato per la cosiddetta MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata), esame di cui ci si avvale per valutare lo stato di salute delle ossa (leggi qui) e 6 milioni di euro di lavori per l'antisismica.
Per la primavera del 2026 è previsto inoltre il completamento degli interventi per la Casa di Comunità, poliambulatorio (diagnostica e cronicità) che interesserà proprio Ceva.

All'incontro ha preso parte anche il sindaco di Ceva, Fabio Mottinelli: "È necessario trovare il ruolo dell'ospedale di Ceva all'interno della rete ospedaliera. Il Pronto Soccorso deve iniziare a lavorare a pieno ritmo - ha sottolineato -. Molti pazienti, a seconda della patologia, possono essere curati a Ceva, questo garantirebbe un presidio costante sul territorio ed eviterebbe anche di andare a saturare il Pronto Soccorso di Mondovì. Negli anni passati ogni forza politica ha fatto promesse al nostro territorio salvo poi a ogni mandato fare tagli sul nostro nosocomio, tanto a destra quanto a sinistra. Ma oggi non si deve più guardare al passato, c'è una novità: abbiamo un assessore regionale, Federico Riboldi, che non vende fumo ed è già venuto tre volte in un anno a visitare l'ospedale, a incontrare i sindaci e a confrontarsi con i cittadini in un dibattito continuo, aperto e trasparente. Per la prima volta a Ceva, qualche mese fa, si sono riuniti tutti i sindaci del territorio per fare squadra sul tema della sanità e abbiamo iniziato un lavoro di condivisione di criticità e proposte da portare all'attenzione della Regione. Abbiamo una Direzione dell'Asl che è attenta e sta investendo sul nostro ospedale portando a molti piccoli miglioramenti, ma anche a grandi investimenti strutturali, che potenziano il nostro hub ospedaliero, si vedano la pista dell'elisoccorso inaugurata pochi mesi fa o la nuova tac che è in arrivo. Come cittadini dobbiamo supportare il Co. DI.CE e non fare mancare il nostro sostegno, soprattutto con la partecipazione. A gennaio l'assessore tornerà, questa volta per un sopralluogo all'ospedale di Ceva, quarta volta dall'inizio del mandato, e per condividere un progetto insieme. Dobbiamo cogliere questa opportunità."
Il confronto si è chiuso con una promessa, quella di un nuovo incontro, previsto per il 21 gennaio 2021, durante il quale si farà il punto sulla situazione dell'ospedale di Ceva, cercando di trovare un punto di contatto con le richieste e le criticità sollevate dal Co.di.Ce e dai cittadini.
















