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Economia | 28 novembre 2024, 18:50

Diageo, domani confronto in Regione mentre l’azienda gela i sindacati: da gennaio via alla ricerca di possibili acquirenti per il sito

La manager appena giunta alla guida della controllata italiana tassativa sulla decisione di lasciare Santa Vittoria d’Alba. Lunedì 2 dicembre lavoratori in assemblea per decidere le azioni di lotta da intraprendere

Un momento del presidio di ieri a Santa Vittoria d'Alba

Un momento del presidio di ieri a Santa Vittoria d'Alba

"Io non vorrei sentire parlare di ricollocazione. Quando ne parleremo vorrà dire che avremo perso". Questo il messaggio che il governatore Alberto Cirio ha lanciato ieri ai dipendenti Diageo riuniti in presidio di fronte ai cancelli dello stabilimento di Santa Vittoria d’Alba dopo l’annuncio dell’azienda di voler abbandonare il sito a partire dal giugno 2026.

L’auspicio del presidente regionale, protagonista di quella trattativa nei panni dell’eurodeputato, era quello che si possa arrivare al positivo epilogo della vertenza già avuta nel 2017. Anno nel quale, dopo una trattativa discussa a Bruxelles, la multinazionale con sede a Londra desistette dall’intenzione di abbandonare il suo unico impianto italiano, eredità della serie di cessioni che portarono la casa spumantiera nata su impulso di casa Savoia a far parte prima della galassia Fiat, quindi tra le proprietà della società inglese Grand Metropolitan. Dalla fusione di quest’ultima con la scozzese Guinness Plc (1997) nacque il colosso che nel 1999 cedette il marchio Cinzano a Campari per convertire gli storici impianti collocati lungo la Statale 231 alla confezione di alcuni tra i suoi oltre 200 brand tra vini, birre e distillati.

Una multinazionale il cui fatturato è arrivato negli ultimi anni a superare i 20 miliardi di euro, oggi determinato a procedere con una riorganizzazione produttiva utile a ridurre le perdite registrate nel 2023 anche a fronte di vendite globali in calo dell’1,3%, mentre il corso azionario del titolo quotato alla Borsa di Londra ha segnato una perdita del 15% nell’ultimo anno, del 25% dal 2019 a oggi.

Rispetto ai già bellicosi intenti di allora, il leader mondiale degli "spirit" ripiegò contrattando 120 esuberi. Uscite incentivate, che portarono la forza lavoro del plesso roerino ai 349 dipendenti ora destinati al licenziamento.

"Abbiamo l’esigenza di focalizzare gli investimenti sui siti ritenuti strategici, privilegiandoli rispetto a quelli, come Santa Vittoria, caratterizzati da impianti più obsoleti", aveva fatto sapere l’azienda martedì, dopo aver comunicato ai sindacati la propria decisione di chiudere.

Argomenti che Kerry Easter, la manager che recentemente ha assunto ad interim il ruolo di amministratore delegato della controllata Diageo Operations Italy, ha ribadito ai rappresentanti sindacali durante l’incontro tenuto a Santa Vittoria d’Alba nella mattinata di ieri, a presidio in corso, lasciando poche speranze rispetto alla possibilità di una vertenza capace di chiudersi sull’esempio di quanto accaduto sette anni fa.

L’azienda ha fatto sapere che da gennaio proverà a sondare la presenza di possibili soggetti industriali interessati al sito, al suo acquisto come all’affitto di ramo d’azienda – hanno riportato i presenti all’incontro – mentre avrebbe lasciato poche speranze rispetto alla possibilità di un passo indietro, dopo l’accelerazione di martedì .

"Da parte nostra – dicono Loredana Sasia (Flai Cgil), Antonio Bastardi (Fai Cisl) e Alberto Battaglino (Uila Uil) - abbiamo comunicato in modo chiaro che metteremo in campo tutte le azioni possibili per salvaguardare l’occupazione. Lavoreremo a ogni possibile iniziativa di lotta, in fabbrica e sul territorio, coinvolgendo le istituzioni, per ottenere la salvaguardia dei posti di lavoro a rischio, quelli diretti e quelli a rischio come indotto".

I segretari provinciali delle sigle del comparto alimentare stigmatizzano "una decisione non legata a gravi ragioni economiche, dovute a perdite o cali di fatturato, ma a una scelta strategica e di mercato. Strategie di investimento volte a una migliore localizzazione geografica e a migliori efficienze di scala".

"Parliamo di una decisione grave che avrà un impatto nazionale", proseguono, mentre per lunedì 2 dicembre hanno convocato un’assemblea sindacale in azienda per decidere ulteriori iniziative dopo uno sciopero che ieri ha avuto un’adesione pressoché totale, come era facile immaginare.

L’incontro servirà anche ad aggiornare i dipendenti sull’esito del confronto in programma domattina presso il Grattacielo della Regione Piemonte, dove Cirio ha convocato l’azienda. "Voglio vedere i numeri", diceva il governatore ieri, rivolto ai lavoratori. "Un paracadute è sempre importante, ma se uno può non buttarsi è meglio. Questo deve essere il nostro atteggiamento oggi". Nel 2017 andò così. Oggi la speranza è che quella storia si ripeta.

Ezio Massucco

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