E' passato un mese da quando abbiamo raccontato la vicenda di Noemi, 18enne di Fossano chiusa in casa dallo scorso mese di febbraio perché non riesce a muoversi. Le gambe non funzionano, la sua schiena è così fragile che non potrebbe reggere nemmeno il peso di due quaderni.
Noemi è affetta da una rara malattia genetica. Ma ormai anche la psiche è devastata. Non ha vita sociale, non vive più. La mamma, Anna, è disperata. Gestisce tutto lei. Ha dovuto lasciare il lavoro perché sua figlia non può stare da sola. Chiusa al terzo piano di una palazzina senza ascensore, questa ragazza vive da reclusa.
Tralasciando la parte strettamente sanitaria, i problemi neurologici, circolatori, vascolari, i mille rimpalli e diagnosi e controdiagnosi tra Cuneo e Le Molinette, quello che è urgente per Noemi è che le venga fatta la visita medico-legale che possa certificarne l'invalidità e consentirle, quindi, di avere accesso a tutta una serie di servizi e diritti.
Per ora la madre sta pagando tutto. Noemi non ha diritto a dispositivi sanitari, a trasporti gratuiti, a corsie preferenziali per le visite. E la situazione continua a peggiorare. Sia a livello fisico che psicologico.
"Mia figlia non vive più. Il Comune di Fossano si è attivato chiedendo di accelerare i tempi per questa visita. Mi appello di nuovo a Targatocn perché non so più cosa fare. Ci sono tante persone che ci sono vicine. Penso all'associazione fossanese Liberi di andare o al fisioterapista che è riuscito a trovare un posto per l'ecodoppler, che faremo sabato a Mondovì. Lunedì la porterò privatamante da un chirurgo vascolare. Non posso aspettare i tempi della sanità".
Anna è stata contattata, dopo il nostro primo articolo, da volontari disponibili a far scendere le scale a Noemi, portandola di peso in braccio. Ma non è sufficiente la buona volontà, perché lei è fragilissima e non può in alcun modo rischiare di cadere. La situazione, dopo un lieve miglioramento, da quindici giorni è nuovamente peggiorata.
"Sono disperata. Non so chi mi dia ancora la forza di andare avanti. Noemi deve poter tornare a vivere, andare a scuola, avere una vita sociale. Compatibilmente con le sue condizioni di salute, certo. Ma stare in casa da così tanto tempo la sta distruggendo anche psicologicamente. Pensate a come possa stare io, come madre, vedendola così. Non mi arrenderò mai, farò tutto quello che posso. Ma quella visita è il primo passo per riuscire a recuperare un minimo di normalità".
Diamo voce, nuovamente, a questa madre che sta combattendo per sua figlia. Pur consapevoli che Noemi non è la sola ad attendere da mesi questa visita e che di situazioni drammatiche, purtroppo, ce ne sono tante, abbiamo deciso di tornare sulla vicenda e di fare un po' di pressione perché si si riesca ad aiutare questa ragazza di 18 anni.