Diciamo subito che la maggior parte dei commenti, davvero tanti, non è dalla parte degli animalisti, anzi.
Sulla questione è intervenuta anche l'azienda che mette a disposizione i cavalli.

E' la saviglianese Servizi in Carrozza il cui titolare, Adamo Martin, esprime il suo dispiacere per queste contestazioni, che colpiscono profondamente l'azienda.
"Da un lato c'è chi ritiene che i cavalli non debbano essere utilizzati in alcun modo. Con questi non può esserci alcun confronto. Poi c'è chi sostiene che i nostri cavalli lavorino in condizioni non adeguate. Noi a chi dice questo, come Servizi in Carrozza, rispondiamo che i cavalli che collaborano con noi godono di un livello di benessere che in natura non sempre sarebbe garantito".
Adamo Martin evidenzia come i loro otto animali vivano all’aria aperta durante il giorno e vengano ricoverati in strutture adeguate la notte.
Non sono considerati animali “da fatica”, ma atleti: ogni aspetto del loro stile di vita è monitorato, dall’alimentazione all’allenamento, fino al recupero prima e dopo le prestazioni.
Anche durante i periodi di minore lavoro vengono seguiti con la stessa attenzione. Nei periodi di lavoro, si allenano tre giorni a settimane e ne lavorano due. Quando non c'è lavoro, si allenano solo per due giorni.
Tra le contestazioni più frequenti c’è l’idea che “i cavalli non vogliano fare questo lavoro”.
Tuttavia, l’azienda sottolinea che il cavallo è da sempre un animale predisposto alla collaborazione con l’uomo. "Un cavallo maltrattato o sfruttato oltre le sue possibilità semplicemente rifiuterebbe il lavoro, si ammalerebbe o darebbe prestazioni insufficienti".
Ribadisce ancora: "I cavalli sono animali intelligenti, ma forse sono proprio gli animalisti a non saperlo. Non puoi far fare loro ciò che non vogliono. Non a lungo, comunque"
Il fatto che i cavalli dell’azienda collaborino da oltre sette anni è, secondo il team, un segnale di benessere e adattamento.
Per dimostrare ulteriormente la correttezza delle proprie pratiche, Servizi in Carrozza ha chiesto all’Università degli Studi di Torino una valutazione scientifica del proprio metodo di lavoro.
Ne è derivata una certificazione, attualmente in fase di validazione anche dal punto di vista legale, come progetto pilota.
L’azienda non solo accetta i controlli, ma li auspica.
Pur rispettando le proteste degli animalisti, ritiene che una verifica esterna e continua possa sgombrare il campo da falsi pregiudizi e proteggere un lavoro che rischia di essere compromesso da chi, senza conoscere la realtà quotidiana di questo settore, ne mette in discussione la professionalità.
"Chi lavora quotidianamente con gli animali e in particolare con i cavalli, intelligentissimi, ne conosce linguaggio e necessità, - conclude Adamo Martin, - mentre chi protesta spesso non ci ha mai avuto a che fare".















