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Attualità | 05 settembre 2023, 13:57

Frasi sessiste a Racconigi, la psicologa Anfossi: "Chi ride o sminuisce non ne coglie la visione predatoria"

La natura delle reazioni e dei commenti agli articoli è stata condizionata, per lo più, dal genere degli utenti. Ne abbiamo parlato con la responsabile del Servizio di psicologia ospedaliera e del Trauma center dell'Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo, Maura Anfossi

Frasi sessiste a Racconigi, la psicologa Anfossi: "Chi ride o sminuisce non ne coglie la visione predatoria"

I fatti di Racconigi, con la festa in musica del Borgo Macra salita alla ribalta nazionale per la distribuzione di adesivi dai contenuti volgari e sessisti, dati alle ragazze e ai ragazzi del paese, alcuni minorenni, hanno scatenato tantissime reazioni.

Basta scorrere i commenti agli articoli condivisi sulla nostra pagina Facebook per vedere come molti di quelli maschili siano faccine che ridono o comunque reazioni per nulla disturbate dalle scritte, anzi; quelli femminili si dividono, tra chi si arrabbia e si indigna e tra chi evidenzia come appiccicarsi quegli epiteti sia stata una scelta. Senza contare il continuo rimarcare, questo trasversale ai generi, l'abbigliamento di alcune delle ragazzine fotografate.

Proprio sulle reazioni scatenate dall'articolo, in un momento in cui il tema della violenza sessuale sulle donne è di drammatica attualità, abbiamo chiesto una riflessione a Maura Anfossi, piscologa e psicoterapeuta nonché responsabile del Servizio di psicologia ospedaliera e del Trauma center dell'Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo.

Le parole, che peso hanno? Le abbiamo chiesto se è normale sminuire o non capire la portata di quelle frasi distribuite a dei ragazzini.

"Quelle scritte sono pornografiche, non neutre. Veicolano un messaggio e corrispondono all’immaginario di molti uomini, per fortuna non tutti, e trasmettono l’idea di una donna come oggetto cosificato: è quindi probabile che di fronte a scritte del genere la percezione del pubblico sia diversa. Può essere che un certo pubblico maschile che sdrammatizza e sminuisce lo fa perché non coglie la dimensione predatoria, aggressiva, umiliante che quelle scritte veicolano. Sono parole che dicono di una visione aggressiva, predatoria, cosificante non solo della donna, ma proprio dell’essere umano, dell’erotismo e della relazione tra due persone".

Ma che peso e che conseguenze possono avere quelle parole che, per alcuni, sono qualcosa su cui farsi quattro risate? "La parola non è mai neutra perché ha un suo potere. La parola detta, oppure scritta su un adesivo, è un’azione che contribuisce a creare la realtà e a veicolare una certa idea di uomo, di donna, di relazione.
A differenza di quanto a volte in modo semplificante si crede, la funzione della parola non è tanto di dire, quanto di fare: le parole non dicono semplicemente, le parole contribuiscono a eseguire delle azioni perché modificano lo stato delle cose".

Quanto evidenzia la dottoressa Anfossi è che quelle parole, "usando un significato pornografico, costruiscono una realtà che è segnata dalla mercificazione del sesso, trasmettono l’idea che la sessualità è uno strumento di soddisfazione e non una dimensione che, per essere gratificante, deve affondare le sue radici nella specificità di ogni persona. Parole volgari distribuite in modo indiscriminato trasmettono un’idea di sesso come esibizione pornografica di genitali. E incitano ad agire in modo aggressivo e predatorio verso la donna. Appiattiscono le specificità del mondo erotico femminile e lo conformano a quello maschile".

E' molto diretta la Anfossi, sottolineando la forza concreta e tutt'altro che goliardica di quelle scritte. "Possono eccitare alcune persone (generalmente maschi con un immaginario primitivo) ma urtano il pudore di altri, ne feriscono altri ancora e addirittura possono avere un potere traumatico. Se quelle parole sono diffuse in un contesto dove ci sono persone giovani, si rischia davvero di ferire in modo profondo un mondo interno fragile e in evoluzione che non ha ancora maturato l’esperienza personale necessaria ad avere una propria visione solida e chiara rispetto
alla sessualità che si ritiene vivere. E incitano alcuni a vivere una sessualità mista di aggressività, senza rispetto dell’altro, donna o uomo che sia".

Quelle frasi non sono neutre, sottolinea ancora la psicologa, perché fanno riferimento ad "un immaginario pornografico in cui la donna viene vista come oggetto di mera soddisfazione sessuale, passivo e desideroso di corrispondere all’immaginario maschile".

Parole che fanno cose, dunque. "Tutta la complessità, la ricchezza e le sfumature del mondo erotico vengono banalizzate e violate. Sappiamo invece che la sessualità vera e realmente appagante, nutrita del gioco del lento disvelamento dell’erotismo, va ben oltre la mera dimensione biologica ed eccitatoria che si genera negli organi sessuali".

Barbara Simonelli

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