"Cogli la prima mela": a Saluzzo l’ evento firmato da Coldiretti Cuneo nel frutteto dell'azienda agricola Rolando Mauro, a cui ha partecipato molti operatori, rappresentanti di enti e l’assessore regionale all’Agricoltura Paolo Bongiovanni , ha dato ieri ( giovedì 31 luglio) il “là” simbolico nella Granda, alla raccolta delle mele.

Di fatto la campagna melicola inizierà tra una decina di giorni con la precoce Early Crunch, raggiungerà il clou la metà di agosto con la Gala e finirà all’inizio di dicembre con le varietà più tardive.
230.000 tonnellate in Piemonte, la previsione del raccolto 2025: non un record, poichè la quantità è inferiore al 2024, ma una ottima qualità con mele dolci, croccanti e aromatiche, e giusta colorazione grazie al clima di questi mesi.
Per celebrare il comparto, fiore all'occhiello della frutticoltura piemontese che ha conosciuto una crescita esponenziale nell’ultimo decennio, rendendo il Piemonte la seconda regione produttrice di mele in Italia, dopo il Trentino-Alto Adige, Coldiretti ha fornito, attraverso le parole dei vertici, a partire dal vicedirettore Franco Ramello, una panoramica allargata su sfide, prospettive, stime, tendenze di un settore che concentra in provincia di Cuneo oltre 2. 000 aziende e una superficie dedicata di oltre 5.800 ettari: ovvero l’ ’86% della produzione regionale.
Insieme a Coldiretti ha raccolto l'elogio dell’assessore Bongioanni che ha ringraziato il comparto per l’andamento di crescita e il plus valore, annunciando programmi di promozione e vetrine di valorizzazione per posizionare il prodotto in modo sempre più distintivo sui mercati internazionali,

La melicoltura, appresenta il 41% della produzione totale di frutta fresca piemontese, come emerge dal dossier Coldiretti - staccando di molto le altre specie: kiwi (19%), pesco (18%), pero (9%), susino (8%), albicocco (3%) e ciliegio (2%).
E’ fatta in gran parte con il metodo dell’agricoltura integrata o con quello biologico (19%), dimostrando l’attenzione alla cura del suolo e alla tutela della biodiversità degli imprenditori agricoli. Nel 2020 la percentuale di mele biologiche aveva raggiunto il 24,19% della superficie totale, ma da allora la percentuale è gradualmente scesa, soprattutto per la difficoltà nel consolidare un mercato capace di garantire la corretta remunerazione al produttore.
"Annualmente la raccolta delle mele in Piemonte richiede quasi 200.000 giornate lavorative – spiega Coldiretti Cuneo – e l’assunzione di circa 11.000 lavoratori stagionali: nel 21% dei casi si tratta di italiani, per il 3% sono cittadini di altri Paesi UE (Romania, in particolare) e per il 76% extracomunitari, con una netta prevalenza di coloro che arrivano dall’Africa subsahariana (Mali, Costa d’Avorio, Gambia, Senegal) e dall’Albania.

Il dato significativo è che "Il 95% di loro trova accoglienza direttamente nelle aziende agricole" , grazie al fatto che negli anni i frutticoltori si sono impegnati per dotarsi di alloggi in cui ospitarli. Un esempio di gestione strutturata e responsabilità sociale d’impresa.
“Nel Saluzzese, sono tra 4.500 e 5.000 i dipendenti stagionali extracomunitari a cui gli imprenditori agricoli offrono una sistemazione abitativa” ricorda il Vicepresidente di Coldiretti Cuneo con delega alla frutticoltura, Ivo Migliore. Un impegno concreto di accoglienza diffusa sul territorio, distintivo del sttore melicolo che genera in Piemonte – secondo l’analisi – una produzione lorda vendibile agricola di circa 110 milioni di euro e un indotto di 220 milioni di euro.
Questa produzione di eccellenza è particolarmente apprezzata all’estero: in Sud America, Medio Oriente, Nord Africa e Asia, dove è destinato l’80% delle mele nostrane avviate al mercato del fresco.

Il sindaco di Saluzzo Franco Demaria, presente all’evento ha invitato gli imprenditori a cercare manodopera anche presso l’Infopoint della struttura di accoglienza diffusa del Protocollo della Prefettura, nella casa dell’ex custode del cimitero, aperta da lunedì, con una quarantina di posti letto per gli stagionali.
Le principali sfide che attendono la melicoltura cuneese e piemontese
La sfida economica, con l'equa remunerazione ai frutticoltori, uno dei temi centrali del confronto insieme al cambiamento climatico, la competitività internazionale e la sostenibilità, la necessità di fare sistema sul mercato, la distintività del prodotto, promozione, l'origine in etichetta sui trasformati frutticoli.
“Le nostre imprese vivono condizioni economiche difficili – evidenzia il Vicepresidente Migliore – fra remunerazioni che non bastano neppure a coprire i costi di produzione e ritardi esagerati nelle liquidazioni, fino ad un anno dopo la raccolta. In un tale clima di incertezza, è a rischio il ricambio generazionale: i giovani faticano a investire nel settore, scoraggiati da margini economici troppo ridotti”.
“La mela è un’assoluta eccellenza del nostro territorio, un prodotto radicato nella storia e nell’identità locale, che oggi vive una stagione di successo grazie agli investimenti in innovazione agronomica e alla progressiva affermazione sui mercati.
Ma non basta, serve una maggiore e più efficiente aggregazione a livello commerciale, azioni strutturate di promozione, valorizzare la distintività territoriale delle nostre mele e tutelare l’origine della materia prima sull’etichetta di succhi, confetture e marmellate” dichiara il Direttore di Coldiretti Cuneo, Francesco Goffredo.
Sulle diverse qualità di mele ( 100 in Piemonte) ha aperto il ventaglio Lorenzo Martinengo, referente dei tecnici di Coldiretti Cuneo, Si va dal gruppo Gala (coltivate sul 42% della superficie totale), alla varietà a buccia rossa, la Red Delicious (20%) e la Fuji (6%), e da una varietà a buccia gialla, la Golden Delicious (6%), particolarmente coltivata nella Valle Varaita. Seguono la Renetta del Canada, sempre a buccia gialla, e la mela verde per eccellenza, la Granny Smith.
Accanto a queste varietà di mele convive la coltivazione di nuove varietà, a cominciare da quelle coltivate in esclusiva con il metodo dei “club” e si stanno riscoprendo antiche qualità.
In fatto di tendenza di palato la curiosità riportata da Cesare Gallesio, referente frutticolo di Coldiretti Cuneo: "I consumatori over 50 sono più legati alle mele “classiche” di cui gradiscono la dolcezza e l’aromaticità, mentre i più giovani mostrano di gradire prevalentemente le nuove varietà, oltre che per il gusto, per la loro croccantezza"
Frutticoltori e tecnici sono costantemente impegnati nella ricerca delle soluzioni più efficaci per difendere le piante dalle avversità che possono presentarsi e in Piemonte, con la massima attenzione al risparmio delle risorse naturali e alla cura dell’ambiente e alla salute. Disciplinari, quello italiano e quello piemontese, che sono tra i più severi al mondo, pongono le mele Made in Piemonte tra le più sicure a livello mondiale.
Le piante, come ogni essere vivente, possono ammalarsi e tali avversità devono essere prima prevenute con nuove soluzioni e la ricerca per introdurre metodi alternativi all’impiego di agrofarmaci.

Il padrone di casa, Mauro Rolando, frutticoltore nella sua azienda di famiglia di via della Croce ( "sembra un salotto" ha commentato l' assessore Bongioanni) e che dal 1985 coltiva frutta ( 10 ettari di mele tra gala e red delicius, 3 ettari mela "club": Ambrosia e Luisa, 8 ettari di pesche nettarine e il restante coltivato a Kiwi 4 ettari) è stato nell' occasione voce sul campo della categoria, evidenziando in particolare il rischio del ricambio generazionale del settore per la remunerazione insufficiente e la necessità, per chi produce, di avere una difesa da avversità batteriche. " Serve una normativa. Perchè allora si impone sul mercato la pesca del Marocco e la ciliegia della Turchia, produzioni che non subiscono perdite, avendo il nostro calendario di trattamenti di 30 e 40 anni fa e che possono importare sul suolo europeo dove ci sono controlli severissimi .






















