Dal giovedì Santo alla domenica di Pasqua infatti le campane delle chiese suonano "mute" in segno di lutto per la Passione di Cristo, e per questo motivo nacque la tradizione di soffiare dentro a grandi conchiglie forate per produrre un suono profondo, simile a quello di un corno e capace di percorrere grandi distanze, per sostituire il rintocco delle campane.
La tradizione è stata reintrodotta nel Roero a partire da Castagnito, dove molte persone conservavano ancora in casa le conchiglie, a volte senza sapere che cosa farne.
Da qualche anno la tradizione si è diffusa nei comuni limitrofi, Magliano Alfieri, Castellinaldo, Guarene, Vezza d’Alba e Priocca.
Elio Allerino è uno dei “suonatori di conchiglie” più coinvolto nella tradizione:
“Nel 1977 appena tornato da militare, con alcuni amici riprendemmo a suonare le conchiglie e di anno in anno siamo riusciti a coinvolgere sempre più persone. Oggi a Castagnito quasi tutte le famiglie possiedono una conchiglia: io ne ho una che usava già mio nonno. In realtà bisogna fare un po’ di pratica per farla suonare. Inizialmente le suonavamo anche il venerdì e per tre volte al giorno, mattino, mezzogiorno e sera, per avvertire i contadini dalle campagne, poiché le campane non facevano la «baudetta». Da qualche anno ci troviamo a Castagnito, sul Colle del Castelverde, altura che sormonta il paese e che ospitava un maniero e le suoniamo da lì”.
A Castagnito anche oggi, sono state numerose le persone che si sono ritrovate per suonare o “provare” a far suonare la propria conchiglia, il che non è sempre facile.
Luigi Allerino conosce bene questa usanza:
“Un nostro appassionato, Michele Zese, ha scoperto che suonare le conchiglie è anche una tradizione indigena del Costa Rica. Si tratta della Fiesta de los Diabolitos, una tradizione antica che hanno mantenuto nella riserva indigena dei Boruca (sono nativi che non si sono mescolati con gli europei). La festa ricorda l’invasione degli europei, girano di casa in casa e in ogni cortile mettono in atto una sorta di corrida con un toro finto, e bevono chicha, un liquore fatto con mais fermentato. Le conchiglie le usano quando si devono spostare da una casa all’altra, è il segnale per avvisare che bisogna spostarsi”.
Anche quest’anno, a mezzogiorno in punto, le colline del Roero hanno risuonato di frequenze cupe e profonde, nonostante il tempo incerto e un forte vento, che ha portato il suono delle conchiglie molto, molto lontano.
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A Castagnito si è rinnovata la tradizione della scuola