Riceviamo e pubblichiamo.
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Gentile direttrice,
con questa mia vorrei porre l'attenzione sul dilagare del "bullismo" a scuola, anche in questa tranquilla e dormiente cittadina… Cuneo.
Mi sorge spontanea una domanda: quando dirigenti e professori vengono a conoscenza di un caso eclatante ed esplicito di bullismo in classe e non prendono i dovuti provvedimenti, che insegnamento danno? Se le istituzioni preposte (scuole) a istruire i nostr* student* non "istruiscono" al rispetto del più debole, a cosa servono?
La scuola dovrebbe essere l'organo principale su cui i genitori si affidano per l'educazione e formazione dei propr* figl*, anche in materia di accettazione, ma se chi di dovere è esso stesso impegnato a nascondere, come si dice, "la polvere sotto al tappeto", nonostante l'attenzione concreta di genitori presenti, come si fa a pensare di risolvere una piaga così dilagante?
I furbett* a scuola ci sono sempre stati, ma qui stiamo parlando di minacce dirette e indirette al compagn*, con insulti gratuiti anche e sopratutto alla famiglia dell* stess*!
Cosa aspettiamo? Un ulteriore caso di cronaca con titoli a caratteri cubitali, per correre ai ripari? Oppure che l* student* stanc* di essere deris* si faccia giustizia da sol*? Diventando così peggiore dei bull* di turno? Ovviamente senza differenza di genere, ugualmente prepotenti, maleducati e violenti.
Allora poi si farà l'ennesima fiaccolata in memoria di… tanto scenografica quanto inutile… .
L* studente che perde la voglia di andare a scuola per l'ambiente malsano in cui si ritrova dovrebbe far riflettere chi è preposto a tracciare una strada la più possibile giusta al nostro futuro.
Grazie per il tempo e lo spazio dedicatomi.
Lettera firmata














