In Consiglio comunale si è tornati a parlare di rifiuti, tra nuove abitudini richieste ai cittadini, obblighi normativi e risultati che iniziano a emergere. A sollevare il tema è stato il consigliere Luciano Giri, che ha chiesto un aggiornamento sugli effetti del nuovo regolamento.
La risposta dell’assessore all’Ambiente Roberto Cavallo è stata ampia e supportata da numeri, a partire dal contesto regionale che impone agli enti locali obiettivi molto stringenti. “La Regione Piemonte ci chiede l’82% di raccolta differenziata e una produzione massima di 90 chili di indifferenziato per abitante all’anno”, ha ricordato. “Sono obiettivi necessari per mantenere l’autonomia regionale nello smaltimento e per rispettare i parametri europei sul riciclo”. Cavallo ha illustrato anche la situazione attuale del consorzio albese-braidese: “Eravamo già all’81% di differenziata e intorno ai 100 chili di residuo. Con le nuove misure ci aspettiamo di aver già raggiunto gli obiettivi regionali”.
L’assessore ha poi ripercorso i passi compiuti a partire dal 23 giugno, data in cui l’amministrazione ha rafforzato i controlli sull’uso del sacco conforme. “Da allora l’indifferenziato è diminuito del 22%: siamo passati da una media di 135 chili a meno di 100. A luglio eravamo a 92, a settembre a 98”, ha spiegato. In parallelo la differenziata è aumentata di sette punti percentuali, superando stabilmente l’80%. Sul piano economico, la riduzione dei conferimenti è già tangibile. “Smaltire l’indifferenziato costa 181 euro a tonnellata. Con questi numeri risparmiamo circa 15 mila euro al mese”, ha precisato Cavallo.
L’assessore ha illustrato anche le novità avviate da novembre, tra cui la raccolta dei metalli nel sacco rosso conforme, introdotta per alleggerire ulteriormente il rifiuto residuo. Ha poi spiegato la scelta di eliminare i cassonetti dei tessili: “Purtroppo, dove sono presenti si verificano molti abbandoni di rifiuti. E c’è una questione di sicurezza: in alcuni casi dei bambini venivano calati all’interno dei cassonetti per recuperare oggetti. Era un rischio che non potevamo ignorare”.














