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Attualità | 29 marzo 2024, 08:24

Bra, alla scoperta della nuova sede dell’A.P.R.I. e delle finalità con il delegato Walter Boffa [FOTO]

Si trova in via Valfrè, 2 ed è stata inaugurata venerdì 15 marzo. La cronaca di Pino Berrino

Bra, alla scoperta della nuova sede dell’A.P.R.I. e delle finalità con il delegato Walter Boffa [FOTO]

C’era anche l’autore braidese Pino Berrino all’inaugurazione della nuova sede provinciale dell’A.P.R.I. odv (Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti) che si è svolta lo scorso venerdì 15 marzo a Bra.

Poteva forse mancare il suo racconto della giornata? Chiaro che no, essendo lui un romanziere, quindi fermatevi su questo pezzo, perché ne scoprirete delle belle. Buona lettura.

Un raggio di luce nuova è venuto a rischiarare la sede delle Associazioni sita a Bra, in via Valfrè, 2. Parlare di luce potrebbe apparire irrispettoso, perché l’evento riguardava il taglio del nastro della nuova sede provinciale dell’A.P.R.I. odv (Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti).

Ma, proprio di luce brillava la piccola sala. Luce riflessa dall’animo di chi privato della vista, ha saputo far risplendere la luminosità di cuori super vedenti e iper sviluppati all’altruismo e alla solidarietà.

Questo importante risultato è stato ottenuto, grazie alla caparbietà del braidese Walter Boffa che da neanche due anni è stato colpito da una malattia che l’ha privato totalmente della vista. In questi casi ci si può abbandonare alla disperazione, all’auto-compatimento, ma ciò non fa certo parte del carattere di Walter, che ha subito avvertito l’esigenza di attivarsi in qualche modo, per se stesso e per le persone colpite dalla stessa patologia (e non solo).

Così, Bra, per chi è colpito da disabilità visive, diventa, adesso, un importante punto di riferimento, di supporto e d’integrazione, in città e in provincia. Lo scopo è appunto quello di alleviare il più possibile i disagi pratici e morali degli ipovedenti nel quotidiano e nella vita in generale.

Alla cerimonia di apertura sono intervenuti parecchi personaggi di rilievo che si sono posti con amicizia completamente spoglia di formalità ufficiali. Erano presenti: il sindaco di Bra, Gianni Fogliato; il direttore della Confcommercio braidese, Luigi Barbero, insieme alla responsabile dell’Ufficio di Patronato 50&Più, Flavia Piumatti; il presidente A.P.R.I., Pericle Farris; la responsabile A.P.R.I. del servizio educativo, Sara Taricco.

Tutti hanno voluto complimentarsi con il presidente e fondatore della sede braidese, Walter Boffa, senza tralasciare le altre persone presenti, parti attive dell’iniziativa; nello specifico i Consiglieri Angelo Dell’Ospedale e Costantino Destro.

Da segnalare anche l’impegno di Luigi Barbero e Flavia Piumatti, sempre impegnati a promuovere l’accessibilità e l’inclusione, assicurando, anche nel caso specifico, il massimo impegno di assistenza e sostegno.

Ad arricchire il parterre anche la poliedrica Riccarda Guidi, moglie dell’indimenticabile olimpionico Attilio Bravi che ha reso onore ad una giornata che si è chiusa con due “motti” sotto forma di slogan, enunciati dal presidente Farris: «Niente senza di noi e sopra di noi. Autonomia, indipendenza, mobilità». Quando si dice: avere le idee chiare. Non trovate?     

10 domande a Walter Boffa, delegato zonale per Bra e tutta la provincia di Cuneo

A.P.R.I. odv (Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti). Se non siete sul pezzo vi illuminiamo noi con la bella intervista di Pino Berrino a Walter Boffa, delegato zonale per Bra e tutta la provincia di Cuneo. Eccola.

Walter, a proposito della sua storia, cosa ha voglia di dire?

«Mi chiamo Walter Boffa. Sono nato a Bra 52 anni fa. Ho svolto attività nel campo edile, finché non ho perso la vista. È successo in modo graduale e il 18 novembre del 2022 se n’è andata in modo totale. Stavo guidando e in un attimo è stato buio completo. Per fortuna l’auto si è praticamente fermata da sola. Da lì ho cominciato la mia attività di non vedente attivo. Se ho accettato da subito questa disavventura? No di certo (sorride). Sin da giovane portavo una miopia importante, cui è seguito un intervento chirurgico venticinque anni fa. Se vogliamo, queste cose sono state un po’ un banco di prova, ma da lì a perdere la vista! Non è stato facile. Hanno fatto capolino pensieri di disperazione che non sto a specificare, ma ho saputo reagire e i pensieri nefasti si sono trasformati in pensieri altruistici. Il mio motto è diventato: “L’associazione è il mio sole e io cercherò di donare un raggio ad ognuno di voi”».  

Come hai tradotto il tuo motto in senso pratico?

«Beh, lo vedi tu stesso. Questa associazione parla da sola. Rimanere in casa a piangere sulla propria condizione di non vedente ti distrugge. L’associazione è salvezza, rinascita, scoperta di energie nuove, di talenti nascosti, un po’ come rinascere una seconda volta. Tornando alla tua domanda, poco tempo fa c’è stato il concerto a Bra di Aleandro Baldi, il famoso cantante non vedente, che ha attirato tantissimo pubblico; presso l’associazione diretta in sede in via Nizza, 151 a Torino per i non vedenti organizziamo corsi di danza Latino-Americana - faremo un saggio a Santena il 22 giugno - corsi di autodifesa, visto che noi giriamo tantissimo, non ci ferma nessuno e vogliamo poterci anche difendere in caso di bisogno. Noi ragioniamo per inclusività».

I non vedenti e la città di Bra ti ringraziano e tu senti di dover ringraziare qualcuno?

«L’Amministrazione comunale e tutti i braidesi che mi fanno sentire la loro amicizia e solidarietà. Sono cose che invogliano a proseguire il cammino. Stimoli importanti. Imparerò ad andare in tandem. Sto aspettando il cane guida, tanto per fare due esempi pratici».

Cosa ricordi e cosa rimpiangi di più della tua vita da vedente?

«Alzarmi al mattino e vedere il sole, non il buio; andare a far colazione al bar e poi partire con il mio camion verso il cantiere; andare in bici. Tutto sommato, però, sono arrivato ad un punto che non rimpiango più la vecchia vita. Ho riscoperto valori che forse sarebbero stati seppelliti per sempre. Nel mondo dei vedenti, troppo ruota attorno all’apparenza, alla falsità. Quando viene a mancare la vista devi per forza ricorrere alla tua interiorità e ciò ti porta a comprendere meglio quella degli altri».

Cosa ti senti di dire alle persone che stanno vivendo il tuo stesso dramma?

«Di non stare chiusi in casa da subito. Non avere paura di affidarsi alle strutture nate apposta per aiutare, allenare l’ipovedente all’inclusività. Sono riuscito ad aprire lo sportello di prossimità su Bra, con l’intento di assistere a livello burocratico e psicologico gli ipovedenti. Abbiamo una psicologa, la dottoressa Simona Guida che insegna anche all’Università ed opera all’interno del Centro Riabilitazione Visiva. Vengono svolti corsi di cucina, corsi di orientamento (corsi del bastone bianco). Insomma si abitua la persona a muoversi da sola, con disinvoltura».

Le sembra di aver sviluppato sensibilità tali da compensare l’handicap visivo?

«Certo che sì. Sono in grado di distinguere il tipo di camion o i veicoli elettrici in mezzo al traffico. So, quando sono a Torino, se un tram sta rallentando. So quando è il momento di attraversare. Siamo meno distratti dei vedenti. Paradossalmente cadiamo meno noi, di loro. È un po’ come se la vita cercasse di ripagarci con altri doni - udito, tatto - di ciò che ci ha tolto».

A proposito del tatto, cosa ci dice della lettura Breil?

«La sto imparando, oltre che per me stesso, anche per diventare educatore per ragazzi e persone non vedenti. È un corso stanziato dalla Regione Sardegna con il gruppo della IERPOF. L’APRI ha messo a disposizione i locali. Sono l’unico apprendista istruttore non vedente. Sono in concorrenza con istruttori vedenti delle elementari, delle medie, delle superiori. Queste persone per mettersi alla pari hanno chiesto occhiali da sub con le lenti nere. Sembra un gioco di parole, ma con questi strumenti, insegniamo agli accompagnatori ad accompagnarci. C’è gente che ha rinunciato piangendo. Abbiamo portato la responsabile dei lavori pubblici di Torino con una maschera che le ostruiva la vista. Con un bastone bianco ha dovuto percorrere circa seicento metri fra pali di ferro inseriti appositamente, semafori senza aiuti sonori. Quando ha rinunciato, ha abbracciato il Presidente della Federazione Italiana Sensibilizzazione Handicap e poi ci ha detto formalmente: “Chiedete ciò che vi serve”».

Ci sono progetti per i non vedenti da parte del comune di Bra?

«Sì, certo. Verrà inserito un semaforo sonoro in zona Ospedale. Devo ringraziare per questo l’assessore Luciano Messa che ha accolto subito la mia richiesta. Ho trovato molta disponibilità da parte dell’Amministrazione comunale che mi è stata molto vicino e non lo dico di certo perché siamo in campagna elettorale. Con il sindaco, gli assessori, i consiglieri, c’è stato molto lavoro di gruppo».

Ha qualcosa da aggiungere per concludere?  

«Volevo ricordare che tutti i venerdì, dalle ore 9 alle ore 13 è aperto lo sportello di prossimità per aiuto, consigli, consulenze o anche solo due chiacchiere fra di noi in amicizia, associati e non».

Ultima domanda: il complimento che le ha fatto più piacere?

«Che sono un rompiscatole. Me lo ha detto il Presidente Farris, perché lui lo sa; sono una persona che morde e non demorde. Mai arrendersi. L’ho insegnato anche ai miei figli».


Redazione

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