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Attualità | 22 novembre 2018, 10:25

Legalità come risorsa: pubblico delle grandi occasioni per l’incontro all’Aca di Alba

Evasione fiscale, corruzione, criminalità: una preoccupante ricognizione sui mali del Paese col fondatore di Libera don Luigi Ciotti e l’ex procuratore antimafia Giancarlo Caselli

L'intervento del giudice Giancarlo Caselli, una carriera impegnata nella lotta a mafie e terrorismo

L'intervento del giudice Giancarlo Caselli, una carriera impegnata nella lotta a mafie e terrorismo

Importante riscontro per l’appuntamento con la legalità che, organizzato martedì sera dall’Associazione Commercianti Albesi, ha visto protagonisti due paladini della lotta alla criminalità nel nostro Paese: don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione “Libera contro le mafie” e l’ex magistrato Gian Carlo Caselli, già procuratore nazionale antimafia.

Alla presenza del presidente Giuliano Viglione e della direzione Aca, delle autorità cittadine e del vescovo monsignor Marco Brunetti, la sala convegni “Alba” non è bastata a contenere il numerosissimo pubblico accorso e la serata è stata seguita in collegamento video anche dalla vicina sala “Unesco”.

L’appuntamento dal titolo “Legalità. Una risorsa per tutti”, si è svolto all’interno della giornata della legalità indetta a livello nazionale, come ogni anno, da Confcommercio-Imprese per l’Italia e condivisa ad Alba con il Gruppo Terziario Donna.

Parole a volte forti, quelle degli ospiti, che hanno risposto alle domande dell’ex direttore di Rai Piemonte Gian Mario Ricciardi e del pubblico in sala, evidenziando come dal successo della legalità possano derivare un recupero di ricchezza e un passo avanti verso la soluzione della crisi economica, ancora lungi dall'essere superata.

Caselli ha presentato i numeri preoccupanti dell’evasione fiscale, oltre 120 miliardi di euro all’anno di cui il 30% esportato all’estero, della corruzione che vale 60 miliardi, e della mafia il cui giro d’affari è stimato probabilmente al ribasso in oltre 150 miliardi di euro all’anno, di cui 22 miliardi solo dalle agromafie.

"La Mafia ha assunto nuove e più subdole forme di intimidazione – ha dichiarato Caselli –. La tendenza è quella di inserirsi dove ci sono buoni guadagni ma pochi rischi e bassa esposizione, penetrando ovunque in maniera silente, dal campo, al trasporto, alla tavola, alla ristorazione. Il commercio può dare ai traffici della mafia una parvenza di legalità e rispettabilità. Non è più il tempo, infatti, di pizzo, coppola e lupara. Oggi la mafia compra o diventa socia di esercizi commerciali. Ma non è una battaglia persa: è importante sapere come funzionano le cose per affrontarle e lavorare insieme".

Nel suo intervento don Ciotti ha posto l’accento sull’importanza del recupero dell’etica "come base di ogni professione" e citando Papa Francesco ha invitato ognuno "a fare la sua parte nella lotta a favore della giustizia e dell’educazione al rispetto della stessa, che è il primo e più prezioso bene per il futuro. I segnali positivi ci sono, come il ritorno alla società dei beni e dei territori confiscati alla mafia. Ma servono chiari e fermi gesti da parte dello Stato, non mezze leggi come quelle sul gioco d’azzardo".

"Un pubblico numeroso ed eterogeneo ci ha gratificati – ha dichiarato a commento della serata il presidente Aca Viglione -. Siamo lusingati di aver potuto ospitare don Ciotti e il dott. Caselli, che hanno approfondito il concetto della legalità anche nei termini della prevenzione necessaria ad impedirne l'attecchimento in realtà ricche e sane come la nostra, non esenti però da rischi. Li ringraziamo per la disponibilità e per aver creato interessanti spunti di riflessione, come dimostrato dalle tante domande poste dai presenti".

Redazione

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