In occasione dei festeggiamenti per la 70ª edizione della Guida Michelin Italia, che si sono svolti presso la Nuvola Lavazza di Torino, sono stati presentati i dati dello studio 'Taste Tourism', che analizza i flussi turistici generati dai ristoranti stellati italiani e sono stati annunciati la data e il luogo in cui verrà presentata l’edizione 2025 della "rossa".
La 70ª edizione sarà presentata il 5 novembre a Modena, nel cuore della "food valley". L’indagine, che è stata condotta per la prima volta nel 2016, registra un importante incremento sull’indotto che generano i ristoranti stellati nel nostro Paese, che passa da 280 a 438 milioni di euro. La cifra non include la spesa sostenuta nel ristorante stesso, ma interessa i settori dell'hotellerie, del commercio e dei servizi.
Prendendo in esame i dati del 2023, i ristoranti stellati italiani hanno accolto 2,4 milioni di clienti , di cui il 40,7% dall’estero, provenienti da 43 Paesi. Dell'indotto complessivo l’81% ricade sul settore dell’ospitalità (oltre 355 milioni), l’11% su quello del commercio (48,1 milioni) e l’8% sui servizi locali (35,3 milioni).
Simili risultanze dal presupposto, accertato dallo studio, che un cliente straniero che frequenta un ristorante 1 stella Michelin e soggiorna in loco spende in media ulteriori 152,54 euro, oltre alla spesa al ristorante, mentre un nostro connazionale spende 108,90 Euro; coloro che frequentano un ristorante 2 stelle Michelin e soggiornano nella destinazione spendono mediamente ulteriori 265,14 euro se stranieri, sempre oltre a quanto speso al ristorante, e altri 200,56 euro se italiani; un cliente che, invece, che si rechi in un ristorante 3 stelle Michelin e decida di soggiornare nella località o nell’area limitrofa spende in media ulteriori 420,37 euro, oltre alla spesa al ristorante, se straniero e 307,92 euro se italiano.
Da qui la stima del valore indiretto generato grazie alla presenza dei ristoranti stellati Michelin sul territorio nazionale: si rileva che ogni ristorante 1 stella Michelin genera benefici diretti sul territorio pari a 805mila euro circa, che diventano quasi 2,4 milioni per i 2 stelle, per poi esplodere se consideriamo i ristoranti 3 stelle Michelin: oltre 6,5 milioni di euro.
Secondo l’indagine le province che ottengono i maggiori benefici indiretti da tale gustosa presenza sono quelle di Napoli (poco meno di 54 milioni per un totale di 6 stelle) e Roma (32,7 milioni per 22 stelle). Seguono Milano e Bolzano – con 29 e 28 milioni, rispettivamente – e quindi Cuneo, che grazie alla presenza sul suo territorio di 15 ristoranti stellati per un totale di 19 stelle (oltre al tristellato Enrico Crippa sono a quota 2 stelle l’Antica Corona Reale di Cervere, con lo chef Giampiero Vivalda, e il ristorante "La Rei Natura" di Serralunga d’Alba, con Michelangelo Mammoliti, nella foto sotto) si gioverebbe di ricadute per 22.237.986,41 euro, davanti ai 16 milioni di Salerno e ai 15 di Bergamo e Firenze.
Torino arriva solamente due posizioni dopo, con 12 milioni, e questo nonostante il suo capoluogo conti la bellezza di 10 stelle, al pari di Firenze e dietro soltanto a Milano e Roma, entrambe con 22. Dopo di loro Venezia con 7, Napoli a 6, Forte dei Marmi, Massa Lubrense, Senigallia e Taormina a 5.
E’ guardando proprio alla classifica delle stelle per Comune che la Granda e Alba in particolare tornano a eccellere.
Grazie alle tre di "Piazza Duomo" e a quella della "Locanda del Pilone" la capitale delle Langhe fa infatti parte della ristretta schiera dei centri capaci di contrare sul proprio territorio quattro stelle Michelin, insieme ad Amalfi, Capri, Modena, Orta San Giulio, Paestum, Viareggio e a Vico Equense.
Il ritorno economico per Alba? Sarebbe pari a 7,9 milioni di euro. Cifra ovviamente distante dai 25 milioni di Milano e Roma, ma non troppo lontana dagli 8,4 e 8,1 milioni di Torino e Modena, e pure oltre i 6,4 di Venezia.