Ieri, di fronte ai cancelli dello stabilimento di Racconigi, si è svolta un’assemblea con i delegati sindacali e con il segretario provinciale Fiom-Cgil Domenico Calabrese per valutare le conseguenze della fermata dell’Altoforno 1 (Afo1) di Taranto – sequestrato dopo l’incendio del 7 maggio – sul sito produttivo locale (il nostro giornale ne dava annuncio qui).
La sospensione obbliga Acciaierie d’Italia a ricorrere alla cassa integrazione per 45 dipendenti, pari al 52% della forza lavoro di Racconigi, che da giugno potranno prestare servizio per sole otto giornate al mese. La decisione dell’azienda ha portato al fermo di altri 3.538 addetti a Taranto, 178 a Genova e 163 a Novi Ligure.
L’Amministrazione comunale di Racconigi, oltre ad aver partecipato all’assemblea, ha chiesto un confronto urgente al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il quale ha convocato un tavolo regionale di crisi mercoledì 29 maggio, alle ore 12.30 presso il Grattacielo Piemonte di Torino, alla presenza della vicepresidente con delega al Lavoro Elena Chiorino, dei commissari straordinari di Ilva/Acciaierie d’Italia, delle organizzazioni sindacali e degli enti locali coinvolti.
“A titolo personale e a nome dell’intera Amministrazione - commenta il vicesindaco Alessandro Tribaudino - esprimiamo la nostra vicinanza ai lavoratori nuovamente colpiti dagli ammortizzatori sociali. Ci impegniamo a far valere, nell’ambito del tavolo regionale permanente, tutte le iniziative utili a tutelare l’occupazione e a restituire dignità e prospettive alle famiglie interessate”.