Una nuova sede per il centro diurno socio riabilitativo l'Approdo, gestito dalla Cooperativa Coesione Sociali di Alba: da Dogliani si sposterà a Savigliano, con l'inaugurazione prevista per giovedì 15 dicembre alle 17 in via Einaudi 10.
La struttura era nata a giugno 2020 con un intento ben preciso, come spiega Gian Piero Porcheddu, direttore della cooperativa albese Coesioni Sociali. "Supportare i giovani dai 10 ai 18 anni con disturbi comportamentali e di ritiro sociale. Si è creata una grande sinergia con i servizi di Neuropsichiatria dell’Asl Cn1 e Cn2, che ha dato origine a un gruppo di lavoro misto capace di confrontarsi periodicamente e di fare il punto della situazione con ottimi risultati".
Ci sono state però delle criticità logistiche, come aggiunge il dirigente: "C'era un problema che si poneva ripetutamente, soprattutto nelle segnalazioni dei responsabili delle Asl e dei Consorzi Socio – Assistenziali: la difficoltà logistica di raggiungere Dogliani per un territorio molto vasto come la Provincia di Cuneo. La realizzazione di un secondo Centro ad Alba, utilizzato per l’Asl Cn2, e la grande collaborazione che ci è stata offerta dall’Amministrazione del Comune di Savigliano, ci hanno permesso di trasferire il Centro da Dogliani a Savigliano, sicuramente un luogo più baricentrico per l’Asl Cn1".
Dopo alcuni mesi di lavoro per un’adeguata ristrutturazione nei locali messi a disposizione dal Comune di Savigliano, nei prossimi giorni verrà aperta la struttura semi-residenziale. "Si rivolge a ragazzi e ragazze in carico ai servizi di Neuropsichiatria infantile territoriali che si trovano in situazioni anche transitorie di difficoltà, per i quali si ravvisi la necessità da parte dell’équipe socio-sanitaria di riferimento di un supporto educativo, di un accompagnamento nella vita reale, alcune volte anche fuori dall’ospedale ma in sinergia con i servizi, attraverso attività dedicate anche di gruppo. I minori hanno in sé grosse risorse di resilienza e di innovazione. Tuttavia, affinché possano esprimere le loro virtù e abilità, vanno aiutati, accompagnati e valorizzati, mettendoli al centro del discorso educativo e riabilitativo con le loro intenzioni e volontà e accogliendo il loro protagonismo, conclude Porcheddu.