Luca Robaldo, forte dell’affermazione del suo “Patto Civico”, si appresta a convocare il primo Consiglio provinciale dopo le elezioni del 29 settembre nel quale si capirà come intende procedere politicamente.
Dai comunicati stampa di commento al voto, tutte e tre le liste – “Patto Civico”, “La Nostra Provincia”, “Ripartiamo dalla Granda” - hanno manifestato disponibilità alla collaborazione. In altre parole tutti e 12 i consiglieri sarebbero disposti ad accettare deleghe pur se – è bene non dimenticarlo – le loro funzioni sono meramente consultive dal momento che il governo dell’Amministrazione provinciale dopo la legge Del Rio avviene tramite decreti del presidente.
A seguito del suo insediamento, avvenuto nell’autunno 2022 dopo il duello con il sindaco di Lagnasco Roberto Dalmazzo, Robaldo aveva preso tempo e le deleghe, assegnate a tutti fuorchè a Marco Bailo, Fratelli d’Italia, sindaco di Magliano Alpi (lui stesso si era chiamato fuori, ndr), erano state definite solo successivamente.
Di fatto, in questi due anni, la Provincia è stata governata politicamente da una sorta di “Grosse Koalition” in salsa cuneese. Vedremo se si proseguirà o meno su questa strada. La tentazione potrebbe essere quella di riproporre il modello di centrodestra moderato, il cosiddetto “Cirio-Costa-Robaldo”, sperimentato con successo alle regionali con la Lista Cirio lasciando fuori Pd e Fratelli d’Italia, ma una scelta di questo tipo – com’è facile intuire – ha controindicazioni.
Estromettendo radicalmente il centrosinistra, infatti, il presidente della Provincia finirebbe col porsi in contrasto con le amministrazioni di quattro delle “sette sorelle”, Cuneo, Alba, Bra e Saluzzo che dal centrosinistra sono amministrate. Per contro, tagliando fuori Fratelli d’Italia, aprirebbe un fronte di ostilità con il maggior partito di centrodestra, pur considerando che nella “sua” Mondovì i rapporti coi “Fratelli” non sono stati finora dei più cordiali. E poi c’è la questione della vicepresidenza, incarico di valenza meramente politica ma pur sempre di rilevanza.
Nel passato biennio Robaldo ha eluso la questione, evitando di affidare l’incarico - se non ultimamente e per un breve lasso di tempo al consigliere Mauro Astesano, sindaco di Dronero - in occasione di un suo viaggio all’estero. In pole c’è Simone Manzone, sindaco di Guarene, il consigliere più votato nella recente tornata. E con lui un “veterano” della Provincia qual è Silvano Dovetta, sindaco di Venasca e presidente dell’Unione montana Valle Varaita.
Ma c’è anche un aspetto non marginale sul quale finora nessuno ha acceso i riflettori: l’ “opzione donna”, che prescinde dalle logiche di schieramento. Sono infatti solo due le donne su dodici consiglieri eletti – Stefania d’Ulisse (La Nostra Provincia) e Ivana Casale (Patto Civico) – per cui “l’altra metà del cielo” meriterebbe attenzione. E non solo per galanteria istituzionale.
In Breve
venerdì 08 novembre
giovedì 07 novembre
mercoledì 06 novembre
martedì 05 novembre
lunedì 04 novembre
domenica 03 novembre
Che tempo fa
Rubriche
Accadeva un anno fa
Attualità
Cronaca
Politica