Due agricoltori cuneesi - scesi in piazza con i loro trattori nelle manifestazioni autonome di Cuneo, Fossano e Santo Stefano Belbo - rispondono alla lettera pubblicata da Coldiretti in data 29 febbraio su “Il Punto Coldiretti” in cui l'organizzazione di categoria prende le distanze dalle loro proteste.
“La differenza si vede – si legge sul giornale di informazione di Coldiretti -. Mettete vicine le due immagini, quella delle 'solitarie' proteste dei trattori che stanno animando (si fa per dire) le piazze italiane e l’altra della scesa in campo coesa della Coldiretti. Non ci sono dubbi nel comprendere chi porta avanti una piattaforma organica, complessa e partecipata e chi invece alza solo polvere”. E contestano anche le parole del segretario generale Vittorio Gesmundo che in un lettera ai direttori regionali e provinciali di Coldiretti scrive che “queste proteste – accanto all’indubbio malessere dei molti – portano l’impronta riconoscibile del teppismo e di una politica che si svende per una manciata di voti”.
Rispondono i due agricoltori: “Ci sentiamo sudditi di nessuno ed abbiamo il sacrosanto diritto e dovere di manifestare tutto il nostro malcontento sulle piazze.
Non avete alcuna autorità divina da arrogarvi il diritto di stabilire cosa è giusto e cosa no per gli agricoltori italiani.
'Complimenti' anche al vostro direttore generale Gesmundo che ci definisce teppisti.
Belli voi, invece, che siete andati a fare le belle statuine a Bruxelles senza una bandiera italiana.
Una vera passerella, fine a se stessa per sfoggiare simboli e colori del sindacato che però non ci incantano più!!
Ci fanno pure ridere le vostre parole, segno di debolezza e preoccupazione.
Ne avete tutte le ragioni perchè come tutti gli imperi anche il vostro avrà una fine”.