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Attualità | 31 dicembre 2025, 09:20

Notte di san Silvestro, perché si chiama così la notte tra il 31 dicembre e il 1º gennaio

È la vigilia di capodanno. Tra i must anche la veglia di preghiera con le Sorelle Clarisse di Bra

San Silvestro, credit Musei Vaticani

San Silvestro, credit Musei Vaticani

La notte di san Silvestro è celebrata in diversi modi a seconda dei Paesi. Si chiama così, perché il 31 dicembre il santo che si festeggia è appunto Silvestro papa. Il 31 dicembre viene spesso anche erroneamente chiamato capodanno, pur trattandosi in realtà solo della vigilia di esso.

San Silvestro, ultimo giorno dell’anno

San Silvestro è stato il primo Papa di una Chiesa non più minacciata dalle terribili persecuzioni dei primi secoli. Nell’anno 313, infatti, gli imperatori Costantino e Licinio hanno dato piena libertà di culto ai cristiani, essendo papa l’africano Milziade, morto l’anno dopo. Gli succede il prete romano Silvestro. A lui Costantino dona come residenza il palazzo del Laterano, affiancato più tardi dalla basilica di San Giovanni, e costruisce la prima basilica di San Pietro. Il lungo pontificato di Silvestro, durato 21 anni, è però lacerato dalle controversie disciplinari e teologiche, e l’autorità della Chiesa di Roma su tutte le altre Chiese. Nel Concilio di Arles e di Nicea papa Silvestro non ha alcun modo di intervenire: gli vengono solo comunicate, con solennità e rispetto, le decisioni prese. Fu il primo a ricevere il titolo di “Confessore della fede”.

La notte in Italia

In Italia è tradizione fare la cosiddetta “cena di capodanno” o “cenone”, un abbondante pasto, in cui il piatto tradizionalmente più caratteristico è lo zampone o il cotechino con le lenticchie. In genere si usa fare il “veglione” cioè stare svegli fino a mezzanotte passata, per festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Solitamente si trascorre la serata in famiglia, o con gli amici, ma anche in piazza, dove si organizzano concerti o feste varie.

Si usa, generalmente a partire da 10 secondi prima della mezzanotte, fare il conto alla rovescia fino ad arrivare a zero, dove si augura il buon anno, si brinda stappando lo spumante e guardando i fuochi d’artificio.

È tradizione, quando si fa il conto alla rovescia, tenere in mano, oltre al bicchiere di spumante, anche dell’uva e tre monetine diverse, come portafortuna. Ogni regione italiana possiede le proprie tradizioni. In alcune regioni, per esempio, si gioca a tombola o ad alcuni giochi per intrattenersi fino al nuovo anno.

Happy New Year con una veglia di preghiera al Monastero delle Clarisse di Bra

Le Sorelle Clarisse di Bra, per dare il benvenuto al 2026, ci presentano un programma alternativo. L’appuntamento è mercoledì 31 dicembre presso il Monastero di viale Madonna dei Fiori, 3. Si comincia alle ore 22 con il Rosario per la pace e si proseguirà alle 22.30 con l’Adorazione Eucaristica guidata e alle 23.30 la prima Santa Messa dell’anno nella solennità della Madre di Dio con la consegna del Santo protettore. Al termine, lo scambio di auguri in perfetta letizia francescana.

Questa iniziativa coinvolge sempre tante famiglie e giovani, partendo da quei principi di fede autentica che, nell’era della globalizzazione, non fanno più notizia.

Iniziare il 2026 con l’Eucaristia e non con botti, alcol e musica, vuole essere segno di affidamento al Signore e alla Vergine Maria, particolarmente nella Giornata mondiale della pace che cade il 1° gennaio di ogni anno.

Scopo della Giornata è dedicare il capodanno alla riflessione e alla preghiera per la pace. La ricorrenza è stata istituita da papa Paolo VI ed è stata celebrata per la prima volta il 1° gennaio 1968. Quest'anno ricorre quindi la 59° Giornata mondiale della pace e il messaggio di papa Leone XIV è collegato ai difficili tempi che viviamo: «La pace sia con tutti voi: verso una pace “disarmata e disarmante”».

Silvia Gullino

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