L'accusa per SL e altri due dipendenti pubblici era quella di aver percepito indebitamente quasi 50.000 euro di indennità accessorie mensili non dovute dal 2006 al 2016. Per il pubblico ministero contabile si trattava di "indennità maggiorate per servizi esterni, per festività, per servizio notturno e per revoca del riposo settimanale non dovute in quanto non spettanti e/o relative a servizi mai effettuati o non corrispondenti alle tipologie di servizio effettivamente rese, a proprio favore e degli altri due convenuti".
Con sentenza numero 56 del 2024 la Corte dei Conti del Piemonte ha, invece, dichiarato prescritto il danno erariale nei confronti di S.L. assistito e difeso dall'avvocato Marta Giovannini del Foro di Asti, che ha così commentato.
"La Corte dei Conti ha riconosciuto che, se l'Amministrazione danneggiata ha piena contezza del fatto e, addirittura, come nel caso di specie, delle somme indebite percepite, deve mettere in mora immediatamente il dipendente e non attendere l'esito del giudizio del Tribunale Ordinario, come invece avvenuto. Si tratta di un caso di particolare interesse poiché individua i termini di prescrizione del danno erariale e, in generale la sua autonomia, rispetto agli accertamenti compiuti, anche con efficacia di giudicato, dall'Autorità Giudiziaria Ordinaria".