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Attualità | 30 dicembre 2025, 06:07

Influenza e virus intestinali, è allarme contagi: la variante K colpisce anche la pancia con nausea, vomito e diarrea

Atteso oggi il bollettino dell'Istituto Superiore di Sanità dopo lo slittamento natalizio: previsti numeri in forte crescita

Influenza e virus intestinali, è allarme contagi: la variante K colpisce anche la pancia con nausea, vomito e diarrea

L'ombra dell'influenza si allunga sulle festività natalizie, con milioni di italiani che rischiano di trascorrere il Capodanno a letto. La combinazione di viaggi, cenoni e assembramenti tipici del periodo sta creando le condizioni perfette per un'esplosione dei contagi, mentre una nuova variante del virus A H3N2 si aggiunge al già affollato panorama dei patogeni in circolazione.

Secondo i medici e i dati raccolti da Adnkronos, nelle prossime due settimane si prevede un'espansione significativa del numero di malati. Sei milioni di italiani in movimento, tra folle nei mercatini natalizi, cenoni familiari e brindisi di fine anno, rappresentano altrettante occasioni di contagio difficili da evitare. Il quadro si complica grazie alla difficoltà di distinguere tra i numerosi virus respiratori e intestinali che circolano contemporaneamente in questa stagione.

Il bollettino ufficiale dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), generalmente pubblicato ogni venerdì, non è uscito il 26 dicembre, ma solamente ieri, lunedì 29. Una scelta che ha fatto discutere la comunità scientifica, con il virologo Roberto Burioni che sottolinea come le malattie non conoscano feste e l'infettivologo Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova, che paragona la situazione a quella degli ospedali, dove il servizio non si ferma mai. Quando il report sarà finalmente disponibile, gli esperti si aspettano numeri in decisa crescita, con il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario di azienda dell'IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant'Ambrogio di Milano, che prevede circa un milione di infezioni respiratorie acute nell'ultima settimana.

La situazione in Piemonte e nella provincia di Cuneo conferma il trend nazionale, con una co-circolazione intensa di virus respiratori e intestinali che sta mettendo sotto pressione i pronto soccorso e gli ambulatori.  Già all'inizio di dicembre dall'ospedale Ferrero di Verduno, il direttore della Medicina Fulvio Pomero insieme a Valerio Del Bono, primario del reparto di Malattie Infettive del Santa Croce e Carle di Cuneo, avevano descritto un quadro caratterizzato da due ondate parallele: una respiratoria con influenza stagionale arrivata prima del previsto e una intestinale con gastroenteriti virali acute (leggi l'articolo).

I sintomi dell'influenza classica rimangono quelli noti: esordio brusco con febbre alta superiore ai 38,5 gradi, dolori muscolari diffusi soprattutto alla schiena e alle articolazioni, mal di testa intenso, tosse secca e stizzosa, bruciore agli occhi che diventano arrossati e lacrimosi. A questi si aggiungono malessere generale, svogliatezza e perdita di appetito che possono durare dai quattro ai cinque giorni. La forma attuale viene definita dai medici cuneesi come aggressiva ma non pericolosa, anche se richiede attenzione particolare per anziani, bambini piccoli e persone fragili.

Accanto all'influenza vera e propria circolano però numerosi altri virus che possono confondere il quadro clinico. Gli enterovirus causano quella che impropriamente viene chiamata influenza intestinale, con nausea intensa, vomito, crampi addominali e diarrea che durano generalmente dalle 24 alle 72 ore. Il Covid-19 continua a circolare con sintomi che vanno dal banale raffreddore a forme più severe nei soggetti fragili, mentre il virus respiratorio sinciziale resta una minaccia soprattutto per i lattanti, anche se in Piemonte la profilassi con anticorpi monoclonali ha già permesso di somministrare oltre 12mila dosi riducendo significativamente i casi gravi.

Le raccomandazioni degli esperti per affrontare l'ondata di contagi rimangono quelle consolidate ma spesso trascurate: aprire le finestre almeno 45 minuti al giorno anche con il freddo intenso per garantire ricambio d'aria, mantenere la temperatura degli ambienti intorno ai 19 gradi evitando l'aria troppo secca dei riscaldamenti, utilizzare asciugamani bagnati sui radiatori per umidificare l'ambiente. E ancora: lavaggio frequente delle mani, uso della mascherina nei luoghi affollati per i soggetti fragili, vaccinazione antinfluenzale per le categorie a rischio.

Il picco della curva epidemica è atteso per gennaio, quando si sommeranno gli effetti dei contagi natalizi con la riapertura delle scuole. Un appuntamento che il sistema sanitario piemontese sta affrontando con percorsi condivisi tra medicina territoriale e ospedali, nella consapevolezza che distinguere tra le diverse forme virali sarà meno importante che gestire appropriatamente i casi in base al livello di rischio e alle condizioni del paziente.

redazione

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