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lavocedialba.it | 25 aprile 2023, 07:00

25 aprile in Granda: Festa per l'arrivo del presidente Mattarella, ma anche tanti altri appuntamenti

Il clou nel capoluogo, Borgo San Dalmazzo e Boves per l'attesa visita ufficiale, mentre in decine di altri centri si celebra l'importante ricorrenza con manifestazioni e cortei

Il Monumento della Resistenza sarà il luogo clou della visita del presidente Mattarella a Cuneo

Il Monumento della Resistenza sarà il luogo clou della visita del presidente Mattarella a Cuneo

78° Anniversario della Liberazione nella Granda: eventi e luoghi per non dimenticare

Sentieri della Libertà, pietre del ricordo, sacrari partigiani e musei della Resistenza, insieme alle molte iniziative organizzate per commemorare questa giornata, contribuiscono a mantenere viva la memoria di coloro che hanno perso la vita per la libertà, la pace e la democrazia

La provincia di Cuneo, medaglia d’oro alla Resistenza, è stata teatro di un imponente lotta partigiana per contrastare gli invasori tedeschi e i repubblichini, responsabili di bombardamenti, rappresaglie, rastrellamenti, imboscate, eccidi che hanno provocato tanti morti anche civili. Sono stati migliaia i partigiani combattenti suddivisi tra Autonomi, Garibaldini, Giustizia e Libertà, Matteotti e altri gruppi, male equipaggiati e con scarsa esperienza militare, un numero decisamente inferiore rispetto alle forze nazi-fasciste. Nella Granda si sono contati quasi duemila morti tra i partigiani, tra cui 21 donne, circa tremila i civili uccisi, tanti i paesi colpiti da rappresaglie e case distrutte.

La Festa della Liberazione, particolarmente sentita in tutta la Granda, rappresenta un momento di condivisione e offre l’opportunità di riflettere sui temi e i valori dell’antifascismo, sempre attuali, da ricordare e trasmettere alle nuove generazioni.

Quest’anno a Cuneo, Borgo San Dalmazzo e Boves è in programma la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. 


Museo Casa Galimberti

A Cuneo, in piazza Galimberti vi è il Museo Casa Galimberti, donato dalla famiglia alla Città, classica abitazione alto-borghese di fine Ottocento-primi Novecento. Una sezione è dedicata alla vita di Duccio Galimberti, figlio di Tancredi ed Alice Schanzer, personaggio di spicco del movimento antifascista e della Resistenza. 

Il 26 luglio del 1943, giorno successivo alla caduta del fascismo, prese la parola dal balcone della sua abitazione e il discorso fu una dichiarazione di guerra ai fascisti e ai tedeschi: «La guerra continua fino alla cacciata dell’ultimo tedesco, fino alla scomparsa delle ultime vestigia del regime fascista, fino alla vittoria del popolo italiano che si ribella contro la tirannia mussoliniana; ma non si accoda a una oligarchia che cerca, buttando a mare Mussolini, di salvare se stessa a spese degli italiani».

L’11 settembre successivo, sale in montagna con altri antifascisti, con cui darà vita alla banda “Italia Libera”, la prima formazione di Giustizia e Libertà del Cuneese. La banda si trasferisce prima a Paraloup e poi in Valle Grana. Il 13 gennaio 1944, Duccio viene ferito, a San Matteo di Valgrana, durante un attacco condotto da una colonna nazista. Verrà catturato in una panetteria di Torino, centro di smistamento di messaggi e documenti, e tradotto alle Carceri Nuove. La sera del 2 dicembre venne prelevato da elementi dell’Ufficio politico provinciale e condotto a Cuneo. Qui venne interrogato, torturato, sfigurato e finito a colpi di pistola. Il corpo verrà abbandonato a Centallo. Il museo, insieme al monumento della Resistenza dello scultore Mastroianni, sarà una delle tappe della visita odierna del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla città di Cuneo.

Nella città di Cuneo, che in quel periodo ha vissuto bombardamenti, rastrellamenti, lunghi periodi di oscuramento, arresti, torture, fucilazioni e deportazioni, sono tanti i luoghi che ricordano questo triste periodo. della Resistenza. Nel piazzale della Stazione è collocata la lapide nel sito dove avvenne la fucilazione di cinque martiri antifascisti, alcuni brutalmente torturati per ottenere informazioni. Tra di loro vi era una donna, Maria Luisa Alessi, nata a Falicetto nel 1911, staffetta partigiana in Valle Varaita, catturata in seguito a delazione. In corso IV Novembre, l’attuale Istituto Grandis era sede della Casa Balilla, i cui locali erano stati occupati dalla Brigata Nera “Ettore Muti”, corpo militare caratterizzato da mancanza di disciplina e uso della violenza nei confronti della popolazione. In corso Soleri, le Scuole Elementari erano state requisite nell’autunno del 1943 dalle Brigate Nere per installarvi celle di sicurezza, camere di tortura, corpi di guardia e alloggiamenti.

Tutte le modifiche alla viabilità (leggi qui).

Borgo San Dalmazzo

A Borgo San Dalmazzo, oggi il Presidente Sergio Mattarella visiterà dalle 15.30 circa MEMO4345 e il Memoriale della Deportazione, sorto a fianco della stazione ferroviaria da cui furono deportati 357 ebrei (334 stranieri, 23 italiani) tra il settembre 1943 e il febbraio 1944. Di essi, quelli stranieri, erano discesi dopo aver valicato le montagne, dalla Francia alla Valle Gesso nei giorni successivi all’8 settembre ’43. Il campo di concentramento organizzato dai nazisti per ebrei fu l’unico in Piemonte e, con Fossoli, Bolzano e Trieste, uno dei quattro del nord-Italia.

MEMO4345 è un percorso multimediale storico-didattico dove i visitatori, guidati alla conoscenza e alla riflessione sugli elementi essenziali della Shoah in Europa, possono approfondire la storia degli ebrei deportati ad Auschwitz. L’allestimento si trova all’interno della ex Chiesa di Sant’Anna, a lato del Memoriale della Deportazione, a pochi passi dalla stazione ferroviaria dalla quale partirono i convogli verso i campi di sterminio nazisti.

Boves

La città di Boves fu il teatro del primo atto di rappresaglia contro la popolazione civile inerme: il 19 settembre 1943, all'indomani dell'armistizio dell'8 settembre.

Reparti di SS tedesche incendiarono la città uccidendo numerosi cittadini, tra cui il parroco Don Giuseppe Bernardi, l'industriale Antonio Vassallo e don Mario Ghibaudo. Il 31 dicembre 1943 e nei giorni 1-2-3- gennaio 1944 i nazisti incendiarono la città per la seconda volta, massacrando molti civili e attaccano i partigiani sulla Bisalta. Il 27 aprile 1944 ha avuto luogo l’ultimo feroce eccidio da parte dei nazisti in ritirata: vennero fucilati 9 bovesani.

A Boves il Museo della Resistenza è dedicato alla memoria della resistenza italiana ed in particolare a quella bovesana. In esso è esposta la raccolta dal titolo “Impressioni – Momenti di vita partigiana”, composta da 150 quadri, tra disegni, pastelli ed olii, eseguiti dal vero dalla pittrice Adriana Filippi, nel tempo e sul luogo dell’azione partigiana con i personaggi operanti sulla Bisalta tra l’8 settembre 1943 e l’aprile 1945.

In occasione delle celebrazioni del XXV aprile Boves sarà l’ultima tappa della visita del Presidente della Repubblica Italiana. A partire dalle ore 15.30 in piazza Italia si terrà il concerto della Banda Silvio Pellico “La Rumorosa”. A seguire ci sarà la coinvolgente esibizione degli sbandieratori di Cherasco.

Tutte le modifiche alla viabilità (leggi qui).

Chiusa Pesio

A Chiusa Pesio il Museo della ResistenzaSentieri delle Memoria” sarà aperto oggi dalle 10.30 alle 12 e dalle 15.30 alle 18 con ingresso gratuito. Il Museo è costituito da decine di immagini che si riferiscono alle vicende partigiane nelle valli Pesio, Ellero, Maudagna, Corsaglia e Josina. Molte di esse vennero scattate da don Giuseppe Bruno, giovane cappellano partigiano che aveva la passione per la fotografia, ma la maggior parte fu opera di sconosciuti fotografi d’occasione, non professionisti. Si tratta di fotografie che documentano numerosi momenti di vita partigiana, dagli spostamenti sulla neve alla celebrazione di riti e messe, dal recupero di paracaduti e materiali aviolanciati dagli Alleati alle ore di riposo tra un’azione e l’altra. Ogni immagine è accompagnata da annotazioni circa la sua provenienza, il contesto in cui è stata scattata, la data, l’autore.

A pochi passi dalla Certosa di Pesio si trova il Sacrario Partigiano, dove riposa Ignazio Vian, medaglia d’oro al valor militare, comandante partigiano che combatté sulla Bisalta, catturato e impiccato a Torino. La salma di Ignazio Vian era in una fossa comune a Torino, e venne qui traslata nel 1948, grazie a don Giuseppe Bruno. Il sacrario è stato edificato a partire dall’estate 1945 e vi si accede attraverso una scalinata in pietra che porta ad una semplice cappella.

Borgata Paraloup

La Valle Stura rappresentava uno dei luoghi strategici dell'intero arco alpino meridionale soprattutto per i collegamenti con la Francia attraverso il colle della Maddalena. Qui si costituirono diversi distaccamenti: a Paraloup, a Rialpo di Demonte, ad Andonno e nel vallone dell'Arma sopra Demonte. Nell’agosto del 1944 i tedeschi risalirono la valle per creare un fronte alpino contro gli americani sbarcati in Provenza e questo obbligò alla ritirata verso la Francia dei partigiani della Brigata Rosselli di Nuto Revelli. La Borgata Paraloup, a Rittana, diventata centro culturale grazie alla Fondazione Nuto Revelli, si trova all’interno di una fitta rete di sentieri e piccole mulattiere che collegano le varie borgate, le stesse che percorrevano i montanari e i partigiani. Paraloup si può raggiungere a piedi da Valloriate, dalla Borgata Chiapello della frazione Vallera di Caraglio, dalla frazione San Matteo di Valgrana, da Coumboscuro di Monterosso Grana.

In occasione della Festa della Liberazione in questa località sono state organizzate varie iniziative.

Ad aprire la giornata di oggi sarà una camminata sulle tracce dei testimoni di Nuto Revelli nelle borgate che hanno visto nascere la Resistenza, con ritrovo alle 9 davanti al bar “Andata e Ritorno”.

Alle 11 nel salone comunale di Rittana si terrà la presentazione del libro “Impronte:

28 escursioni nei luoghi e tra le parole dei testimoni di Nuto Revelli” e alle 12.30 tradizionale Pranzo della Liberazione su prenotazione. Nel pomeriggio, dalle 14.30 sul palco del teatro di Paraloup, è in programma “Liberiamoci!” dialogo tra Marco Revelli e il vignettista e scrittore Vauro Senesi. A seguire falò della Liberazione con musica. Info: www.facebook.com/borgataparaloup

Rossana

I monti che circondano Rossana furono testimoni di continue azioni partigiane e di cruenti rastrellamenti operati dai nazifascisti che, con le loro imprese disumane, firmarono episodi drammatici per i resistenti. L’Eco -museo della Resistenza “Il Codirosso” è distribuito su tre sale ricche di reperti e documentazione della lotta partigiana della vallata. Il Museo conserva al suo interno centinaia di reperti storici originali, accuratamente raccolti negli anni da Riccardo Assom, donati da parte dei partigiani stessi o dai loro famigliari. Armi, divise, libri, ma anche disegni, testimonianze audio e interviste costituiscono la collezione museale e ampliano il bagaglio della memoria collettiva rossanese e nazionale.

In occasione del 25 aprile, l’Ecomuseo ripropone l’iniziativa del pic-nic partigiano. Il programma della giornata prevede l’escursione guidata nei luoghi delle Resistenza con ritrovo a Palazzo Garro alle 10.30 al mattino e alle 14.30 al pomeriggio. Il trekking ha la durata di circa un’ora e mezza. Il pranzo consisterà in un pic-nic collettivo nel giardino di Palazzo Garro. Ospiti della giornata saranno il quartetto folk e popolare Alberkant, per un pomeriggio di musica dal vivo. L’Ecomuseo sarà aperto per tutto il giorno ad ingresso libero. Info: www.facebook.com/Ecomuseoilcodirosso

Castello della Manta

La Resistenza è anche la storia di coloro che hanno sostenuto i partigiani, li hanno accolti nelle loro case, curati, nutriti e nascosti durante i rastrellamenti: contadini, montanari, religiosi, funzionari, appartenenti alle forze dell’ordine. Sostenere la Resistenza comportava rischi altissimi di rappresaglia: case distrutte, impiccagioni, deportazioni. Tra coloro che hanno messo a repentaglio la propria vita e quella dei loro cari, vi erano anche dei nobili.

Il Castello della Manta, situato sulle colline vicino a Saluzzo, durante la Seconda guerra mondiale accolse persone in fuga, disertori, famiglie sfollate, gruppi di suore e, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, offrì alla componente “in armi” della Resistenza quell’indispensabile supporto logistico, di aiuto e protezione e di informazioni, senza il quale il movimento partigiano non avrebbe potuto radicarsi sul territorio e superare le fasi di difficoltà militare. Le prime bande di partigiani appena formate avevano trovato rifugio nei meandri del maniero e la contessa Bona Gay di Quarti, insieme alla cognata Maud Provana, gestiva il tutto con molta attenzione perché il pericolo era sempre alle porte. I partigiani alloggiavano nel sottotetto e in caso di incursione delle truppe tedesche si riversavano nei grandi vasconi.

A coloro che visitano il Castello della Manta, dopo aver ammirato gli splendidi affreschi della Sala Baronale, viene raccontata questa storia e mostrata la fotografia che ritrae la Contessa Maud Provana.

Langhe e Roero

Alla fine del 1944 i comandanti Giustizia e Libertà decisero di sfoltire le bande situate nelle valli cuneesi trasferendone i reparti in pianura. Gruppi di partigiani raggiunsero anche Somano, in Alta Langa, dove la "Passeggiata per innamorarsi" è un tracciato di circa sei chilometri che attraversa i luoghi raggiunti dai partigiani di Giustizia e Libertà con la pianurizzazione e dove operavano anche i garibaldini e i partigiani dell’Islafran.

Alcune targhe in legno riportano frasi del comandante partigiano Nello Streri e si può vedere il luogo dove nel gennaio 1945 aerei inglesi effettuarono un consistente lancio di materiale bellico, vestiario, medicinali e generi alimentari destinati ai resistenti che operavano in queste zone. Lungo la passeggiata si possono ammirare, nella località Garombo il rifugio partigiano e il monumento alla Resistenza eretto a memoria dei partigiani G.L. che qui hanno combattuto. Tra di loro c’era anche il celebre partigiano francese Luis Chabas noto come Lulù.

A Mango è stato tracciato il “Sentiero del Partigiano Jonny” nei luoghi che furono protagonisti delle vicende narrate nelle opere di Beppe Fenoglio, scrittore e partigiano.

Mango ha accolto lo scrittore durante la guerra di Resistenza, che si consumava strenuamente su tutte le colline dall’Alta alla Bassa Langa e non solo, nel nome di una libertà da riconquistare ad ogni costo, anche della propria vita.

Nelle Langhe e nel Roero il 78° Anniversario della Liberazione verrà celebrato con tante iniziative. Ad Alba oggi, alle 10, nella Chiesa di San Giuseppe, ci sarà la Messa per il decimo anniversario della beatificazione di padre Girotti, con i canti del Coro Stella Alpina. Alle 10, in Fondazione Mirafiore è in programma la “Passeggiata resistente” nel Bosco dei Pensieri, con le letture di Antonio Scurati e Fredo Valla accanto a Paola e Oscar Farinetti. Sempre oggi, alle 11, a Valdivilla di Santo Stefano Belbo, commemorazione dei Caduti della II Divisione Langhe davanti al sacrario. Nella stessa giornata, a Treiso, alle 20, marcia commemorativa fino al pilone dei Canta, la cappella in memoria dei partigiani caduti nell’area di Treiso, Barbaresco e Trezzo Tinella.

A Dogliani la commemorazione istituzionale del 25 aprile avrà luogo a partire dalle 9.30 con la Santa Messa, a seguire, tra le varie iniziative, verrà reso omaggio alle lapidi dei Partigiani delle Langhe e delle vittime del bombardamento del 31 luglio 1944 e al cippo in memoria dei Caduti civili dell’eccidio della Martina del 16 novembre 1944. Animerà la manifestazione la Società Filarmonica "Il Risveglio". In questa occasione sono stati creati “I Percorsi Doglianesi della Resistenza”, una mappa, visibile su Google My Maps, dedicata alla memoria dei luoghi e delle figure chiave che segnarono gli anni della lotta di liberazione e della fine del fascismo.


A Pocapaglia, all’interno dell’area verde S. Sebastiano, vi è una lapide marmorea con elementi bronzei a perenne ricordo di Danilo Ballerini, studente di Giurisprudenza che aderì alla Resistenza combattendo sulle colline di Bra, dove risiedeva. Figlio di Angelo, Maresciallo Maggiore dei Reali Carabinieri, comandante della stazione di Bra, Danilo perse la vita a 19 anni durante uno scontro con truppe fasciste. A seguito della morte del figlio il padre, a cinquant’anni entrò nella banda partigiana. Catturato, incarcerato e torturato dai nazifascisti morirà nel settembre del 1945 in conseguenza delle sevizie subite. Danilo e il padre Angelo risposano nella tomba dei partigiani nel cimitero di Bra.

La celebrazione pubblica della Liberazione a Bra è in programma oggi, martedì 25 aprile, alle 16.30 in piazza Caduti per la Libertà. Interverranno il sindaco Gianni Fogliato e il presidente del Consiglio comunale Fabio Bailo; a seguire, l’esibizione della banda cittadina Giuseppe Verdi e il concerto del gruppo di musica popolare tutto al femminile “Le Madamé”.


Bastia Mondovì


Bastia Mondovì il sentiero “Storia e memoria delle formazioni autonome” ha come tappa il Sacrario di San Bernardo che, inaugurato nel 1947 e voluto dal comandante “Mauri”, custodisce sul sagrato della chiesa i resti di sette caduti della guerra di Liberazione. Sulle lapidi del vialetto sono scolpiti i nomi di oltre 800 caduti della lotta di Liberazione che, dal settembre 1943 all’aprile 1945, persero la vita nelle valli Casotto, Corsaglia, Ellero e nelle Langhe. Tra essi molti stranieri.

Il sacrario venne eretto sulla collina più alta del territorio con una vista spettacolare sul territorio circostante. L’opera fu finanziata con i contributi di vari Enti ma soprattutto grazie alla collaborazione di molti volontari e fu inaugurato il 14 ottobre 1951, dal Capo del Governo Alcide De Gasperi alla presenza di numerose autorità politiche, militari e religiose giunte per l’occasione da ogni parte d’Italia.


Sentieri della Libertà


Sentieri della Libertà sono itinerari che attraversano i siti che sono stati teatro di persecuzioni, eccidi, fughe e battaglie. La maggior parte di essi si trova in montagna o in collina e le tappe sono per lo più rappresentate da case, borgate, cappelle, radure, valichi, qualche piccolo paese e alcune città, luoghi significativi della Resistenza. Percorrendoli si potranno vedere i luoghi dove si svolgeva la quotidianità della vita dei partigiani, le case dove nascondevano armi e viveri, i loro ospedali clandestini, i posti di guardia, i luoghi dei più importanti scontri militari, le vie di fuga durante i rastrellamenti. Sarà possibile ripercorrere le tappe degli eccidi compiuti dai nazifascisti, visitare i sacrari partigiani e fermarsi davanti alle lapidi, alle targhe, ai cippi eretti a ricordo dei caduti.

In Valle Varaita, i percorsi partono da Verzuolo, Costigliole Saluzzo, Venasca, da Valmala, da Rossana e da Lemma.

Nei venti mesi della lotta di liberazione la valle Maira fu presidiata dai partigiani garibaldini guidati dal comandante "Steve". Il centro dell'organizzazione fu l'intera area di Roccabruna con le sue 93 borgate costantemente presidiate e collegate tra loro dai diversi reparti della 104ª Brigata Garibaldi. I percorsi in questa valle partono da Roccabruna, Villar San Costanzo, San Damiano Macra e Cartignano.

In Valle Grana il sentiero della Resistenza (20 km con partenza da Valgrana) porta alla borgata di San Matteo, dove nei locali della scuola adiacente alla chiesa parrocchiale avevano trovato rifugio e si erano organizzati i partigiani. I tedeschi sin dai primi di gennaio avevano iniziato una serie di rastrellamenti contro le prime formazioni partigiane e il 12-13 gennaio 1944 è la volta dell'offensiva nella valle Grana. In questa battaglia Duccio Galimberti venne ferito e, mentre i nazifascisti bruciarono San Matteo e le borgate intorno, venne portato in salvo a Rittana e poi a Borgo San Dalmazzo; dai lì verrà condotto prima Canale d’Alba; quindi, a Torino dove rimarrà nascosto fino alla guarigione.

Le Valli Monregalesi e la Val Tanaro videro svilupparsi sul loro territorio un importante movimento partigiano composto da gruppi molto diversi tra loro, anche per ispirazione politica: dagli autonomi di Enrico Martini “Mauri” a quelli della valle Pesio e ai garibaldini.

L’Alta Valle Pesio fu teatro della Battaglia di Pasqua. I sentieri della Libertà, a ricordo di quei drammatici episodi, partono da Valcasotto, Bastia Mondovì, Upega, Certosa di Pesio e Prea.


Per saperne di più sui percorsi e sui luoghi citati:
Guida "I sentieri della Libertà in Provincia di Cuneo", a cura di Piermario Bologna, Piùeventi edizioni, Cuneo, 2011.

Calvino Paolo “Il Cammino della Resistenza”, Fusta Editore, Saluzzo, 2021

https://turismo.unionemonregalese.it/itinerari-partigiani-nel-monregalese

www.istitutoresistenzacuneo.it

www.memoriadellealpi.org

www.stradememoriepartigiane.it


Bruna Aimar

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