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Attualità | 30 agosto 2019, 11:43

La Morra, giornata di sciopero alla Prestel Avio: lavoratori denunciano ritardi negli stipendi

Nuove difficoltà per la storica azienda, che in località Batasiolo impegna una quarantina di addetti. Sindacato chiede rassicurazioni alla proprietà e l’interessamento delle istituzioni locali

L'azienda di località Batasiolo a La Morra

L'azienda di località Batasiolo a La Morra

Otto ore di sciopero e altre iniziative di protesta in arrivo se non si troveranno soluzioni in grado di uscire da una situazione di incertezza che interessa una quarantina di lavoratori.

E’ quanto la Fiom Cgil ha proclamato per oggi, venerdì 30 agosto, alla Prestel Avio di La Morra, i cui addetti denunciano ritardi negli stipendi giunti a superare i due mesi, oltre ad altre problematiche riguardanti gli adeguamenti contrattuali e il welfare aziendale.

Nata nel 1957 per la produzione di proiettori e televisori a proiezione, lungo i suoi oltre 60 anni di storia la Prestel ha gradualmente differenziato il propio campo di attività estendendolo prima agli amplificatori, agli accessori per impianti televisivi e ai misuratori di campo. Nel 1987 l’ingresso nel settore aerospaziale, diventato poi il principale ambito operativo dell’azienda (recentissimo l’ingresso nell’automotive), da anni leader italiano nell’industrializzazione, ingegneria, realizzazione e test di cablaggi elettrici e avionici per aeromobil, sia in ambito civile che militare.

"Una realtà storica, ma che vive purtroppo una situazione non facile – spiega Domenico Calabrese, della segreteria provinciale Fiom Cgil –, figlia delle difficoltà con le quali l’azienda si sta confrontando ormai da alcuni anni, e dal 2015 a questa parte in particolare. Alla base ci sono soprattutto i mutati scenari di mercato sopraggiunti in un settore particolarmente competitivo: un contesto nel quale i clienti si sono ridotti a pochi grandi soggetti capaci di imporre ai fornitori le proprie condizioni e nel quale, nonostante anche le nostre pressioni in questo senso, la direzione aziendale non è evidentemente riuscita a organizzare un’opportuna diversificazione nelle attività offerte e nella committenza".

Un contesto fattosi quindi critico, per superare il quale non è bastata l’uscita per mobilità volontaria di alcuni dipendenti incentivata negli anni scorsi, tanto che le criticità si sono ora ripresentate all’attenzione delle rappresentanze sindacali.

"Siamo preoccupati – continua Calabrese – anche perché le nostre richieste di predisporre un opportuno piano di ammortizzatori sociali sono sinora cadute nel vuoto. Al contempo, nel corso dei diversi incontri tenuti recentemente con la proprietà, quest’ultima ha ventilato propositi di rilancio da esperire tramite la ricerca di partnership industriali, la cessione di rami d’azienda o il reperimento di nuova liquidità da immettere in azienda. Ma a queste ipotesi non si sono purtroppo accompagnate sufficienti rassicurazioni circa il mantenimento dei livelli occupazionali. Una prospettiva preoccupante, se si tiene cono che parliamo di una platea di persone con un’età che non permette di guardare alla pensione, tutte con famiglia e nella quale peraltro vi sono numerose donne con figli".

"Tramite l’assemblea tenuta nella scorsa settimana abbiamo così deciso per questa prima giornata di sciopero – conclude Calabrese –, ma confidiamo anche in un serio interessamento delle istituzioni, a partire da quelle locali, affinché si possano trovare rapidamente soluzioni adeguate".

Ezio Massucco

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