Ci voleva una sedicenne svedese, Greta Thunberg, per risvegliare le coscienze del mondo, e soprattutto quelle dei giovani come lei, sul rischio prodotto dall’aumento del riscaldamento globale e i conseguenti cambiamenti climatici che porterebbero a una autodistruzione del Pianeta nemmeno così lontana. Non sono riusciti nell’intento gli appelli di Papa Francesco e quelli dei Capi di Stato, degli scienziati e degli ambientalisti più lungimiranti.
Venerdì 15 marzo, sollecitati dall’iniziativa della ragazza di Stoccolma che, dall’agosto 2018, ogni venerdì, non va a scuola e sosta con il cartello “Sciopero scolastico per il clima” davanti al Parlamento del suo Paese, hanno marciato milioni di studenti, e non solo, in oltre 2000 luoghi del mondo. Anche in Italia, nel Piemonte e in provincia di Cuneo. Obiettivo? Chiedere agli adulti di occuparsi concretamente, e non a parole, di salvare la Terra. Una grande e straordinaria manifestazione senza colori politici. Perché il Pianeta e il suo futuro sono di tutti.
Le parole di Greta pronunciate lo scorso dicembre in Polonia, alla Conferenza Internazionale sul clima, rappresentano una frustata micidiale per i governanti e gli adulti in genere. “Voi - ha detto - parlate solo di andare avanti con le stesse idee sbagliate che ci hanno messo in questo casino, anche quando l’unica cosa sensata da fare è tirare il freno di emergenza. Non siete abbastanza maturi per dire le cose come stanno, anche questo fardello lo lasciate a noi bambini”.
E ancora: “Nel 2078 festeggerò il mio settantacinquesimo compleanno. Se avrò dei bambini probabilmente passeranno quel giorno con me e forse mi faranno domande su di voi. Forse mi chiederanno come mai non avete fatto niente quando era ancora il tempo di agire. Dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa, ma gli state rubando il futuro proprio davanti ai loro occhi. Finché non vi concentrerete su cosa deve essere fatto anziché su cosa sia politicamente meglio fare, non c’è alcuna speranza. Ci avete ignorato in passato e continuerete a farlo. Siete rimasti senza scuse e noi siamo rimasti senza più tempo”.
Negli ultimi decenni la mano dell’uomo ha colpito, violentato, distrutto, saccheggiato la Natura attraverso gli sprechi energetici, le cementificazioni invasive, il rilascio in atmosfera di gas tossici, l’interramento di materiali pericolosi, la produzione di rifiuti oltre ogni limite. E la Natura si è ribellata, provocando eventi meteorologici estremi, dissesti idrogeologici continui, malattie sempre nuove e difficili da curare.
Soluzione? Invertire la rotta. Iniziando dai piccoli gesti quotidiani: in casa, a scuola, sul lavoro e nel tempo libero, Alla cui attuazione possono contribuire tutti, anche le ragazze e i ragazzi che hanno marciato il 15 marzo. Come ha sottolineato sempre Greta in Polonia: “Noi siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no”.
E il cambiamento lo si realizza solo modificando le abitudini consolidate. Pur con la speranza che chi governa le nazioni trovi un accordo capace di contenere i danni. Perché la politica mondiale sui cambiamenti climatici deve fare la sua parte.













