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Attualità | 09 agosto 2025, 18:09

La ricetta di Roberto Drocco, produttore vitivinicolo e consigliere delle Cantine di Alba: “Serve tornare in piazza e raccontare il vino”

Alla vigilia della Notte dei Vini, tra i festeggiamenti patronali di San Lorenzo, il viticoltore albese lancia un appello: “Il nostro è un patrimonio culturale che dobbiamo difendere, partendo dal contatto diretto con il pubblico”

Il produttore vitivinicolo Roberto Drocco, consigliere dell'Associazione Cantine di Alba

Il produttore vitivinicolo Roberto Drocco, consigliere dell'Associazione Cantine di Alba

Ad Alba il vino non è solo economia: è identità, storia, cultura. Eppure, oggi il comparto vitivinicolo vive un passaggio delicato, tra sovrapproduzione, mercati internazionali più lenti e il peso di dazi che frenano l’export. Un contesto che preoccupa anche i produttori locali, pronti però a rilanciare con iniziative capaci di parlare direttamente al pubblico.

Tra questi c’è Roberto Drocco, produttore vitivinicolo ad Alba e consigliere dell’Associazione Cantine di Alba, che domenica 10 agosto sarà tra i protagonisti della Notte dei Vini, in concomitanza con la festa patronale di San Lorenzo. "Questo appuntamento è un buon segnale – spiega –. Dopo quasi quindici anni di politica agricola locale quasi assente, l’Assessore Cavallo e Go Wine ci rimettono al centro. Si tratterà di un evento che può attirare più persone. Vorrei fosse un punto di partenza per creare altre occasioni".

Per Drocco, la sfida non è solo organizzare eventi, ma cambiare prospettiva. "Oggi ci troviamo con una sovrapproduzione che i palliativi non risolvono. Guardiamo la Francia: lì il Ministero dell’Agricoltura conta davvero, la terra va a chi la coltiva, non agli investitori. Qui invece è spesso una questione di speculazione. E quando si parla di nuovi mercati, non è così semplice: l’Asia è già presidiata, il Sudamerica ha dazi altissimi, l’America può assorbire solo una piccola parte del nostro surplus". Per il viticoltore albese, la chiave è ricostruire il rapporto diretto con chi il vino lo beve.

 "Serve lavorare insieme, unire il vino ad altri prodotti tipici come la nocciola e il formaggio, creare piccole fiere, momenti di incontro. E dobbiamo avvicinare i giovani: oggi sotto i trent’anni molti preferiscono gin o superalcolici. Il vino va spiegato, raccontato come cultura e alimento, non solo come alcol. Un tempo il bicchiere a tavola era quotidiano, oggi è quasi scomparso". La Notte dei Vini sarà, per Drocco, un banco di prova. "Non si va in piazza per svuotare le cantine in un giorno, ma per seminare. Forse raccoglieremo poco subito, ma è così che si ricostruisce un pubblico. Non possiamo restare chiusi dietro i cancelli: dobbiamo alzarci dalla sedia, parlare con le persone e raccontare quello che il vino rappresenta".

Daniele Vaira

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