Se sul piano numerico sembra trattarsi di un pareggio: 4-4-4, non così su quello politico.
Chi esce vincitore dalla consultazione per il rinnovo del Consiglio provinciale, che per altro non lo riguardava direttamente in quanto resterà in carica fino al 2026, è il presidente Luca Robaldo, il cui Patto Civico va oltre le previsioni della vigilia aggiudicandosi quattro seggi.
Nel 2021, “Granda in Azione” di consiglieri ne aveva eletti due nonostante poi, in corso d’opera, si fosse aggiunta al gruppo Anna Maria Molinari.
In queste elezioni, Robaldo, in una congiuntura per lui non facile a causa delle turbolenze “azioniste” delle scorse settimane, è riuscito ad ottenere un risultato sorprendente perché il “suo” Patto è andato oltre i più rosei pronostici, che alla vigilia gliene attribuivano tre.
Nel centrodestra Forza Italia fa la parte del leone aggiudicandosi tre dei quattro seggi della lista “Ripartiamo dalla Granda”.
Fratelli d’Italia, senza infamia e senza lode, mantiene le posizioni garantendo l’elezione del monregalese Rocco Pulitanò, braccio destro dell’assessore Paolo Bongioanni.
In sintesi, il dato politico che emerge dal voto provinciale è un rafforzamento della componente centrista e moderata del centrodestra, in trend con quanto successo nel Cuneese alle regionali dell’8 e 9 giugno con la lista Cirio.
Grandi sconfitti la Lega, che perde la rappresentanza in Provincia, e il Pd e il centrosinistra che erano certi di riuscire ad eleggere cinque consiglieri e speravano in sei.
Il risultato della lista “La Nostra Provincia”, nonostante l’apporto di Alba, è infatti stato di gran lungo al di sotto delle aspettative.
Nel 2021 i seggi ottenuti dal centrosinistra erano stati cinque. A maggior ragione, in questo giro, riconquistata la capitale delle Langhe, avrebbe dovuto mantenere le posizioni e semmai implementarle.
Non è andata così. Naufragata l’operazione “anatra zoppa”, con la quale il Pd di Mauro Calderoni pensava di mettere in difficoltà Robaldo, il centrosinistra ora si interroga sul perché del fallimento.
Ancora peggiore la situazione della Lega, partito che più di altri perorava il ritorno all’elezione diretta in Provincia ma senza però riuscire a dar seguito agli annunci del ministro per l’Autonomia Roberto Calderoli.
Tre anni fa la Lega aveva espresso due consiglieri, Simona Giaccardi di Fossano e Stefano Rosso di Sommariva Perno, adesso ha perso ogni rappresentanza.