Oltre 100mila euro. A tanto ammonta il primo sommario rendiconto delle spese che il Comune di Alba ha dovuto sostenere per gli interventi messi in campo durante e dopo l’emergenza dovuta alla tromba d’aria che, dopo quella di meno di un anno fa, lunedì 4 luglio è tornata a investire la capitale delle Langhe, causando allagamenti, la caduta di decine di alberi e innumerevoli danneggiamenti a tetti e coperture in diverse zone della città.
A tirare tali somme, nell’attesa che gli uffici comunali dettaglino in modo più specifico la lista di quanto impegnato per il lavoro degli operai e delle decine di ditte mobilitate durante e dopo il passaggio della violenta perturbazione (il conto delle opere realizzate in forza dell’ordinanza di "somma urgenza" firmata ieri dal sindaco potrebbe anche salire in modo significativo), è l’assessore comunale ai Lavori Pubblici Massimo Reggio, ancora una volta investito del compito di coordinare le azioni della Protezione civile durante il nubifragio e quindi stilare una conta di danni che, spiega al nostro giornale, "sono ingenti, sia sul fronte delle proprietà private che di quelle pubbliche".
Tra queste seconde rientrano le operazioni resesi necessarie per la rimozione di piante e rami sradicate da un vento che, secondo dati Arpa, ha spirato sulla città a una velocità di 54,4 km/h (24 millimetri l’ora la quantità di pioggia in caduta alla stessa ora), ma anche quelle che ieri, martedì, hanno visto i tecnici dell’Enel impegnati nel ripristinare le linee elettriche i cui cavi sono stati piegati o tranciati in corso Enotria e strada Cauda.
"Al netto di queste possiamo dire che tutto sommato è andata bene – dice Reggio –, alla fine nessuno si è fatto male e non era scontato viste la violenza e l’eccezionalità della precipitazione. Fortunatamente il grande platano caduto in via Dario Scaglione ha solamente lambito la vicina abitazione verso cui è franato, non provocando particolare danni e soprattutto non investendo passanti".
DECISIONI DA PRENDERE SU QUELL’ALBERATA
Anche questione di fortuna, in qualche modo, e considerato quanto emerso dalle prime verifiche messe in atto dai tecnici comunali sulla ventina di piante di quell’alberata. Con riscontri che potranno portare a scelte anche dolorose, per evitare che una simile evenienza possa avere domani conseguenze diverse.
"Certo quella situazione ci imporrà delle valutazioni. I nuovi accertamenti compiuti dai tecnici dopo il crollo hanno portato a concludere come quegli alberi presentino un apparato radicale molto esiguo, a dispetto dell’importante altezza delle piante. Dico questo ricordando come l’intero patrimonio arboreo della città sia schedato e tenuto sotto costante osservazione da parte dei nostri tecnici. Su tutte le piante viene compiuto un’esame secondo la metodologia Vta volta a stabilirne anche la stabilità e ogni anno vengono stanziate somme importanti per effettuarne le potature e tutti gli altri interventi necessari a mantenerle con cura. In casi come questi possono però emergere evidenze come quelle risultate per i platani di via Dario Scaglione, dove un albero è caduto e altri si sono inclinati pericolosamente. Valuteremo il da farsi, detto che sul tema non mi sono ancora confrontato col sindaco. Ma certamente non possiamo rischiare che alla prossima occasione qualcuno possa rimanere ferito, o peggio, per la caduta di una pianta".
SOPRALLUOGHI NELLE SCUOLE
Sempre ieri i tecnici del Comune hanno intanto completato i sopralluoghi predisposti in tutte le scuole della città, alcune delle quali in queste settimane vengono utilizzate per i vari campi dell’Estate Ragazzi, e in diversi casi è emersa la necessità di compiere interventi con cestelli.
"SERVE UN PATTO DI TERRITORIO"
Intanto si ragiona su nuovi interventi di regimazione delle acque, dopo quelli già compiuti in questi anni nella zona di San Cassiano, corso Langhe e corso Cortemilia, e dopo gli importanti investimenti annunciati per la realizzazione degli scolmatori del rio Misureto e di strada Osteria.
"Forse – continua in proposito l’assessore Reggio - per troppi anni siamo rimasti fermi, su questo fronte, e in ogni caso serviranno nuovi importanti investimenti volti al contenimento di un rischio idrogeologico sempre più presente, nella nostra realtà. Ma quello che servirebbe sopra ogni altra cosa è un patto col territorio, strutturato e seriamente applicato dai privati che hanno la proprietà o la gestione dei fondi, e di quelli agricoli in particolare. Occorre che ciascuno nel proprio terreno si impegni per una corretta regimazione delle acque. E bisogna sensibilizzare gli agricoltori affinché, ognuno per la propria parte, si capisca l’importanza della cura del territorio e anche che i terreni non vanno denunati, continuamente lavorati per tenerli in ordine, mentre gli ultimi boschi vengono rimossi per fare spazio a nuove colture. Diversamente possiamo fare quanti scolmatori vogliamo, ma se l’acqua continua a scendere dalle colline come stiamo vedendo sarà molto difficile evitare che ognuna delle ormai ricorrenti bomba d’acqua che ci piove addosso si trasformi in un disastro".