Ammonta a oltre 50mila euro il risarcimento riconosciuto ad una docente di religione cattolica del Cuneese.
Assistita dalla Uil Scuola Cuneo, l'insegnante ha vinto il ricorso presentato al giudice del lavoro del Tribunale di Asti contro il Ministero dell'Istruzione, per aver superato il limite massimo di reiterazione del contratto a tempo determinato.
Oltre 36 mesi complessivi di rinnovi, a partire dall’anno scolastico 2005/2006 e sino all’a.s. 2024/2025 e per la durata dell'intero anno scolastico, ossia da settembre sino al 31 agosto dell'anno successivo, l'hanno indotta a richiedere il risarcimento del danno nella misura compresa tra 2,5 e 12 mensilità di retribuzione globale di fatto.
I contratti a termine stipulati dalla ricorrente, nel complesso, hanno ampiamente superato il triennio ipotetico (legale) di svolgimento dei concorsi, con esonero dalla prova del concreto pregiudizio.
Con la sentenza il giudice “ha accertato l’abusiva reiterazione dei contratti a tempo determinato stipulati dalle parti – si legge nella sentenza - e di conseguenza ha condannato il Ministero dell’Istruzione e del Merito, in persona del suo legale rapp.te pro-tempore, a pagare a parte ricorrente un’indennità risarcitoria pari ad € 50.618,40 corrispondente a 24 mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto, oltre interessi legali e l’eventuale ulteriore somma spettante a titolo di differenza tra questi ultimi e l’eventuale maggior importo della rivalutazione monetaria dalla sentenza al saldo”.
Oltre al risarcimento, “ha condannato il Ministero convenuto alla rifusione in favore della ricorrente delle spese di lite complessivamente liquidate in € 3.689,00 per compenso, oltre € 259,00 per rimborso contributo unificato, IVA, CPA e rimborso forfettario delle spese generali nelle misure di legge, con distrazione in favore del procuratore antistatario”.