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Economia | 01 febbraio 2022, 18:52

L’albese Benassi entra a far parte del Gruppo ReLife Recycling

Con 100 addetti e 15 milioni di fatturato la storica azienda con sede a Guarene cambia denominazione ed entra a far parte della compagine guidata dall’importante player europeo dell’economia circolare

Da sinistra Edoardo ed Eugenio Benassi, terza generazione entrata in azienda

Da sinistra Edoardo ed Eugenio Benassi, terza generazione entrata in azienda

Da oggi, 1° febbraio, Benassi diventa ReLife Recycling, aprendo un nuovo capitolo della sua storia. Fondata negli anni ’70 da Settimo Benassi per dare una risposta alle esigenze di gestione ambientale per le imprese del territorio (prima fra tutte la Ferrero di Alba), la storica azienda albese è stata accresciuta e rafforzata da Ermanno Benassi.

Oggi l’azienda, guidata da Edoardo Benassi (terza generazione) e Andrea Farfariello, negli ultimi anni ha esteso la presenza degli impianti di riciclo a Guarene, Madonna dell’Olmo, nel Cuneese, Gaglianico (Biella), Grugliasco e Piobesi (Torino), facendo diventare l’azienda il benchmark dell’economia circolare del Piemonte.

Con una prospettiva di fatturato superiore a 30 milioni di euro, un indotto sul territorio stimato in 15 milioni di euro e quasi 100 persone impiegate nelle diverse province, Benassi rappresenta da oltre 50 anni un fondamentale punto di riferimento per le raccolte differenziate e le aziende del Piemonte. Un punto di forza che troverà un moltiplicatore di eccellenza nella presenza in regione della Cartiera ReLife Paper Mill a Bosco Marengo, in provincia di Alessandria, e degli scatolifici di Relife Paper Packaging a Vercelli.
 
Dal 1° febbraio diventa ufficiale, dunque, il cambio di denominazione e l’incorporazione dell’azienda nella divisione produttiva Recycling del Gruppo ReLife, che vuole operare a livello internazionale nel settore dell’economia circolare attraverso la produzione di imballaggi sostenibili, quali scatole e film riciclato, ottenuti dalla raccolta e dalla trasformazione di rifiuti valorizzabili.
 
“Il cambio di denominazione ha un’importanza epocale per la nostra azienda e per la mia famiglia – dichiara Edoardo Benassi, nipote del fondatore –. Da singola impresa locale diventiamo parte di integrante di un player che compete a livello europeo nel settore dell’economia circolare. Da oggi siamo una realtà diversa: più integrata e più rilevante nel processo di sviluppo di un gruppo industriale realmente innovativo, nel nostro Paese e a livello internazionale.”
 
“La presenza territoriale dei nostri impianti piemontesi ne uscirà rafforzata”, spiega Andrea Farfariello, manager e socio di ReLife Recycling: “Il cambio di nome di Benassi avviene nel segno della continuità. Siamo ben lieti di essere soci nella nuova avventura con F2i, il fondo di caratura internazionale che con il 70% delle azioni della compagine darà all’azienda e al gruppo la forza e la solidità per espandersi a livello europeo e, al tempo stesso, per accentuare il proprio radicamento a livello locale”.
 
“ReLife entra nel futuro – sottolinea Paolo Benfante, ceo di ReLife Recycling –. Da oggi, il Gruppo si presenta sul mercato come produttore di imballaggi sostenibili, provenienti dalla raccolta e dalla trasformazione di rifiuti valorizzabili. Una realtà che si pone obiettivi importanti, quali l’abbattimento delle emissioni di CO2, garantire la massima sostenibilità dei propri prodotti, moltiplicare il valore per i clienti, che sono al tempo stesso fornitori, ma soprattutto partner di questo modo di fare economia circolare”.

ReLife Group nasce nel 2013 dall’intuizione dei fratelli Marco e Paolo Benfante, titolari dell’omonima srl fondata negli anni ’50 per la raccolta della carta da macero, e di Enzo Scalia insieme al fondo Xenon Private Equity. Dal luglio scorso, la maggioranza del pacchetto azionario appartiene a F2i, il maggiore gestore indipendente italiano di fondi infrastrutturali.
ReLife Group rappresenta un unicum nel panorama nazionale ed europeo per il suo modello di crescita, dal momento che è in grado di proporre ai propri clienti nuovi prodotti derivanti dalla trasformazione dei rifiuti - carta, plastica, legno, metalli - da loro stessi forniti.  

Le attività produttive sono organizzate in quattro divisioni:
- ReLife Recycling (con oltre 700 mila tonnellate di rifiuti avviati a riciclo)
- ReLife Paper Mill (con oltre 115 mila tonnellate di bobine di cartoncino grigio prodotte da macero)
- ReLife Paper Packaging (con oltre 80 mila tonnellate di scatole prodotte)
- ReLife Plastic Packaging (con oltre 15 mila tonnellate di prodotti plastici).

I siti produttivi, 18 in totale, si trovano in Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto e Toscana e generano un fatturato di 260 milioni di euro.

Redazione

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