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lavocedialba.it | 27 maggio 2024, 08:39

In libreria il nuovo libro dello scrittore albese "Alba dei miracoli"

Edito da Araba Fenice di Cuneo trae origine da un precedente testo dell'autore e racconta la storia del miracolo economico che visse anche la città della Nutella tra il 1960 e il 1975

La copertina del libro

La copertina del libro

È appena uscito l' ultimo romanzo dello scrittore di origini albesi Teresio Asola, ora residente a Torino, "Alba dei miracoli". Il libro è edito da Araba Fenice di Cuneo.

Il testo da cui trae origine è quello precedente dell'autore, "L'Alba dei miracoli", pubblicato sempre da Araba Fenice nel 2016 e esaurito pochi mesi dopo grazie all'affetto dei lettori e a buoni giudizi (Roberto Piumini, Margherita Oggero, Marisa Fenoglio tra gli altri).

 

"Quando due anni fa l'editore mi diede notizia di volerlo ripubblicare - racconta Asola - , proposi di lavorare sul testo. Senza fretta l'ho ripensato, arricchito di spunti, semplificato, smontato, riordinato e riassemblato; l'ho riscritto rinfrescandone il lessico, espungendo spiegazioni dal narrato

e ricollocando parti descrittive per offrire alla storia maggior nitidezza e fluidità, nel rispetto dell'impianto originario e delle vicende che lo avevano informato: un nuovo vestito per rendere miglior servizio al lettore, sia che scopra ora questa storia, sia che lo voglia rileggere come nuovo romanzo."

"Alba dei miracoli" fa rivivere quelle storie semiserie intrise di memorie, sensazioni, umori, profumi, coraggio, speranze, nuove albe degli anni formidabili del miracolo economico della nostra infanzia e di quella dei nostri genitori e nonni, momenti in cui non ci si piangeva addosso e che hanno cambiato il nostro mondo e ci appartengono. 

 

 

Con questo romanzo di formazione - tratto da storie vere di famiglia o di cronaca - vengono riproposti, in forma più fresca, il clima, l’allegria, la vivacità e le fatiche di quel formidabile periodo in cui si rideva, si credeva alle favole e si lavorava per realizzare i miracoli di cui eravamo figli, attraverso le vicende di un bambino e una famiglia nella città miracolosa per eccellenza, Alba, tra 1960 e 1975: il boom, il travolgente sviluppo economico e industriale che dal ’53 riplasmò usi, sconvolse abitudini, fece spostare persone dal Sud al Nord e impennare la curva delle nascite e ridisegnò paesaggi agresti e urbani (non sempre in meglio). 

 

 

cs

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