Molta partecipazione e grande attenzione del pubblico all’assemblea di ieri sera, martedì 29 agosto, organizzata dal Comitato 'No Biometano a Govone' nella piccola frazione nella quale è prevista la costruzione di un impianto digestore di scarti industriali e zootecnici per la produzione di biometano.
A chiarire molti aspetti sul progetto è stato il professor Alberto Poggio, ricercatore di Sistemi per l'Energia e l’Ambiente al Politecnico di Torino, che ha fornito alcuni elementi tecnici dopo aver preso visione di ciò che si intende costruire in un’area non lontana dalle abitazioni e in un comune a vocazione agricola e turistica, avendo anche nella residenza sabauda un bene Patrimonio Unesco.
“Il biometano è importante per la transizione energetica – ha spiegato l'esperto –. È una buona idea produrlo usando gli scarti organici delle industrie agroalimentari. Sul progetto proposto a Govone la prima Conferenza dei Servizi ha indicato una serie di punti critici che necessitano approfondimenti. Tra questi l’esigenza di caratterizzare con maggiore precisione il bilancio dei flussi di materiali, energia ed emissioni dell’impianto. Da chiarire se l’impiego dei residui solidi come fertilizzante sia possibile o meno, tema su cui la Provincia di Cuneo ha chiesto il coinvolgimento del Ministero dell’Agricoltura nel procedimento. Infine la questione del sito: secondo alcune norme transitorie nazionali parrebbe rientrare tra le cosiddette 'aree idonee', per la prossimità all’autostrada e alla cava limitrofa; viceversa sarebbe inidonea secondo i criteri del Piano Energetico e Ambientale recentemente approvato dalla Regione Piemonte, che esclude l’installazione di impianti biogas su terreni agricoli di prima classe di capacità d’uso dei suoli, come nel caso in specie”.
Il professor Poggio ha illustrato le caratteristiche generali dell’impianto in progetto, che produrrebbe circa 10 milioni di metri cubi di biometano all’anno utilizzando 38mila tonnellate di sottoprodotti, 13mila tonnellate di reflui da allevamenti, un migliaio da vinacce (per un transito di 18 autocarri al giorno). I fabbisogni energetici dell’impianto sarebbero coperti da 1 cogeneratore e da 4 caldaie, corrispondenti a circa 7 MW di potenza di combustione.
“La realizzazione del progetto è collegata all’ottenimento di incentivi statali, che sono utili quando servono a sviluppare le energie rinnovabili compensando transitoriamente gli extra-costi iniziali. La produzione di biometano è incentivata dal PNRR, a condizione che sia rigorosamente rispettato il principio europeo DNSH ('non arrecare nessun danno significativo all’ambiente'). Quindi sul progetto proposto a Govone è fondamentale svolgere una Valutazione di Impatto Ambientale, come emerso in Conferenza dei Servizi. Tra gli aspetti che dovranno essere esaminati è centrale il tema delle alternative al progetto: in Piemonte abbiamo molti impianti biogas preesistenti da riconvertire a biometano, alcuni dei quali hanno già ottenuto accesso agli incentivi”, ha chiosato il professor Poggio.
Intanto il Comitato 'No Biometano a Govone' ha incassato l’appoggio della cittadinanza e ha ampliato il direttivo con l’ingresso di Stefania Serpentino ed Emilio Rosso, entrambi govonesi. I prossimi passi del sodalizio saranno l’incontro con il commissario prefettizio che regge il Comune di Govone dopo le dimissioni del sindaco e la richiesta di un incontro con la Ferrero Spa.
Inoltre come ha sottolineato Cesare Cuniberto, presidente di Comuneroero, si stanno coinvolgendo sempre di più i paesi del Roero: “I sindaci e gli amministratori dei comuni limitrofi sono i nostri migliori alleati, perché alla Conferenza dei Servizi noi potremo portare le istanze dei cittadini, ma non avremo diritto di voto. Confidiamo che le parti istituzionali ci aiutino a perseguire il nostro obiettivo”.
Erano presenti all’assemblea i sindaci di di Magliano Alfieri e Monticello d’Alba, Giacomina Pellerino e Silvio Artusio Comba, insieme al primo cittadino di Costigliole d’Asti Enrico Cavallaro e al consigliere regionale Ivano Martinetti.
Ha concluso il vice presidente del comitato 'No Biometano a Govone', Fabrizio Massarone: “Nel nostro territorio, con la presenza del depuratore SiSi confluiscono i reflui di mezza provincia. Abbiamo un sovraccarico impressionante di siti industriali e siamo in una zona turistica e agricola d’eccellenza. Ci sembra davvero troppo. Prossimamente sentiremo anche i pareri sanitari da parte di specialisti medici, per avere un quadro esaustivo di tutte le criticità. Non siamo contro nessuno, ma dobbiamo difendere il nostro territorio e agiremo con tutte le nostre possibilità”.
















